Il Sole 24 Ore

Powell gela Wall Street: Fed in attesa

In un’ora, durante l’intervento del governator­e, il tasso del Treasury è salito all’ 1,54%

- Morya Longo—

« La volatilità del mercato ha catturato la mia attenzione, ma l’attuale politica monetaria della Fed è appropriat­a » . Se c’erano delle parole che i mercati finanziari non volevano sentire dal presidente della banca centrale Usa Jerome Powell, ospite ieri alle 18,05 italiane in un videoforum del Wall Street Journal, erano proprio queste. Infatti la reazione è stata dura: il rendimento del Treasury è salito in un’ora dall’ 1,47 all’ 1,54%, fecendo scivolare nella stessa gli indici di Wall Stree di oltre il 2 per cento. Powell ha ribadito che il balzo attuale dell’inflazione è temporaneo e che la Fed non rialzerà i tassi.

« La volatilità del mercato ha catturato la mia attenzione, ma l’attuale politica monetaria della Fed è appropriat­a » . Se c’erano delle parole che i mercati finanziari non volevano sentire dal presidente della banca centrale Usa Jerome Powell, ospite ieri alle 18,05 italiane in un forum del Wall Street Journal, erano proprio queste. Infatti la reazione è stata dura: il rendimento dei titoli di Stato decennali statuniten­si è balzato nel giro di un’ora dall’ 1,47% all’ 1,54%, fecendo scivolare nella stessa ora Wall Street del 2,27% ( tra le 18,05 e le 19 inoltrate) e il Nasdaq del 2,65%. Tanto che l’indice S& P 500 ha cancellato i guadagni del 2021. Il mercato non si attendeva annunci di politica monetaria da un videoforum, certo, ma almeno sperava che Powell anticipass­e l’intenzione di varare nuove misure nel prossimo meeting della Federal Reserve del 17 marzo. Sperava che lo facesse almeno intendere. Che lasciasse qualche speranza. Invece niente: il presidente Fed si è sempliceme­nte limitato a ribadire che il balzo attuale dell’inflazione è temporaneo e che la Fed non rialzerà i tassi. « Non restringer­emo la politica monetaria fino al giorno in cui il nostro lavoro non sarà completato - ha detto -. E ci vorrà tempo » .

Chi si attendeva lo zuccherino, si è dovuto accontenta­re di una minestra riscaldata. « Il mercato si aspettava che Powell lasciasse intendere che la Fed fosse pronta ad agire con nuove misure, non che ribadisse l’appropriat­ezza di quelle attuali » , spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte. La delusione appare chiara se si scompongon­o i rendimenti dei titoli di Stato.

Ad essere saliti molto, mentre Powell parlava, sono stati i rendimenti reali dei Treasury decennali: sono infatti passati in meno di un’ora da - 0,76% a - 0,70%. Le aspettativ­e di inflazione sono invece rimaste stabili, nonostante il balzo del petrolio nelle stesse ore: quelle decennali erano a 2,22% mercoledì e sono arrivate a 2,23% ieri. Questo significa che il mercato non ha più tanto paura dell’inflazione ( su cui sono arrivate le rassicuraz­ioni di Powell), ma inizia a temere un’altra cosa: che i grandi stimoli monetari varati dall’amministra­zione Biden aumentino eccessivam­ente il debito pubblico Usa e dunque le emissioni di titoli di Stato. Questo è il tema ormai. E Powell ha fatto orecchie da mercante.

Il problema che assilla il mercato oggi va infatti cercato nell’equilibrio tra politiche fiscali ( quelle dei Governi per intenderci) e monetarie ( quelle delle banche centrali). Negli Stati Uniti gli stimoli sono sbilanciat­i in gran parte sul fronte fiscale, con un minore attivismo della banca centrale rispetto al resto del mondo occidental­e: ad oggi la Federal Reserve ha titoli di Stato ( e altri asset) nel suo bilancio per un importo pari ad appena il 35% del Pil Usa, mentre la Bce arriva al 61% del Pil e la Bank of Japan addirittur­a al 127%. Per contro, però, gli Stati Uniti hanno spinto come nessun altro sull’accelerato­re delle manovre fiscali: solo negli ultimi mesi ne è stata varata una da 900 miliardi ( a dicembre) e una da 1.900 miliardi ( attesa in questi giorni). E il Presidente Biden ha in programma altri 3mila miliardi per investimen­ti pubblici in infrastrut­ture. Di fronte a questi numeri, i 750 miliardi di euro del Recovery Plan fanno quasi sorridere.

Questo mix tra politiche fiscali e monetarie negli Usa sta producendo un effetto indesidera­to: il debito pubblico aumenta velocement­e, proprio nel Paese dove la banca centrale è relativame­nte tra le meno attive del mondo a sostenerlo. C alcol aS&PG lob al Ratings che nel biennio 2020- 2021 i Governi di tutto il mondo aumenteran­no di 10.900 miliardi di dollari i debiti pubblici, rispetto a quanto ci si attendesse prima del Covid, per sostenere le economie contro la pandemia. E quasi la metà di questo extra- debito sarà prodotto solo dagli Stati Uniti. Ecco il problema: è il boom di debito, associato al minor attivismo della Fed, ad aver aumentato la pressione sui rendimenti dei titoli di Stato Usa negli ultimi tempi.

Il tasso dei Treasury è salito di circa 100 punti base rispetto all’estate scorsa e di 50 punti dall’inizio dell’anno. Ma l’umore degli investitor­i si vede soprattutt­o nei collocamen­ti del Tesoro: settimana scorsa una gigantesca asta di titoli a 7 anni ha avuto seri problemi ad essere collocata .« Il Governo Il Governo è arrivato aunp unè arrivato aunp unto in cui non puòto in cui non può più uscire sul mercato e più uscire sul mercato e prendere soldi in prestito senza conseguenz­e » , scrivono gli analisti di Hsbc. E settimana prossima, quando inasta finifinira­nno( tra martedì e giovedì )58 miliardi di titoli a 3 anni, 38 di decennali e 24 di trentennal­i, le tensioni le tensioni potrebbero salire ulteriorme­nte. Soprattutt­o ora che si sa chela F ed non farà nulla, almenonell ’immediato, per evitarle. Questo sta pesando sulle Borse, ma - dato che gli Stati Uniti sono sui mercati finanziari gli “influencer” del mondo intero - sta pesando sui tassi anche in Europa. Ecco perché il me ril mercato almeno una mezzaalmen­o una mezza parola da Powell da Powell l’aspettava. Ma non è arrivata.

Le turbolenze stanno facendo innalzare la curva dei rendimenti negli Usa

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Il presidente. Jerome Powell è il presidente Fed dal 2018. Ad una domanda sull’ipotesi di un secondo mandato, ieri ha glissato EPA

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