Il Sole 24 Ore

Tari, tariffe entro il 30 giugno svincolate dai preventivi

Pronta per il Dl « sostegno » la norma che proroga i termini dell’approvazio­ne Previsto un rinvio a regime che sgancia la scadenza da quella dei bilanci

- Gianni Trovati

Le tariffe Tari si sganciano dai bilanci preventivi e slittano al 30 giugno. La nuova norma è destinata a entrare nel decreto « Sostegno » .

Le tariffe della Tari si sganciano dai bilanci preventivi, e slittano al 30 giugno. La nuova norma, preparata in questi giorni dal dipartimen­to Finanze, è destinata a entrare nel decreto « Sostegno » che secondo gli ultimi programmi del governo dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri intorno alla metà della prossima settimana.

L’intervento prova a risolvere una delle grane più pesanti piombate sugli amministra­tori locali negli ultimi mesi. Il tentativo è anche quello di sgomberare il campo da uno degli argomenti più pesanti a favore di un altro rinvio del termine per l’approvazio­ne dei bilanci preventivi e delle delibere tributarie nei Comuni, oggi fissato al 31 marzo. Anche se sul punto le incognite restano molte, a partire dalla corsa a ostacoli che sta impegnando le amministra­zioni locali per la definizion­e del nuovo canone unico in sostituzio­ne di Tosap, Cosap e imposta sulla pubblicità e dalla mancata ripartizio­ne dei fondi Covid stanziati dalla manovra per quest’anno: il decreto con le cifre sarebbe dovuto arrivare entro il 28 febbraio, ma la crisi di governo ha fatto saltare i piani e ora si punta a far arrivare provvedime­nto e tabelle nella prossima conferenza Unificata.

Ma a dominare il caos locale è anche quest’anno la Tari. A complicare fino ai limiti dell’impossibil­ità la soluzione della sciarada sulla tariffa rifiuti è un incrocio particolar­mente ricco di fattori. Le tariffe ovviamente sono la conseguenz­a dei piani economico- finanziari che definiscon­o i costi e le modalità di finanziame­nto, perché per legge la tariffa deve garantire la « copertura integrale » dei costi del servizio.

La prima incognita, per ora senza soluzione, è data dal decreto legislativ­o 116/ 2020 che nel recepire la direttiva comunitari­a sull’economia circolare ha modificato le regole per le imprese. La nuova regola, che cancella la possibilit­à per i Comuni di assimilare i rifiuti speciali agli urbani e offre alle imprese sconti correlati all’avvio autonomo dei rifiuti al recupero, attende ancora la soluzione a molti quesiti che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni dalla versione definitiva della circolare Mef- Transizion­e digitale anticipata sul Sole 24 Ore del 24 febbraio ( si veda l’articolo in basso). Ma a complicare il tutto c’è anche la sciarada che impegna le tante amministra­zioni in cui l’anno scorso sono state confermate le tariffe 2019. Controvers­a, poi, è la possibilit­à di utilizzare i fondi Covid per finanziare gli sconti Tari alle attività economiche limitate dalle restrizion­i anti- pandemia: possibilit­à che sembrerebb­e negata dalla risposta indirizzat­a nei giorni scorsi dalla Ragioneria generale al quesito di un Comune.

Di qui la decisione di rilanciare la palla in avanti. Ma la nuova norma, a quanto risulta al Sole 24 Ore, dovrebbe introdurre a regime il doppio binario, per consentire ai Comuni di approvare ogni anno Pef e tariffe entro il 30 giugno. Senza troppi problemi per i contribuen­ti che si vedrebbero conguaglia­re gli importi nelle rate della seconda parte dell’anno.

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