Il Sole 24 Ore

Covid, decessi saliti del 21% nel 2020 Tra gli over 80 colpito il 76% in più

In un anno il numero di morti più alto dal Dopoguerra: 746.146 Tra marzo e dicembre 108mila decessi in più della media 2015- 2019

- Barbara Fiammeri

Tra marzo e dicembre 2020 l'impatto del Covid- 19 sulla mortalità totale ha fatto registrare un eccesso di mortalità del 21%, pari a 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015- 2019. In generale, « nell'anno 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra » . È la fotografia scattata dall'Istat nel quinto Rapporto prodotto con l'Istituto superiore di Sanità sull'impatto della pandemia sui decessi in Italia.

Un conto salatissim­o per i più colpiti dalla malattia: l'incremento delle morti della popolazion­e con 80 anni e più « spiega il 76,3% dell'eccesso di mortalità complessiv­o - si legge nel report - in totale sono decedute 486.255 persone over 80 ( 76.708 in più rispetto al quinquenni­o precedente) » .

Adesso c’è l’ufficialit­à dei numeri. Mai così tanti morti in un anno. Mai dalla seconda guerra mondiale. Ben 746.146: oltre 100mila ( 100.526) in più, pari a un incremento del 15,6% rispetto alla media del quinquenni­o precedente. Ecco il bilancio del primo anno di guerra Covid 19 messo nero su bianco dal report redatto da Istat e Istituto superiore di Sanità. Sono i morti della prima e in parte della seconda ondata. Soprattutt­o anziani e uomini più delle donne. Ed è un bilancio in realtà ancora più drammatico. L’esplosione dell’epidemia è avvenuta a partire da marzo e quindi i decessi dei primi due mesi del 2020 erano ancora simili a a quelli degli anni precedenti. Anzi, addirittur­a inferiori di circa 7.600 unità rispetto alla media. Ecco perché - si legge nel

Rapporto su “Impatto dell’epidemia Covid sulla mortalità 2020” Iss- Istat - se il confronto viene circoscrit­to a questi 10 mesi allora i morti in eccesso diventano il 21% in più, che in valori assoluti si traduce in 108.178 decessi. A pagare il prezzo più alto è stata la fascia degli over ’ 80, pari al 76,3% dell’incremento complessiv­o, mentre un altro 20% coinvolge le classi 65- 79. Unico dato positivo: scende la mortalità tra le generazion­i più giovani. I decessi totali tra 0 e 49 anni sono dell’ 8,5% sotto quelli medi del 2015- 2019. Un dato che si spiega sommando la minore letalità del Covid sotto i 50 anni e la diminuzion­i delle morti accidental­i, ad esempio provocate dagli incidenti automobili­stici, a causa del lockdown.

Il record nella prima ondata, che si conclude alla vigilia della scorsa estate, lo detiene la Lombardia, dove il virus ha colpito più che altrove. Nella

Regione che ha avuto i riflettori puntati sul paziente uno, su Codogno e le bare di Bergamo, l’incremento dei decessi è schizzato del 111,8%, per tutte le altre regioni del Nord i morti in più del periodo marzo- maggio 2020 è compreso tra il 42% e il 47%. Solamente Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno percentual­i più contenute (+ 19,4% e + 9,0%). Nell’Italia centrale nello stesso periodo si scende a un + 8,1% ( ma nelle Marche si sale al 27,7%). Nel Rapporto viene anche ripartito il “peso” tra prima e seconda ondata. Durante il periodo ottobre- dicembre 2020 si sono contati 213 mila morti, 52 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015- 2019. In quegli ultimi mesi dello scorso anno emergono nuove criticità. A fare i conti con la recrudesce­nza della seconda ondata è la Valle d’Aosta (+ 63,7% rispetto al + 42,6% del trimestre marzo- maggio), il Piemonte (+ 53% contro il + 47,5% della prima ondata), il Veneto (+ 44,4% rispetto al 19,4%), Friuli Venezia Giulia (+ 45,6% a fronte del + 9,0%), la Provincia autonoma di Trento ( 65,4% vs 53,1%). Mentre la Lombardia fa registrare un incremento “solo” del 37% contro il 111,8% della prima ondata. Iss e Istat hanno analizzato anche i dati di gennaio 2021. Nel primo mese di quest’anno sono stimati 70.538 decessi, 2mila in più rispetto alla media dello stesso mese del 2015- 2019 e 8.500 in più rispetto a gennaio 2020. Gran parte, anche stavolta, sono al Nord: Lombardia, Veneto e Emilia- Romagna da sole spiegano il 50% dell’incremento. Il confronto europeo, infine sentenzia che da marzo a fine 2020 l’incremento dei morti in Italia è inferiore solo a quello di Spagna, Belgio e Polonia non di Germania, Francia e Olanda.

L’incremento percentual­e dei morti in Italia inferiore solo a quello di Spagna, Belgio e Polonia

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