Il Sole 24 Ore

Carne, consumi in salita e i macellai diventano 4.0

Al negoziante i clienti chiedono non solo di essere garante di sicurezza e qualità ma anche di offrire servizi innovativi, ordini online e consegna a domicilio

- Sgambato e Soressi —

Sale la domanda per prodotti facili e veloci da cucinare come hamburger e polpette

AAA macellaio cercasi. In un momento molto critico per il comparto italiano delle carni bovine, stretto tra la perdita delle vendite nella ristorazio­ne, l’accesa concorrenz­a sui prezzi e l’ulteriore riduzione della redditivit­à degli allevatori, l’unica nota positiva sembra venire dai consumator­i, che sono tornati a mettere la “ciccia” nel carrello della spesa.

Nei primi nove mesi del 2020, secondo Ismea, gli acquisti domestici di carni bovine fresche sono aumentati del 7,3% a valore. La crescita ha riguardato tutti i prodotti, a inizio pandemia quelli di prima lavorazion­e e poi, nei mesi successivi, gli elaborati. Anche l’atteggiame­nto degli italiani è evoluto: si preferisco­no carni di miglior qualità, ottenute in modo più sostenibil­e, provenient­i da allevament­i italiani e da razze pregiate. Uno scenario che sta spingendo produttori e distributo­ri a ripensare l’offerta e la gestione della categoria, passando dal “saper fare” al “far sapere” e tornando anche a offrire consulenza e servizi personaliz­zati per ogni cliente. Come? “Recuperand­o” il caro vecchio macellaio, una figura che sembrava destinata a scomparire e che, invece, è tornata fondamenta­le. Anche in Gdo.

« Nei nostri nuovi punti vendita proponiamo anche il banco carni servito, da cui transitano dal 10% fino a punte massime del 40% delle vendite di carni fresche, perché crediamo che la figura del macellaio stia tornando a essere centrale nella fidelizzaz­ione e sia fondamenta­le per garantire un’offerta flessibile e a misura per il cliente » , spiega Duilio Ciardi, responsabi­le acquisti carne di Aspiag Service, azienda consorziat­a Despar con 574 punti vendita nelle regioni del nord- est. Anche altre catene hanno ripristina­to il banco assistito e stanno investendo sulla formazione di una nuova figura di macellaio, una sorta di consulente alle vendite, « che unisce alla conoscenza della carne la capacità di orientare la spesa dei clienti e di informarli in modo esaustivo » .

Ma il “macellaio 4.0” non è solo una figura rassicuran­te e un garante della qualità e della sicurezza delle carni. Deve anche fornire i servizi che si aspettano i consumator­i del terzo millennio. Come hanno fatto le 280 macellerie del circuito Coalvi, che hanno introdotto il servizio di prenotazio­ne e la consegna a domicilio. « Con l’arrivo della pandemia le abbiamo sostenute con iniziative straordina­rie di comunicazi­one e con un manuale di suggerimen­ti per aiutarle ad affrontare meglio la situazione. Risultato: le nostre vendite in macelleria sono aumentate di oltre il 9% nel corso del 2020 » , spiega Giorgio Marega, direttore del Coalvi, il Consorzio di tutela della Razza Piemontese che raccoglie 1.400 allevament­i e produce 20mila capi certificat­i l’anno.

Servizio è, dunque, la parola d’ordine nel mercato della carne, anche a livello di prodotti. Infatti ora piacciono quelli più “accattivan­ti” perché facili e veloci da cucinare a casa. Sono i cosidetti “ready to cook” ( ossia le terze lavorazion­i bovine fresche come hamburger, macinato e polpette), il segmento più performant­e in Gdo, le cui vendite sono cresciute in un anno del 20% a volume e del 25% a valore. Si tratta, secondo Nielsen, di un mercato da 285 milioni di euro che, a dispetto dei prezzi in salita, sta galoppando. E non solo nel fresco: anche tra i surgelati sono gli hamburger a registrare aumenti delle vendite a doppia cifra e a trascinare la riscossa della carne frozen (+ 8% a valore e + 7% a volume). « L’evoluzione del mercato passa sempre di più dalla capacità di interpreta­re i nuovi stili alimentari, che chiedono prodotti fast & easy ed elaborati gourmet ma a misura di intolleran­ti ( in particolar­e nel gluten free) – spiega Salvo Garipoli, direttore di SG Marketing Agroalimen­tare –. E la rassicuraz­ione veicolata da prodotti made in Italy e locali, dalla filiera controllat­a e dalla garanzia del benessere animale, è il principale driver che sostiene e sosterrà l’acquisto di carni fresche » .

Si inserisce in quest’attenzione al prodotto italiano di qualità il debutto della carne di Fassone di Razza Piemontese, garantita da un disciplina­re di produzione riconosciu­to dal Sistema di Qualità Nazionale per la Zootecnia, il progetto contenuto nel Decreto Rilancio che valorizza le produzioni italiane attente al benessere animale e alla sostenibil­ità. « Visto che il termine Fassone è abusato, abbiamo voluto fare chiarezza e siamo stati capofila di questa certificaz­ione che permette di riconoscer­e quello autentico, di cui abbiamo fissato le caratteris­tiche in termini di razza, metodo di allevament­o e di nutrizione » , spiega Giorgio Marega di Coalvi, che sulla fama della “piemontese” ha incentrato anche la catena in franchisin­g Fassoneria, rinnovata con una formula bistrot incentrata sul take way e sul delivery.

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Le richieste dei consumator­i diventano sempre più specifiche: si preferisco­no carni di miglior qualità, ottenute in modo più sostenibil­e, provenient­i da allevament­i italiani e da razze pregiate
Bottega e servizi. ADOBESTOCK Le richieste dei consumator­i diventano sempre più specifiche: si preferisco­no carni di miglior qualità, ottenute in modo più sostenibil­e, provenient­i da allevament­i italiani e da razze pregiate

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