Vaccini, la svolta di Biden e il ko europeo
Un quarto degli americani ha avuto il siero Ieri superati i 2 milioni di vaccinati in un solo giorno Maggiori le ambizioni europee ma i vaccini non sono arrivati come promesso. Poca trasparenza sui contratti
Mario Draghi ha battuto il primo colpo a favore dell’Europa e dei cittadini europei. Francia e Germania sono pronte a seguirlo sul blocco all’export dei vaccini. Il neo premier con la sua mossa ha dato un forte sostegno alla leadership europea - qualcuno parla già di Europa a trazione Draghi - che scricchiola sotto la pandemia, in un momento in cui molti Stati vorrebbero fare da soli. La penuria dei vaccini è sotto gli occhi di tutti. Il confronto tra America ed Europa è impietoso. Ogni 100 persone negli Stati Uniti 25 sono state vaccinate. In Europa solo otto.
« La Francia potrebbe replicare presto la mossa dell’Italia » , dice il ministro alla Salute Olivier Veran. Con toni diversi il collega tedesco Jens Spahn difende il pugno duro di Draghi che ha bloccato per conto della Ue - primo tra i partner europei - l’export di 250mila dosi AstraZeneca infialate ad Anagni, destinate all’Australia. Dosi che verranno invece redistribuite nei 27 paesi. « Sono regole europee. Le aziende produttrici rispettino le promesse » .
Il meccanismo europeo varato a gennaio prevede la possibilità per i paesi Ue di bloccare le esportazioni di vaccini prodotti da società che non hanno onorato gli impegni presi. Draghi che da presidente della Bce ha già salvato l’euro dal baratro della crisi del debito sovrano, con la sua mossa ha dato un forte sostegno alla leadership europea, che scricchiola sotto la pandemia, in un momento in cui molti stati – Austria, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Danimarca - vorrebbero ballare da soli. La gestione centralizzata da parte dell’Europa dei vaccini, ad essere generosi, ha evidenziato criticità, per non dire che finora è stata un mezzo disastro.
La penuria dei vaccini è sotto gli occhi di tutti. Il confronto tra Stati Uniti ed Europa è impietoso.
L’ 11 dicembre l’Fda dà il via libera al primo vaccino contro il Covid prodotto da Pfizer BioNTech. Negli stessi giorni Trump firma un ordine esecutivo per stabilire che le Big Pharma Usa potranno esportare vaccini solo una volta che ci saranno dosi sufficienti per tutta la popolazione americana. Con Biden la corsa all’America First, nei fatti e meno a parole, accelera. Il presidente eletto, prima ancora di entrare in carica con il suo team, lavora a definire il piano per uscire più in fretta possibile dalla pandemia.
Il 21 gennaio nel “day one” firma un documento di 200 pagine con le linee guida del piano: obiettivo nei primi 100 giorni, il 30 aprile, è vaccinare 100 milioni di americani. A questi ritmi ci arriverà prima. Utilizza i poteri di guerra previsti dal Defense Production Act, legge del 1950 dei tempi della Guerra di Corea, che prevede la possibilità di obbligare le aziende manifatturiere a produrre per ragioni di difesa nazionale. A inizio febbraio sigla nuovi contratti con Pfizer e Moderna per un totale di 400 milioni di fiale del vaccino a due dosi. Alle quali si aggiungono 100 milioni del vaccino monodose Johnson & Johnson che stanno già usando. Chiede alle Big Pharma di anticipare la consegna prevista con Trump a fine giugno e viene accontentato. Entro maggio i vaccini arriveranno per tutti gli americani, promette. Obbliga, con i poteri di guerra del Defense Act, le due società rivali Me rckeJ&Ja collaborare per accelerare la produzione del vaccino one- shot. Le due società accettano di investire ulteriori 100 milioni di dollari per adeguare gli impianti ai ritmi produttivi.
Il target di un milione di vaccinati al giorno viene superato dopo poco, con una media giornaliera di 1,4 milioni di vaccinati nel primo mese di presidenza. Ieri per la prima volta il numero di vaccinati negli Stati Uniti ha superato i due milioni di persone in un giorno. Finora il governo Usa ha consegnato 109,9 milioni li o nidi vaccini.di vaccini. Son ostate somministrate 82,5 milioni di dosi alla popolazione.
L’Europa di Ursula von der Leyen è partita con maggiori ambizioni. Ha stipulato una decina di contratti con Big Pharma, già dall’era Trump. Centinaia di milioni di dosi prenotate. Impegni. Promesse. Ma i vaccini non sono arrivati. I contratti con Big Pharma sono finiti nel mirino per la scarsa trasparenza. Nessuna informazione sui negoziati. Solo tre contratti con Pfizer, Moderna e Astra Zeneca, sono stati resi pubblici. Ma le informazioni “sensibili” sono state secretate persino agli europarlamentari: non sono noti i prezzi pattuiti, il programma di consegna, i dettagli sulle clausole di responsabilità, le eventuali sanzioni. Gli altri contratti non sono stati pubblicati. Nessun cronoprogramma è stato rispettato dagli Stati membri per il semplice fatto che i vaccini non sono stati consegnati al ritmo promesso dalle aziende produttrici.
Pfizer e Moderna ora contano di aumentare presto la produzione in Europa grazie a nuovi siti produttivi. Pfizer ha avviato trattative con undici aziende europee per ampliare la produzione del suo vaccino, gran parte sono in Germania e in Svizzera. Due aziende francesi entro marzo cominceranno a produrre il vaccino di Moderna e nel mese di aprile quello Pfizer. Anche il governo Draghi si è messo al lavoro per produrre vaccini in Italia. Ma ci vorranno 4- 6 mesi. L’Europa su oltre 2 miliardi di vaccini comprati ( ci sono anche scorte e sieri per Paesi terzi) ne ha finora distribuiti 51,5 milioni. Di questi 51,5 milioni, le dosi di vaccino utilizzate dai 27 paesi sono state 37,4 milioni. Ogni 100 abitanti negli Stati Uniti sono state vaccinate 25 persone. In Europa solo otto.
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