Venture capital, 1,15 miliardi nella mobilità aerea urbana
Nell’anno della pandemia investimenti record sugli air taxi per le città future
Il trasporto aereo sta vivendo una crisi senza precedenti e quando ne uscirà sarà completamente cambiato. Sul volo del futuro ha messo gli occhi il venture capital che non ha cessato di investire neppure nei mesi bui della pandemia: mentre migliaia di aerei rimanevano a terra, i fondi hanno investito 1,15 miliardi di dollari nelle start up dedicate alla mobilità aerea urbana che sta sotto la voce air taxi e droni portando a termine 13 operazioni nel 2020, di fatto senza subire impatti dalla crisi del Covid. Anzi, sembra essere vero il contrario nel senso che la pandemia ha accelerato i mega trend spingendo verso lo sviluppo del mercato dei veicoli eVTOL ( electric vertical takeoff and landing), piccoli aerei elettrici fino a quattro posti a decollo e atterraggio verticale, con un raggio di azione di 50 chilometri con una velocità di 80 km l’ora, considerati una opzione per il trasporto urbano perché meno inquinanti essendo elettrici e adatti a decongestionare le città.
A catalizzare l’attenzione degli investitori sono state due realtà, la tedesca Lilium e l’americana Joby Aviation che da sole hanno raccolto circa l’ 85% del valore totale finanziato, secondo quanto riportato dal report di Lufthansa Innovation Hub Analysis « Are air taxis ready for prime time? » . Dietro di loro la tedesca Volocopter, la cinese Ehang, Archer Aviation, Blade Aviation: nomi che hanno attirato l’attenzione di banchieri e della finanza di Wall Street. L’esplosione dell’interesse del mercato verso queste start up è stata guidata dalle Spac, veicoli finanziari che utilizzano il reverse merger per quotare società ad alto potenziale di crescita senza passare dal laborioso processo di ammissione e due diligence propedeutico alla Borsa.
Le previsioni sono incoraggianti: Deloitte stima che il « mercato della mobilità aerea » degli Stati Uniti inizierà a prendere forma a partire dal 2025 e si stima un giro d’affari di 115 miliardi di dollari entro il 2035 oltre alla creazione di 280mila posti di lavoro. Al momento, dunque, si investe su un’idea che ha bisogno di capitali per la ricerca, la certificazione e la sicurezza: nel caso di Joby Aviation e di Archer i primi voli sonoprevistinonprimadel2024mentre sono previstinon prima del 2024mentre per Lilium nel 2025. La più avanzata è la tedesca Volocopter che con il suo VoloCity, l’air taxi elettrico biposto, punta su Singapore e Dubai per iniziare a offrire il servizi entro l’anno.
Non solo gli investitori ad essere attratti dalle start- up futuriste. Anche i giganti aerospaziali Airbus e Boeing, le case automobilistiche Hyundai, General Motors e Stellantis e le società tecnologiche Tencent e Intel stanno tutti investendo nel futuro dell’aviazione urbana. Non è un caso che l’ex ceo di Airbus Tom Enders è entrato a far parte del consiglio di amministrazione di Lilium. La società di infrastrutture spagnola Ferrovial e l’italiana Atlantia sono interessate alle reti di « vertiporti » negli aeroporti e nei centri urbani. Il futuro post pandemia è anche questo.