Consumi, a gennaio nuova caduta (- 3%)
Stabili gli acquisti food, vola lo shopping online che registra un + 38% Confcommercio: dati peggiori delle attese, servono ristori efficienti
I saldi non partono, corre l’online e gennaio vede un altro scivolone delle vendite al dettaglio. Secondo la stima flash dell’Istat, il dettaglio vede un - 3% a valore e un - 3,9% a volume. Su base annua si tocca un - 6,8% a valore e un - 8,5% a volume. La situazione peggiora nel non food dove nonostante i saldi invernali gli acquisti arretrano del 5,8% a valore e del 7,2% a volume. Sostanzialmente stabile il carrello della spesa alimentare con un + 0,1% a valore e + 0,3% in volume.
Nel non food in area positiva ci sono solo le vendite di prodotti di elettronica di consumo, elettrodomestici e informatica. Crollo a due cifre per le calzature (- 36,4%) e l’abbigliamento (- 33%). Continuano invece la loro marcia trionfale le piattaforma di e- commerce che rispetto al gennaio 2020 vedono una crescita di oltre il 38%. I negozi del commercio tradizionale invece nel periodo perdono il - 14,3% e quasi il - 19% per gli ambulanti. La perdita di capacità di spesa delle famiglie alimenta le vendite (+ 14%) nei discount. « Volano gli acquisti di cibo low cost » confermano da Coldiretti con un netto aumento delle imprese agricole che praticano la vendita diretta, canale che lo scorso anno ha superato i 6,5 miliardi di ricavi secondo i dati Ismea.
« I dati sono peggiori delle attese - segnala una nota di Confcommercio che chiede al Governo - un provvedimento di ristoro efficace e non discriminatorio » . « Il 2021 apre con una caduta libera, visto il perdurare delle misure restrittive e delle incertezze dovute alla pandemia - commentano da Confesercenti -. A pesare il perdurare delle restrizioni e, in piccola parte, il ritardo dell’avvio dei saldi » . Vendite di fine stagione che hanno lasciato indifferenti i clienti. « Nonostante i saldi, l’andamento delle vendite di inizio anno ha registrato un calo del 41,1% a gennaio e del 23,3% a febbraio, senza lasciare spazi a segnali di recupero rispetto alle enormi perdite del 2020 » rimarca Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia- Confcommercio. Interventi per rivitalizzare la domanda chiede Federdistribuzione. « È necessario ridare vitalità alla domanda interna, con un piano che abbia una visione di medio termine che restituisca fiducia ai cittadini e sposti il baricentro dal risparmio al consumo, fattore indispensabile per la ripresa economica - spiega Carlo Alberto Buttarelli, direttore Relazioni con la filiera e Ufficio studi di Federdistribuzione -. Considerando che il nuovo Dpcm conferma la chiusura dei centri commercialinei week end fino a dopo Pasqua, allungando ulteriormente la scia di ripercussioni su molte categorie merceologiche del non food. Un effetto domino che si riflette anche sulle superfici alimentari collocate nelle grandi aree commerciali, con gli ipermercati che a febbraio hanno registrato un’ulteriore battuta d’arresto con un calo superiore al - 5% » .