Il Sole 24 Ore

Pesce fresco, Marr rileva Verrini

La controllat­a del gruppo Cremonini punta su un mercato in crescita

- — Mi. Ca.

La Marr del gruppo Cremonini continua a scommetter­e sul mercato ittico e acquisisce la Antonio Verrini & Figli di Genova. La società, che commercial­izza pesce soprattutt­o fresco in Liguria e in Versilia, possiede cinque centri distributi­vi e una flotta di 50 automezzi refrigerat­i, per un fatturato di oltre 48 milioni di euro nel 2020 ( prima della pandemia, erano 58 milioni). Formalment­e, quello che la Marr ha sottoscrit­to è un accordo quadro per acquistare la totalità delle quote di una società neo costituita, in cui saranno conferite tutte le attività della Antonio Verrini & Figli nonché, da parte di Chef, l’apporto di oltre 7 milioni di euro di vendite di prodotti ittici, in prevalenza ai clienti della ristorazio­ne nella riviera romagnola serviti dal centro distributi­vo di San Clemente ( Rimini). L’operazione prevede una valorizzaz­ione di 8 milioni di euro e anche la stipula di contratti di locazione della durata di 6 anni, più ulteriori 6, per i centri distributi­vi attraverso i quali opera il gruppo Verrini.

Negli ultimi cinquant’anni, il consumo mondiale di pesce è cresciuto a un tasso medio annuo del 3%, con un valore procapite che nel 2018 ha raggiunto i 20,5 chili. In Europa, il consumo annuo è più alto ( 24,4 chili) e ancora di più lo è in Italia, dove si acquistano 31 chilogramm­i di pesce procapite. Nel nostro Paese, inoltre, il 20% del consumo ittico è extra domestico, una quota che nel periodo 2015- 2019 ha fatto registrare un costante incremento in termini reali. Il consumo di pesce nella ristorazio­ne fuori casa in Italia è quindi una voce in crescita in un paese in cui il consumo di tali prodotti si colloca al di sopra della media Ue, e con una quota di prodotti freschi che è circa il 36% di quelli congelati. Per questo la Marr negli ultimi anni ha puntato a rafforzare la propria presenza nel segmento dell’ittico fresco, che nel 2019 rappresent­ava - con oltre 100 milioni di euro - il 10% delle vendite ai ristoranti e agli hotel non appartenen­ti a catene.

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