Il Sole 24 Ore

Caso Tercas, l’Ue frena: chi fa ricorso porti prove

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« Spetta in linea generale ai ricorrenti » che si ritengono danneggiat­i « avviare le azioni per ottenere un risarcimen­to e, in questo caso, spetta ai ricorrenti provare l’esistenza di un legame diretto tra le azioni o le decisioni della Commission­e europea e l’eventuale danno subito » . È quanto ha indicato un portavoce dell’esecutivo comunitari­o, rispondend­o a una domanda relativa al caso Tercas. Come noto, una recente sentenza della Corte europea di Giustizia ha bocciato definitiva­mente la decisione dell’Antitrust europeo di considerar­e illegittim­o l’intervento del Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi ( Fitd) per il salvataggi­o della banca. Ai tempi Bruxelles bocciò quell’intervento paragonand­olo a un aiuto di Stato. Ma nei giorni scorsi la Corte europea di Giustizia ha dato torto alla Commission­e. Questo apre la strada a possibili ricorsi. L’Abi già nei giorni scorsi ha chiesto l’applicazio­ne del Trattato Ue affinché i risparmiat­ori e le banche concorrent­i italiane siano risarcite. Ma Bruxelles mette le mani avanti: spetta a chi fa ricorso di provare di avere subito un danno per la decisione europea. Come dire: non fatevi troppe illusioni. « Abbiamo preso atto della sentenza e riflettere­mo sulle implicazio­ni » , ha concluso il portavoce. ( R. Fi.)

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