Caso Tercas, l’Ue frena: chi fa ricorso porti prove
« Spetta in linea generale ai ricorrenti » che si ritengono danneggiati « avviare le azioni per ottenere un risarcimento e, in questo caso, spetta ai ricorrenti provare l’esistenza di un legame diretto tra le azioni o le decisioni della Commissione europea e l’eventuale danno subito » . È quanto ha indicato un portavoce dell’esecutivo comunitario, rispondendo a una domanda relativa al caso Tercas. Come noto, una recente sentenza della Corte europea di Giustizia ha bocciato definitivamente la decisione dell’Antitrust europeo di considerare illegittimo l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi ( Fitd) per il salvataggio della banca. Ai tempi Bruxelles bocciò quell’intervento paragonandolo a un aiuto di Stato. Ma nei giorni scorsi la Corte europea di Giustizia ha dato torto alla Commissione. Questo apre la strada a possibili ricorsi. L’Abi già nei giorni scorsi ha chiesto l’applicazione del Trattato Ue affinché i risparmiatori e le banche concorrenti italiane siano risarcite. Ma Bruxelles mette le mani avanti: spetta a chi fa ricorso di provare di avere subito un danno per la decisione europea. Come dire: non fatevi troppe illusioni. « Abbiamo preso atto della sentenza e rifletteremo sulle implicazioni » , ha concluso il portavoce. ( R. Fi.)