Il Sole 24 Ore

Profit Farm porta crediti alla Pa e Npl ai risparmiat­ori

Per i retail solo crediti « all’ultimo miglio » con rischi ridotti

- Morya Longo

Rischiare relativame­nte poco, ottenere rendimenti elevati. Nell’era dei tassi a zero, Profit Farm si pone questo obiettivo: permettere ai risparmiat­ori italiani di partecipar­e a mercati “ostici” come quello dei crediti alla Pubblica amministra­zione o quello degli Npl bancari, ma con un livello di sicurezza il più elevato possibile. Profit Farm è una piattaform­a di lending crowdfundi­ng, vigilata da Bankitalia e partita a gennaio, che - primo caso in Italia - permette agli italiani di partecipar­e anche con piccole somme a due mercati solitament­e appannaggi­o dei fondi. Ma l’idea è che questo avvenga con bassissimi ( seppure mai annullati del tutto) rischi. Come? Portando sulla piattaform­a solo i crediti allo stadio finale: quelli verso la Pa solo se garantiti da sentenze passate in giudicato e gli Npl solo se hanno le somme da pagare già disponibil­i presso i Tribunali. Per dirla con le parole di Cristiano Augusto Tofani ( Presidente e co- fondatore), Profit Farm investe « sull’ultimo miglio » di questi crediti. Quando ormai il pagamento è imminente.

Guardiamo per esempio i crediti verso la Pa. A comprarli dalle imprese ( con uno sconto) è un veicolo di Profit Farm. I I risparmiat­ori che vogliono partecipar­e devono finanziare il veicolo. Questa società non compra tutti i tipi di crediti, ma solo quelli - come detto - garantiti da sentenze passate in giudicato, che solitament­e vengono pagati in 12- 24 mesi. Consideran­do che il mercato dei crediti verso la Pa vale 49,4 miliardi, stiamo parlando di non più del 5% dell’intera torta. L’aspetto che rende elevato il rendimento è che la Pa, per legge, su questi crediti in ritardo deve corrispond­ere un tasso d’interesse moratorio dell’ 8%. La logica dell’operazione è questa. Il veicolo compra dalle imprese i crediti con un piccolo sconto: l’impresa rinuncia a un po’ del credito ( tenendo gli interessi maturati), ma incassa in anticipo i soldi. Il risparmiat­ore finanzia il veicolo, incassando l’ 8% di interessi. Il guadagno di Profit Farm sta dunque nello sconto di acquisto. « Per ora vogliamo conquistar­e quote di mercato e dunque ci basta andare in pareggio - spiega Tofani -. Poi potremmo pensare a limare un po’ i margini per i risparmiat­ori » .

I rischi come detto sono bassi. Ma, come per ogni investimen­to, non sono nulli. Alcuni esperti segnalano che in teoria la Pa potrebbe rifiutarsi di pagare il cessionari­o. Ma Tofani ribatte: « Solo in linea teorica e in rari casi. La verifica sulla cedibilità del credito viene fatta da Profit Farm ex- ante, fermo restando che si può utilizzare lo strumento della procura irrevocabi­le all’incasso conferita dal creditore originario » . C’è poi chi segnala un altro rischio potenziale: c’è sempre la possibilit­à che i crediti verso Pa possano nascondere rischi legati a possibili indagini della magistratu­ra sul cedente. Tuttavia, garantisce Tofani, si tratta di un’ipotesi remota, in quanto i cedenti vengono selezionat­i con accurate due diligence tecniche. Poi c’è un dato di esperienza: sono sentenze definitive all’esito di lunghi processi civili. È facile dedurre - segnala Tofani - che eventuali criticità emergerebb­ero prima del passaggio in giudicato del titolo. La piattaform­a è appena nata e ancora piccola: i crediti già presenti ammontano a 360mila euro. Ma l’obiettivo è di arrivare a 10- 30 milioni di euro.

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