TRE REGOLE PER NON SBAGLIARE SUL RECOVERY
« Èessenziale che i fondi di Next Generation Eu siano investiti in modo tempestivo e che vengano utilizzati a supporto di riforme strutturali e investimenti a favore della crescita economica » , questo quanto dichiarato meno di un mese fa al Parlamento europeo dalla Presidente della Bce Christine Lagarde.
In Italia una tempestiva attuazione di Next Generation Eu è possibile – all’interno del quadro di coordinamento della Commissione europea – se si stabilisce un diretto contatto del governo nazionale con i cittadini attraverso procedure partecipative che coinvolgano direttamente – e responsabilizzino – le parti interessate. In particolare, un’attuazione semplificata con un chiaro orientamento spaziale e il coinvolgimento limitato delle autorità regionali e locali sono condizioni necessarie per evitare ritardi Un’attuazione nell’attuazione. dei progetti, sia pure all’inizio tempestiva, non è una condizione sufficiente per un intervento di successo. Tuttavia, eventuali ritardi – come quelli che hanno caratterizzato sinora l’attuazione di altre politiche comunitarie in Italia – faranno certamente parte di qualsiasi valutazione dell’iniziativa che ricercatori, cittadini, ed elettori faranno in futuro, soprattutto se un intervento intempestivo non riuscirà ad arginare gli effetti socio- economici della crisi economica. Solo un approccio basato su rigorosa evidenza empirica può offrirci concrete indicazioni su come ridurre significativamente questo rischio.
In un nostro recente studio, pubblicato dall’Institute of Global Affairs della London School of Economics, ci siamo chiesti come debbano essere disegnati i progetti italiani di Next Generation Eu perché possano avere maggiori probabilità di servirne tempestivamente gli obiettivi di innovazione, inclusione e sostenibilità. Abbiamo analizzato i dati su decine di migliaia di singoli progetti finanziati nell’ambito del ciclo 2014- 2020 della politica di coesione ( dati del sistema nazionale di monitoraggio, pubblicati da OpenCoesione), individuando un campione di progetti simili a quelli che si potranno realizzare in futuro in linea con gli obiettivi di Next Generation Eu in riferimento alla transizione digitale e a quella ecologica. Guardando ai progetti effet
OGNI PROGETTO DEVE AVERE SOLO UN RESPONSABILE CHE PRENEGOZIA CON LE IMPRESE DA UN MINISTERO
tivamente realizzati abbiamo identificato caratteristiche e scelte strategiche che hanno sistematicamente favorito/ impedito la tempestività della loro attuazione.
I risultati ci dicono che i progetti che hanno anticipato gli obiettivi di Next Generation Eu hanno una più alta probabilità di accumulare ritardi rispetto alla media dei progetti finanziati dalla politica di coesione. Questa probabilità si riduce se: a) i progetti sono coordinati dai ministeri del governo centrale, senza il coinvolgimento delle Regioni; b) ogni progetto è guidato da una singola persona, senza responsabilità condivise tra più beneficiari o più territori; c) i progetti sono prenegoziati con gli attori economici che li dovranno realizzare.
Nella fase iniziale l’attuazione di Next Generation Eu dovrebbe basarsi su “corsie preferenziali” – come quelle auspicate dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni – a regia nazionale capaci di collocarsi al di fuori dei blocchi imposti dai gruppi di interesse locali e da consolidate rendite di posizione. Inoltre, la prima fase di attuazione dovrebbe essere accompagnata da programmi intensivi volti a rafforzare capacità ed efficienza amministrativa e a introdurre pratiche gestionali moderne e di semplificazione anche nelle Regioni e negli enti locali.
In una seconda fase, la mobilitazione delle parti interessate potrà coinvolgere anche gli organi di
governance regionali e locali, sotto chiare condizionalità sul miglioramento della loro capacità istituzionale e amministrativa. Allo stesso tempo, potrebbero essere reintrodotte in questa seconda fase anche quelle forme di collaborazione tra beneficiari tese a favorire lo scambio di conoscenza e l’apprendimento, purché ne sia preservata piena spontaneità dal punto di vista della valutazione di opportunità e della composizione delle reti di collaborazione.
Certamente le istanze in gioco sono eterogenee e di difficile ponderazione, ma la gravità della situazione impone l’adozione di un approccio basato sull’evidenza. Solo in questo modo sarà possibile anticipare le difficoltà che più in generale potrebbero ostacolare l’attuazione di un piano di così ingente entità e valutare in anticipo come queste possano essere mitigate.