Il premier Li: Pil cinese oltre il 6%, ma la crescita dev’essere reale
Avviata la normalizzazione, la priorità è evitare di produrre altro debito La ripresa deve convertirsi in posti di lavoro e potere d’acquisto effettivo
La Cina ha imparato la lezione: senza vera crescita c’è spazio solo per la spirale del debito.
Il discorso alla Nazione letto ieri, in apertura della Plenaria del Parlamento, dal premier Li Keqiang ne tiene ampiamente conto, è il più realista tra i nove pronunciati da quando è in carica e non solo perchè l’anno scorso la pandemìa ha messo in ginocchio, per prima, la Cina.
Il tema della solidità della ripresa dopo una crisi senza precedenti è, infatti, il cardine della proposta del 14esimo Piano quinquennale 202125 che i tremila delegati dell’Assemblea approveranno l’ 11 marzo, data di fine lavori.
In una Great Hall of People con i leader schierati senza mascherina ( ma i filtri alla partecipazione dei media e il lavoro per piccoli gruppi indicano il persistente timore di contagi) torna a echeggiare il Pil atteso per il 2021, “oltre il 6%” dice Li Keqiang, archiviando un 2020 rimasto senza Pil per la prima volta nella storia della Cina contemporanea. Ed è già un miracolo, considerando la situazione sociosanitaria del Paese a metà dell’anno scorso, con un dato annuo appena del 2,3%. Un miracolo, visto che la Cina sarà con tutta probabilità l’unico Paese al mondo a registrare una crescita, per giunta proprio nell’anno in cui celebra i cento anni dalla fondazione del partito comunista.
Ma le previsioni includono altri tre elementi cruciali, gli 11 milioni di posti di lavoro da creare nelle aree urbane, il tasso di disoccupazione al 5,5% e il costo della vita, fissato al 3%. La ripresa deve convertirsi in posti di lavoro e in un potere d’acquisto effettivo per le famiglie cinesi rimaste tagliate fuori. Per far tutto ciò la Cina non deve produrre altro debito, né centrale, né locale, né corporate. No, quindi, a iniezioni di liquidità, il discorso del premier dà per scontato che l’elemento stabilità interna, quest’anno, è fondamentale e che i rischi finanziari vanno tenuti a bada evitando stimoli eccessivi in grado di innescare solo altro debito.
Preannunciato da forti critiche ai QE americani, britannici ed europei, alla vigilia della Plenaria la Banca Centrale ha drenato dal mercato - in assoluta controtendenza mondiale - 1,54 miliardi, acquistando pronti contro termine dalle banche commerciali per rimetterli in circolo se e quando sarà necessario. Di denaro in giro ce n’è anche troppo, bisogna evitare il credit crunch con mosse selettive. Il tasso di disavanzo dovrà essere mantenuto entro il 3,2%, inferiore all’anno scorso, e senza che quest’anno vengano emessi buoni speciali del Tesoro. La politica fiscale deve sostenere le imprese e creare crescita effettiva. I trasferimenti agli enti locali l’anno scorso sono aumentati del 7,8% il tetto ai bond municipali nel 2021 sarà ferreo: 3,65 trilioni di yuan.
Gli incentivi fiscali, anch’essi, saranno mirati a high- tech, innovazione, ambiente e sviluppo carbon- free, miglioramento dell’agricoltura. « Sul versante fiscale il discorso del premier e il Piano quinquennale si allineano - dice Lorenzo Riccardi di RsA -. La leva fiscale serve a promuovere uno sviluppo economico verso gli obiettivi prefissati. Le riforme sulle imposte indirette sono state finalizzate a incentivare i consumi con aliquote IVA periodicamente ridotte e adeguate ai settori dell’ambiente e della rivitalizzazione rurale, con agevolazioni fiscali per imprese attive nella tutela ambientale, con tecnologie green e nell’agricoltura. Dal 2021 al 2030 scattano aliquote ridotte per le Regioni emergenti dell’Ovest con province in crescita. Per tecnologia e innovazione, ci sono agevolazioni per imprese ad alto contenuto tecnologico con aliquota al 15% sui redditi di impresa per chi investe in R& S » .
Infatti la spesa cinese per ricerca e sviluppo, conferma il premier, aumenterà di oltre il 7% annuo. Multilateralismo, Belt& Road “di alta qualità” e le dinamiche geopolitiche globali varie, per il momento, fanno un passo indietro.