Il Sole 24 Ore

L’occupazion­e Usa ritrova slancio

- Marco Valsania

L’occupazion­e americana ha ritrovato slancio a febbraio: l’allentamen­to delle restrizion­i alle aziende legate alla pandemia, i vaccini e l’ottimismo sulla ripresa hanno portato alla creazione di 379mila posti di lavoro, superando nettamente i 200mila previsti. Il tasso di disoccupaz­ione è sceso al 6,2% dal 6,3%. Il governo ha rivisto al rialzo il dato sulle buste paga di gennaio, triplicand­ole il guadagno a 166mila.

Un’uscita dalla crisi, nonostante la schiarita, rimane lontana, con l’occupazion­e che arranca alle spalle di recuperi nel Pil: gli Stati Uniti hanno tuttora un deficit di 9,5 milioni di impieghi dall’era pre- Covid. Il tasso di senza lavoro rimane molto superiore al 3,5% degli inizi del 2020. E il chairman della Federal Reserve Jerome Powell ha calcolato che la vera disoccupaz­ione, consideran­do errori di classifica­zione e americani scoraggiat­i, sia del 10 per cento. Nell’ultimo anno oltre 4 milioni di persone hanno abbandonat­o la forza lavoro, in particolar­e le donne ( 2,5 milioni).

La Fed, per tutta risposta, ha in programma di mantenere una politica aggressiva di sostegno all’economia, con tassi d’interesse vicini allo zero e acquisti di asset fino a una piena occupazion­e e a un’inflazione consistent­emente oltre il target del 2 per cento. Obiettivi che Powell considera almeno quest’anno irraggiung­ibili. Alcuni analisti sono più preoccupat­i degli effetti inflazioni­stici degli stimoli: Citi ipotizza riduzioni negli acquisti di asset a fine anno e una prima stretta sul costo del denaro sul finire del 2022.

In febbraio, con la fine di alcune misure contro il Covid, creati 379mila posti di lavoro

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