Il Sole 24 Ore

Vino, ricavi da 17 a 100 milioni in cinque anni per Bertani

La frenata del 2020 non cambierà i piani di investimen­to del ceo Ettore Nicoletto, che già quando era alla guida del gruppo Santa Margherita aveva compiuto un percorso analogo

- Giorgio dell’Orefice

Passare da 17 a 100 milioni di fatturato in 5 anni prima rafforzand­o la squadra e poi con un robusto piano di acquisizio­ni. Che a Bertani Domains – il gruppo vitivinico­lo che fa capo alla multinazio­nale della farmaceuti­ca Angelini – volessero fare le cose in grande lo si era capito già quando, giusto un anno fa, hanno scelto come proprio ceo Ettore Nicoletto, il manager che ha guidato negli scorsi anni la grande escalation dimensiona­le e di mercato del Gruppo Santa Margherita. Ma ora oltre ai propositi c’è il piano industrial­e presentato e approvato dalla holding.

Un piano i cui obiettivi non sono stati scalfiti neanche dal difficilis­simo 2020. « Un anno nel corso del quale abbiamo perso il 24% del nostro giro d’affari – spiega Nicoletto –. Certo il Covid ha pesato sulle aziende come la nostra particolar­mente esposte con il canale della ristorazio­ne. Ma non solo. Il 2019 era stato un anno in cui si era “stoccato” molto. Ristoranti e catene della grande distribuzi­one in particolar­e negli Usa avevano acquistato molto vino per mettersi al riparo dalla minaccia dei dazi annunciati dal presidente Trump. Per questo il Covid non solo ha chiuso i ristoranti, ma li ha chiusi con le cantine piene. Il che significa che neanche le brevi aperture hanno consentito di far riprendere le vendite di vino. Insomma un anno davvero difficile » .

Un anno che però alla Bertani

Domains non hanno trascorso a contare le perdite ma a riorganizz­are l’intera struttura. « In questi difficili mesi – aggiunge il ceo – non solo non abbiamo ridotto il personale, ma abbiamo potenziato l’organico rinnovando l’intera top line. Preparando insomma il terreno per il grande salto » . Tra gli innesti più importati quelli dell’esperta di marketing e comunicazi­one Eleonora Guerini e del nuovo responsabi­le commercial­e, Giuseppe Di Gioia, entrambi con robuste esperienze nel settore vitivinico­lo.

Bertani Domains, che ha in portafogli­o quattro grandi realtà: Bertani in Valpolicel­la, il polo toscano che conta su Val di Suga ( Montalcino), Trerose ( Montepulci­ano) e Sanleonino ( nel Chianti Classico), l’etichetta Puiatti in Friuli e l’iconico brand del Verdicchio, Fazi

Battaglia ( complessiv­amente 460 ettari di vigneti) punta nel brevissimo termine – e ad asset invariati – a ritornare ai livelli di fatturato pre- Covid ovvero a quota 25 milioni e a un livello di crescita di Ebitda del 5- 6% e poi partire con la campagna di acquisizio­ni.

« Un percorso che conosco bene – spiega ancora Nicoletto – avendone guidato uno analogo in un gruppo consolidat­o come Santa Margherita. Bisogna individuar­e obiettivi che siano innanzitut­to complement­ari con la nostra offerta e che abbiano margini di crescita dimensiona­le e sui mercati. E il team che abbiamo creato è in grado di fare scouting, di integrare i business e renderli più efficienti. Soddisfatt­e queste condizioni siamo aperti anche ad acquisizio­ni di realtà più grandi della nostra » .

Sul fronte del merger & acquisitio­n c’è un altro punto che sta a cuore al manager che guida Bertani Domains e cioè che nel mondo del vino spesso è preferibil­e una joint venture a un’acquisizio­ne al 100%. « È importante – spiega – avere come socio il fondatore dell’azienda che ha sviluppato quel business. Le cantine poi hanno forte radicament­o territoria­le, relazioni con i conferenti e con le amministra­zioni locali. Una buona acquisizio­ne passa anche dal massimo rispetto per quello che è stato fatto » .

E quali sono dunque i territori e i prodotti ai quali Bertani Domains sta guardando? Innanzitut­to il mondo delle bollicine e dei vini sparkling, « con in prima fila Prosecco e Franciacor­ta – chiarisce il ceo – perché sono assenti nella nostra offerta e poi perché siamo certi che quando ci saranno le condizioni la ripresa dell’economia e dei consumi sarà molto forte e quella che molti già chiamano revenge spending post Covid partirà proprio dal mondo degli aperitivi. In seconda battuta guardiamo alla Toscana, in particolar­e nelle aree dove non siamo già presenti, e poi Sicilia e Puglia. Di certo non il Lugana che qualcuno ci attribuisc­e e che già abbiamo nella nostra offerta. Ma soprattutt­o cerchiamo brand affermati non volumi di prodotto. Vogliamo crescere velocement­e e non abbiamo il tempo di creare ex novo dei brand. Vogliamo marchi affermati per diventare una sorta di Lvmh del vino italiano » .

« Dal Vietnam alla Danimarca fino al Giappone per ogni Paese c’è il giusto vino italiano »

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Brand ambassador. Edoardo Freddi, 32 anni, è capo dell’azienda che aiuta le cantine ad accelerare il business nei mercati internazio­nali di 95 Paesi dal Marocco al Vietnam
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I tini di fermentazi­one Bertani a Grezzana ( Verona) dove ha sede il gruppo che produce tra gli altri Amarone e Valpolicel­la
Nel Veronese. I tini di fermentazi­one Bertani a Grezzana ( Verona) dove ha sede il gruppo che produce tra gli altri Amarone e Valpolicel­la

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