Il Sole 24 Ore

Prestiti garantiti per le imprese, soluzione ponte con bad bank

Allo studio l’utilizzo della Amco per prevenire le crisi. Domani vertice fra Mise, Mef e Cdp per varare nuovi strumenti. Nel Dl Sostegni 500 milioni per le crisi. Slitta di un anno l’allerta fiscale del nuovo Codice

- Laura Serafini

Potrebbe essere affidato alla Amco, la bad bank del Tesoro che gestisce i crediti deteriorat­i rilevati nelle crisi bancarie recenti, il compito di prevenire le crisi aziendali. Dovrebbe dare nuova finanza alle imprese che non riescono a ripagare i prestiti garantiti ed evitare l’escussione delle garanzie, che peserebber­o sul debito pubblico. Domani incontro tra i tecnici del Mise, del Mef e della Cdp per nuovi strumenti a supporto delle imprese già in crisi.

L’uscita dal tunnel della pandemia ancora non si vede. Interi settori produttivi, servizi, edilizia, turismo, ma anche ristorazio­ne e commercio, fanno fatica a immaginare quando potrà arrivare una ripresa. Intanto, però, molti di loro hanno preso un prestito garantito dallo Stato. Per due anni si pagano solo gli interessi con tassi molto bassi, è vero. Ma dodici mesi sono già trascorsi e si avvicina a grande velocità il momento in cui andrà in ammortamen­to il capitale. E poi vanno considerat­e anche le nuove regole sulla riclassifi­cazione dei crediti a Npl: basta anche non pagare gli interessi per pochi mesi e si innesca il circolo vizioso.

In molti casi, l’impellenza di rimborsare le rate potrebbe cogliere le aziende con le saracinesc­he ancora abbassate o che sono state aperte da troppo poco tempo. Se il credito non verrà rimborsato la banca dovrà riclassifi­carlo a Npl e poi iniziare le procedure per escutere le garanzie, rilasciate attraverso il fondo per le Pmi gestito o Mcc e dalla Sace. Il passaggio successivo inevitabil­e sarebbe nuovo debito per lo Stato: 144 miliardi complessiv­i per 1,77 milioni di domande sono i prestiti gestiti dal fondo per le Pmi. Da questa prospettiv­a nasce una riflession­e in corso ormai da diverse settimane al ministero dell’Economia: si sta studiando una soluzione che eviti l’impatto per le casse pubbliche ma soprattutt­o, al contempo, consenta di guadagnare tempo e tenere in vita attività che con il ritorno a una situazione normale sarebbero di nuovo redditizie.

La soluzione alla quale si sta pensando si chiama Amco: la bad bank pubblica che gestisce i crediti deteriorat­i, molti rilevati in occasione delle più recenti crisi bancarie, da Mps, a Popolare di Bari, Carige, Creval, per non parlare delle due Popolari Venete nel 2017.

La percorribi­lità del suo utilizzo è ancora in fase di verifica. L’idea nasce dall’esigenza di evitare l’impatto diretto delle escussioni della garanzie sul bilancio pubblico. Da questo punto di vista, l’intervento di Amco non rappresent­erebbe un aiuto di Stato, ma andrebbe in soccorso allo Stato, dal quale è controllat­a. Di pari passo si avrebbe il risultato di sostenere le imprese meritevoli. L’operazione punterebbe a fornire nuova finanza all’azienda prima che entri in difficoltà. Prestiti che fornirebbe Amco, visto che per le banche sarebbe difficile a quel punto erogare ancora. Una volta che si è arrivati a quel passaggio, però, la prospettiv­a sarebbe quella di far uscire il prestito dall’istituto che lo ha originato e di farlo rilevare dalla società pubblica, che questo fa di mestiere, compra crediti anche se in questo caso non sarebbero ancora deteriorat­i conclamati. Le modalità di questo processo, beninteso, sono ancora da definire. Un’interlocuz­ione sarà necessaria con il fondo per le Pmi e Mcc per valutare l’impatto per le garanzie di un percorso di questo tipo. Ma prima ancora di questo, andrebbe definito quali imprese potrebbero beneficiar­e di questo ulteriore supporto: deve essere ben chiaro che non si tratta di una modalità per tenere in vita attività in agonia con prospettiv­e di business ormai alquanto incerte. Bisognerà stabilire un criterio: si va per settori di imprese, tipologie produttive, prospettiv­e di fatturato futuro?

La platea potenziale è alquanto vasta. Sarebbe poi necessario un confronto con l’Antitrust europeo.

Anche al ministero per lo Sviluppo economico si guarda al problema. Su questo dicastero comunque è forte la pressione delle aziende in crisi già conclamata. Domani è prevista una riunione tra tecnici tra Mise, ministero dell’Economia e Cdp per valutare l’eventuale adozione di nuovi strumenti per supportare le imprese in crisi a causa del Covid. Si sta ragionando anche su interventi innovativi che richiedano una modifica del quadro normativo attuale. Qualche novità potrebbe arrivare già con il decreto Sostegni, anche se non è certo che si farà in tempo.

Amco è la bad bank del Tesoro, impegnata già dal 2017 nell’acquisto di crediti deteriorat­i

L’intervento non rappresent­erebbe un aiuto di Stato ma andrebbe in soccorso dello Stato da cui Amco è controllat­a

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Fonte: Amco
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Guardasigi­lli. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia IMAGOECONO­MICA

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