Nel 2020 quadruplicati i tentativi di scalata agli asset strategici
Con la pandemia segnalate 341 operazioni rispetto alle 83 del 2019
La pandemia quadruplica le minacce agli asset strategici nazionali. Nel 2019 le notifiche inviate dalle aziende a palazzo Chigi per la valutazione dell’esercizio del golden power sono state 83. L’anno scorso sono schizzate a 341, più di quattro volte tanto. Quest’anno da gennaio a oggi sono arrivate già 54 notifiche al gruppo di coordinamento interministeriale per i poteri speciali. Un assalto senza tregua. Tema all’attenzione degli uffici del presidente del Consiglio Mario Draghi. E dell’autorità delegata ai servizi di informazione e sicurezza guidata dal prefetto Franco Gabrielli.
La pandemia quadruplica le minacce ai nostri asset strategici. Bastano due cifre a dirlo senza possibilità di smentita. Nel 2019 le notifiche inviate dalle aziende a Palazzo Chigi per la valutazione dell’esercizio del golden power sono state 83. L’anno scorso sono schizzate a 341, più di quattro volte tanto. Nel 2021 da gennaio a oggi sono arrivate già 54 notifiche nelle stanze della presidenza del Consiglio dei ministri dove siede il gruppo di coordinamento interministeriale per i poteri speciali. Un assalto senza tregua. Tema, senza dubbio, all’attenzione degli uffici del presidente del Consiglio Mario Draghi. E dell’autorità delegata ai servizi di informazione e sicurezza, prefetto Franco Gabrielli.
La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2020, appena pubblicata, delinea i connotati di questo 2020 drammatico anche per la tenuta e la sicurezza delle nostre aziende più importanti. Trasmessa in Parlamento, unico atto pubblico del comparto intelligence, il documento mette in rilievo informazioni e analisi non classificate ma soprattutto significative per le scelte di governo. La platea delle imprese da tutelare con lo scudo protettivo contro le scalate ostili è stata allargata. Il settore 5G, tra l’altro, è stato tra i primi a essere coinvolto nell’aggiornamento delle norme. Il veto all’accesso straniero è stato esercitato proprio con il 5G. In 37 procedimenti, invece, è stato preferito adottare la formula di prescrizioni e indicazioni tali da ridurre i rischi per la sicurezza nazionale.
Un fatto resta certo: le insidie per le nostre grandi imprese strategiche sono molte, in crescita, pericolose. Nella relazione in Parlamento del comparto intelligence le indicazioni sono precise. « Gli sconvolgimenti dell’economia globale del 2020 hanno costituito un catalizzatore del rischio per il Sistema Paese » . L’emergenza Covid- 19 « ha messo in luce in modo ancora più marcato la postura aggressiva di attori esteri, determinati a conseguire posizioni di leadership commerciale e tecnologica » .
La moltiplicazione delle segnalazioni a palazzo Chigi è anche una conseguenza dell’estensione dello scudo. Il meccanismo di protezione, tuttavia, non è una garanzia assoluta di invulnerabilità. Restano le statistiche a raccontare l’intensità e la mira accurata delle azioni offensive messe in atto. Il golden power è stato esercitato in 22 casi nel settore delle telecomunicazioni; in 14 casi tra le aziende di difesa e sicurezza; un caso a testa per il credito, la cybersecurity e le biotecnologie.
Ma l’attività di intelligence economica non si limita all’analisi del contesto e delle procedure per alzare lo scudo. Molto più ampia, ha trovato una risposta politica con l’azione del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica presieduto da Raffaele Volpi ( Lega). Il Copasir riceve atti classificati, lo sono le sue stesse audizioni. L’indagine del comitato parlamentare sui rischi di sicurezza nazionale per le minacce all’economia si è concentrata prima sugli asset bancari. Ora affronta i settori energia e difesa. Il vicepresidente Adolfo Urso di recente ha rilanciato i pericoli per Borsa Italiana spa e per Iveco spa.
La relazione del comparto intelligence sottolinea il « focus informativo » concentratosi sulla filiera sanitaria dopo l’esplosione della pandemia. In ballo ci sono gli « interessi industriali e scientifici dell’Italia » . Nonchè « possibili ingerenze in danno di strutture sanitarie ed emergenziali, centri di ricerca e aziende di settore » . Come il caso dell’attacco hacker dall’estero all’istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma nell’aprile dell’anno scorso: sono intervenuti i servizi di informazione e sicurezza oltre alla Polizia Postale e delle Telecomunicazioni.
Al di là del settore medico sono sotto attacco le imprese grandi, ma anche piccole e medie - alcune di nicchia ad altissimo valore tecnologico e preziose per la sicurezza nazionale, come nell’aerospazio - dei settori difesa e sicurezza, telecomunicazioni, logistica e portuale, il sistema finanziario.
L’allarme, tuttavia, è generale. Così definito: « Un aumento del rischio di azioni di tipo predatorio/ speculativo in direzione degli assetti proprietari di imprese che, pur dotate di un patrimonio di know how produttivo e di un portafoglio clienti signicativo, hanno conosciuto una prolungata fase di difficoltà connessa alle conseguenze economiche della pandemia » . L’allerta durerà ancora a lungo.
La relazione dell’intelligence: « Gli sconvolgimenti dell’economia globale 2020 catalizzatori del rischio per il Sistema Paese »