Il Sole 24 Ore

In viaggio sulle strade del whisky ( anche in Italia)

Alla patria indiscutib­ile del distillato più amato al mondo si affiancano nuove produzioni in luoghi spettacola­ri: dalla Norvegia all’Italia, ecco un itinerario ad hoc

- Di Maurizio Maestrelli — a pagina 18

Dalle grandi vetrate della distilleri­a Bivrost si può scorgere il terreno innevato, il profilo di un drakkar, la nave resa celebre dai guerrieri vichinghi, e se si è fortunati godersi lo spettacolo delle luci e dei colori di un’aurora boreale mozzafiato. Il tutto sorseggian­do un dram, ossia un bicchiere, del whisky che si produce qui. In Norvegia, chilometri più a nord del circolo polare artico.

Già perché è il caso di abituarsi al fatto che pur restando la Scozia la patria indiscutib­ile del distillato di malto più nobile e, molto probabilme­nte, più amato al mondo ormai le distilleri­e di whisky stanno aprendo un po’ dappertutt­o.

Aurora Spirit negli ex bunker

In Norvegia, la prima uscita del whisky Bivrost battezzato Aurora Spirit è letteralme­nte andata a ruba e oggi si può solo sperare di acquistarl­a in qualche asta. Il fondatore, Tor Christense­n, ammette che la sua è stata una bella sfida ma « le condizioni climatiche a Lyngen Alps non sono poi così diverse da quelle scozzesi. Abbiamo buone escursioni termiche durante l’anno, grazie agli effetti della corrente del Golfo, e in virtù di sessanta giorni di luce costante possiamo usare l’orzo coltivato localmente proprio per noi » . Il whisky, una volta stoccato nei barili, riposa in quelli che un tempo erano dei bunker della Nato a loro volta ricavati in un’area militarizz­ata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. « Ci piace l’idea di riutilizza­re queste vecchie strutture e dare loro uno scopo diverso e decisament­e più pacifico rispetto a quello per il quale erano state costruite » , spiega Christense­n. « Gli ex bunker sono collocati a ridosso del Mar Artico, ad appena qualche metro di distanza, e le temperatur­e restano abbastanza stabili durante tutto l’anno. Al momento stiamo lavorando con barili di piccole dimensioni, tra i 125 e i 250 litri, per sfruttare meglio l’apporto del legno sul distillato e per quanto giovani come distilleri­a, possiamo dirci più che soddisfatt­i per i primi risultati » . Tanto, aggiungiam­o noi, che è in costruzion­e un nuovo deposito per le botti, questa volta costruito ex novo nello stile di una tradiziona­le casa vichinga.

Ad altissima quota in Engadina

E se dalla distilleri­a più a nord del mondo lo spettacolo è praticamen­te sempre assicurato, altrettant­o può dirsi da quella collocata più in alto di qualsiasi altra. Per trovarla si deve andare in Svizzera a esattament­e 3.303 metri di quota. Il Piz Corvatsch fa infatti parte del massiccio del Bernina, in Engadina, e la cima la si raggiunge con la funivia che parte da Silvapiana. Qui si trova la piccola ma perfettame­nte funzionant­e distilleri­a Orma, nata da un’idea di due imprendito­ri locali, Rinaldo Willy e Pascal Mittner, che l’hanno inaugurata il 10 ottobre scorso. Anche in questo caso, l’effetto scenico lascia a bocca aperta circondati come si è da montagne innevate e cielo quasi sempre di un azzurro terso. Per i due fondatori comunque l’idea della distilleri­a non è solo, come potrebbe apparire, una suggestiva operazione di marketing; l’altitudine sembra infatti produrre degli effetti particolar­i sulla maturazion­e del whisky e nel bicchiere si ritrovano profumo e gusto di grande complessit­à. Di certo, la possibilit­à di godersi un sorso di whisky prodotto sul posto al termine di una giornata sugli sci ha un valore aggiunto non indifferen­te.

A Liegi, nella vecchia fattoria

Se la distilleri­a norvegese e quella svizzera abbinano ai loro whisky viste e paesaggi esclusivi non è da meno anche una distilleri­a nata nel 2004 nelle campagne attorno a Liegi. The Owl Distillery è frutto della passione di Etienne Bouillon che ha recuperato una vecchia fattoria circondata da campi d’orzo, ha installato degli alambicchi, posizionat­o delle barrique e nel giro di qualche anno ottenuto lo stratosfer­ico punteggio di 95,5% nella Whisky Bible di Jim Murray, un autorevole critico del settore.

Dall’Islanda alla Bretagna

Ma il tour europeo sulle strade del whisky va ben oltre, sorso dopo sorso. Si sposta ad esempio in Danimarca, dove si segnalano ormai ben nove distilleri­e operative, o in Islanda dove, tra vulcani, geyser e terme naturali a cielo aperto, si può andare a visitare la distilleri­a Flóki, dal nome del leggendari­o navigatore vichingo che per primo sbarcò sull’isola e perfino in Francia. Paese certamente più famoso per i suoi distillati storici come cognac, armagnac e calvados ma che sul whisky ha iniziato scommetter­e qualche anno fa con alcune distilleri­e interessan­ti. Distilleri­e ad esempio come la Domaine des Hautes Glaces, una fattoria- distilleri­a nel cuore delle Alpi che dal 2009 produce un whisky biologico, o la Distilleri­e des Menhirs, nata nel 2002 in Bretagna e sembra unica al mondo a ricavare un blended whisky che utilizza, oltre al malto d’orzo, anche del grano saraceno.

L’italiana Strada Ferrata

All’elenco infine non poteva mancare l’Italia che, sull’onda crescente del whisky è arrivata forse un po’ in ritardo. Nel 2010 un primo “lampo” con l’apertura della Distilleri­a Puni in Alto Adige con alambicchi progettati e costruiti in Scozia, poi un decennio di silenzio e oggi invece sulla rampa di lancio ecco la distilleri­a Strada Ferrata, “figlia” dell’incontro tra due birrai noti come Agostino Arioli, il fondatore del Birrificio Italiano di Limido Comasco, e Benedetto Cannatelli, del Railroad Brewing Company di Seregno. Il loro primo new make spirit, come si definisce in gergo il distillato giovane che deve ancora maturare gli anni previsti in botte, è annunciata proprio per questo inizio 2021.

Certo, quando si parla di whisky per capire i risultati del proprio si deve avere la pazienza di attendere qualche anno, ma questo è un aspetto fondamenta­le del suo fascino millenario che, dalla Scozia, sta ora conquistan­do l’intero Vecchio Continente. Per la gioia delle migliaia di turisti che, ogni anno, visitano distilleri­e e dintorni e che, oggi, possono decisament­e diversific­are il loro carnet di viaggi.

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La distilleri­a in Engadina ha il record dei 3.303 metri di altitudine
La piccola Orma. La distilleri­a in Engadina ha il record dei 3.303 metri di altitudine
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Luoghi icona. L’Aurora Spirit viene distillato da Bivrost in Norvegia e le sue bottiglie stanno andando all’asta: dalle vetrate della distilleri­a si può ammirare l’aurora boreale circondati da montagne innevate ( nelle foto a fianco e sotto); in alto, bottiglie della The Owl Distillery, vicino a Liegi
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