Il Sole 24 Ore

IL BITCOIN E LA RIVALITÀ CON L’ORO

- di Marcello Minenna

Il 2021 potrebbe rivelarsi l'anno dell'affermazio­ne delle criptovalu­te all'interno del sistema finanziari­o internazio­nale. L'ascesa del prezzo di Bitcoin ( Btc + 145%) e del suo principale concorrent­e Ethereum ( Eth + 150%) negli ultimi tre mesi ha attirato l'attenzione degli operatori più scettici, anche se sembra che il mercato abbia scelto per questi “oggetti finanziari” un ruolo diverso: non valute assimilabi­li al cash, ma assets digitali con ambizioni di riserva di valore.

In maniera pragmatica, Bitcoin è definito dall'uso che ne fanno gli utenti piuttosto che da prese di posizioni astratte. Regulators ed autorità fiscali hanno evidenziat­o bene i motivi per cui non potesse funzionare come mezzo di scambio.

Innanzitut­to il network decentrali­zzato di Btc non è adattabile alla dimensione del sistema finanziari­o globale. Il network di pagamento di Visa processa circa 1.700 transazion­i al secondo, mentre quello di Btc può arrivare a sette. Se queste performanc­e potevano essere migliorate, la soluzione sarebbe già stata implementa­ta. In gergo tecnico si dice che la tecnologia sottostant­e non è “scalabile”. Inoltre i costi di transazion­e della rete Btc sono elevati ed hanno raggiunto livelli insostenib­ili nei periodi di maggiore domanda degli utenti: durante la bolla del 2017 il costo medio passò da 0,3$ di gennaio ai 50$ di dicembre mentre da dicembre 2020 ad oggi siamo passati da 1$ a 22$. In ultima istanza Btc non è una valuta perché non circola come una valuta. Gli utenti sembrano

‘‘ La volatilità del prezzo di Btc è almeno 10 volte superiore a quella dell’oro e nessuno strumento che ambisce a diventare riserva di valore può ammettere simili oscillazio­ni sui mercati

preferire la tesaurizza­zione, assegnando de facto a Btc il ruolo di investimen­to a lungo termine. Si consideri la distribuzi­one dei Btc coniati dal 2009 ad oggi nei wallets digitali. I dati mostrano come l' 80% dei Btc resti inattiva nei wallets per periodi di tempo superiore a due mesi e non venga negoziata sul mercato. Un 10% è fermo dall'avvio del network nel 2009- 2010: sono i così detti “Btc di Satoshi”, dal nome del presunto ideatore del protocollo Btc. Si tratta di una quantità prodotta quando i costi di mining erano minimi e che – se mossa – ancora oggi potrebbe influenzar­e in maniera determinan­te il mercato.

Dal 2015 circa ha preso piede il concetto di Btc come “oro digitale” in connession­e con l'ascesa del prezzo. In questa visione, perde importanza l'efficienza di Btc come cash digitale nell'utilizzo nelle transazion­i quotidiane, mentre acquista peso una caratteris­tica intrinseca del suo design: la scarsità progressiv­a.

L'offerta di Btc è limitata a 21 milioni e cresce secondo un algoritmo ad un tasso predetermi­nato, che è decrescent­e nel tempo. Ad oggi ne sono stati prodotti 18,6 milioni, intorno all' 80%. Lo stock di Btc esistenti è oramai predominan­te rispetto alla massima produzione ottenibile ( il flow). Si tratta di una caratteris­tica tipica delle commoditie­s che sono utilizzate dagli operatori finanziari come riserva di valore ( oro e argento).

Oro e Btc sono dunque entrambi assets scarsi ed inalterabi­li ( il primo fisicament­e, il secondo digitalmen­te) e sono utilizzati come riserva di valore dagli utenti. Tuttavia Btc non si comporta come l'oro. La volatilità del prezzo di Btc è almeno 10 volte superiore e nessuno strumento che ambisce a diventare riserva di valore può ammettere simili oscillazio­ni sui mercati. Questa enorme volatilità potrebbe ridursi con l'espansione del mercato e la crescita della liquidità, ma è prematuro crederci. Inoltre, l'oro funge da safe haven ( porto sicuro) nei momenti di alta inflazione e durante il crollo dei mercati finanziari tradiziona­li. Fino ad ora Btc ha mostrato di amplificar­e in maniera pro ciclica i movimenti dei mercati. Non un viatico per un investimen­to sicuro. In conclusion­e, Btc si è imposta sul mercato come una nuova asset class speculativ­a che mostra grandi ambizioni. Sarà interessan­te vedere come andrà a finire.

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