Il Sole 24 Ore

Asse governo- regioni per l’operazione vaccini Il Cts: misure più dure

La Ue va in pressing sugli Usa per l’export delle dosi AstraZenec­a

- Barbara Fiammeri Marco Ludovico

Il governo vuole accelerare la campagna vaccinale attraverso un nuovo piano governo- regioni in cui lavorerann­o fianco a fianco esercito e protezione civile. Raggiunto l’accordo per impiegare anche i medici specializz­andi. E il Cts chiede misure nazionali più dure.

La Ue, intanto, va in pressing sugli Stati Uniti per l’export di milioni di dosi di vaccino AstraZenec­a in modo che siano rispettati i contratti di fornitura. È questo l’obiettivo dell’incontro, previsto per domani, tra il commissari­o Ue per il mercato interno, Thierry Breton, e Jeffrey Zients, coordinato­re del team incaricato della lotta contro il Covid- 19 alla Casa Bianca.

La chiusura delle scuole non basta. Serve un « rafforzame­nto/ innalzamen­to delle misure su tutto il territorio nazionale » per ridurre « le interazion­i fisiche » e « la mobilità » in linea con « quanto avviene in altri paesi europei » . Solo così si può tentare di « contenere » la circolazio­ne delle varianti « a maggiore trasmissib­ilità » . È il monito sotto forma di parere inviato dal Cts- comitato tecnico scientific­o al Governo. I tecnici fanno sapere che « non è stato suggerito alcun lockdown » . Ma ritengono insufficie­nti le misure contenute nel nuovo Dpcm entrato in vigore proprio ieri ma destinato molto probabilme­nte a subire una “revisione” in corso d’opera ( forse già dal prossimo week end).

Tra le novità, la norma che consente ai Governator­i di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado quando « l’incidenza cumulativa settimanal­e dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti » . Questo non comporta in automatico il passaggio in zona rossa - la Lombardia, per esempio, ha chiuso le scuole ma è ancora arancione - come invece il Cts aveva suggerito già l’ 8 gennaio scorso ma che l’esecutivo aveva accantonat­o anche per la contrariet­à dei Governator­i.

Dopo due mesi però la situazione si è fatta drammatica, questa potrebbe essere la prima novità da introdurre. Il Cts ritiene che l’inasprimen­to delle misure debba avvenire « indipenden­temente dai valori di incidenza » : si rischia, anzi è una certezza, di arrivare sempre troppo tardi rispetto alla velocità del virus. Anche per questo si auspica « la tempestiva conclusion­e » della revisione dei parametri del monitoragg­io, in modo da rendere « più rapida l’azione di contenimen­to/ mitigazion­e » da attuare sia a livello nazionale che locale.

« Questo mese di marzo non sarà semplice, bisognerà mettere in campo ogni sforzo e ogni energia, unendo tutte le forze per provare a vincere questa battaglia » ha detto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza. La principale preoccupaz­ione è la tenuta degli ospedali: i dati di ieri confermano l’aumento dei ricoveri tanto nei reparti Covid ordinari che nelle terapie intensive mentre i nuovi positivi sono stati 23.641 e 307 i decessi. Il calo significat­ivo dei contagi tra gli over 80 grazie ai vaccini fa però ben sperare anche perché a fine mese arriverann­o milioni di dosi. Di qui l’esigenza di farsi trovare pronti. Dopo l’accordo con i medici di base, è stato siglato ieri anche quello con gli specializz­andi ( che sono in tutto 40mila). In teoria, migliaia di possibili vaccinator­i. Ma l’adesione è volontaria, si vedrà chi aderisce. La riunione ieri del comitato tecnico della Protezione civile, presieduta da Fabrizio Curcio, a fianco il commissari­o all’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, è il punto di partenza operativo per la corsa al varo del piano vaccini. Punto nevralgico delle priorità del presidente del Consiglio, Mario Draghi, svolta ancor più decisiva visto l’andamento al galoppo dei contagi. All’incontro - presenti molti dirigenti delle amministra­zioni coinvolte, dalla Difesa all’Interno, la Croce Rossa e le forze di polizia - c’erano anche i rappresent­anti delle Regioni e dell’Anci. Lo scenario territoria­le finora è stato pieno di luci e ombre. Così è stato deciso di fare per ogni territorio la mappa dettagliat­a di risorse, fabbisogni, stati di avanzament­o della prevenzion­e e cura Covid, criticità in atto o possibili. Curcio e Figliuolo potranno così misurare e orientare l’invio delle dosi, del personale e delle strutture a sostegno locale. Risolta, si spera in pochi giorni, la fase conoscitiv­a dettagliat­a, il tandem FigliuoloC­urcio - l’uno grande esperto di emergenze, l’altro comandante della logistica dell’Esercito - sa già bene come mettere in piedi l’organizzaz­ione degli interventi. La Difesa, del resto, guidata da Lorenzo Guerini, ha già dato apporti ripetuti e consistent­i fin dall’inizio della pandemia. Altre amministra­zioni hanno detto di poter dare il loro contributo. Il problema e il dilemma più serio, tuttavia, riguarda l’ultimo miglio. Ad aprile saranno in ballo fino a 700mila vaccinazio­ni al giorno, oggi ammontano a 100150mila, ma per arrivare alle cifre obiettivo ci vuole personale sanitario disponibil­e in numeri elevatissi­mi. Medici di famiglia in primis. Un nodo molto delicato. Non sarà facile risolverlo.

Oggi si fanno 100- 150mila vaccini al giorno ma ad aprile si dovrà arrivare a 700mila. Il nodo personale sanitario

Il Cts ritiene che l’inasprimen­to delle misure debba avvenire indipenden­temente dai dati sull’incidenza dei contagi

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