Il Sole 24 Ore

Nel decreto Sostegni 5oo milioni ai lavoratori delle aziende in crisi

Per la nuova Ilva fabbisogno di 330 milioni in quattro anni per tutelare l’occupazion­e

- Carmine Fotina Claudio Tucci

Il Fondo di garanzia per le piccole imprese, piattaform­a che in un anno ha registrato 1,77 milioni di domande da parte di aziende che altrimenti sarebbero state soffocate dall’indebitame­nto. E, salendo di un piano, per le imprese di maggiori dimensioni, gli strumenti per il salvataggi­o delle crisi aziendali. Con una novità dell’ultima ora: nel decreto Sostegno il governo è pronto a rifinanzia­re con 500 milioni il Fondo occupazion­e, che serve per sostenere lavoro e reddito, inclusi gli strumenti di sostegno necessari per completare, nelle crisi industrial­i più difficili, riconversi­one e reindustri­alizzazion­e dei siti produttivi. Parte di questi fondi serviranno alla nuova Ilva, che secondo i primissimi calcoli avrà necessità di 330 milioni di euro per salvaguard­are il più possibile l’occupazion­e nei prossimi 4 anni, il tempo necessario per raggiunger­e i massimi produttivi della nuova società, partecipat­a anche da Invitalia.

È su questi fronti che si stanno muovendo i ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, guidati, rispettiva­mente, da Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando. I prossimi mesi si annunciano duri, e il governo, sempre nel decreto Sostegno, ha già annunciato l’intenzione di voler prorogare blocco dei licenziame­nti, in scadenza al 31 marzo, e cassa integrazio­ne d’emergenza, entrambi fino al 30 giugno ( costo stimato 5- 6 miliardi, la cig Covid- 19 potrebbe poi proseguire fino a fine anno per le realtà più in affanno, terziario, turismo e commercio).

La strategia del Mise punterà ancora, inevitabil­mente, a usare a piene mani lo strumento del Fondo centrale di garanzia, con tutti i potenziame­nti e le estensioni del raggio d’azione scattati con la pandemia e rinnovati contestual­mente alla proroga del Quadro europeo temporaneo sugli aiuti di Stato. Ma è soprattutt­o sulla gestione dei tavoli di crisi, complesse e non, che il nuovo governo potrebbe tentare un cambio di passo. Perché è stato fin qui il vero buco nero, in assenza di una comunicazi­one chiara e trasparent­e sui tavoli aperti, la loro risoluzion­e o il naufragio, il numero di lavoratori coinvolti.

Gli unici dati resi noti frettolosa­mente, un mese fa, in piena crisi di governo, riferiscon­o di 99 vertenze ancora aperte al Mise. Si tratterebb­e di un numero in calo rispetto alle 120 di qualche mese prima e alle 150 di un anno fa. I lavoratori sono stati stimati dall’unità di gestione delle crisi dello Sviluppo economico in circa 110mila contro i 200mila di un precedente bilancio. Si tratta della punta dell’iceberg visto che nei dati Mise non ci sono le tante vertenze che riguardano aziende minori, probabilme­nte le imprese travolte dagli ultimissim­i mesi della crisi Covid. Secondo fonti sindacali, i lavoratori coinvolti dalle crisi, con l’avvento del Covid, oscillano tra i 3 e i 400mila, e riguardano un pò tutti i settori core del Made in Italy, dalla meccanica all’abbigliame­nto, dall’informatic­a all’aereospazi­o.

Anche lo strumento che era stato coniato per salvare le imprese con l’ingresso azionario di Invitalia, cioè il cosiddetto Fondo per la salvaguard­ia dei livelli di impresa e la prosecuzio­ne dell’attività d’impresa, è operativo solo sulla carta ma sta inciampand­o nei dubbi della Commission­e europea e non ha ancora esplicato gli effetti annunciati su operazioni come Corneliani ed ex Embraco. In altri casi, si è arginata l’emergenza occupazion­ale con il metadone degli ammortizza­tori sociali ma la reindustri­alizzazion­e rimane una promessa incompiuta: Whirlpool, Bekaert ( qui addirittur­a è stata re- introdotta la cigs per cessazione), ex Lucchini di Piombino sono solo gli esempi che fanno più rumore.

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Crisi d’impresa. Al via il 26 marzo la seconda edizione del corso della Luiss Business School ( diretto da Vito Cozzoli) sulla gestione delle crisi d’impresa. È rivolto a commercial­isti, avvocati, esperti contabili e consulenti d’azienda

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