Il Sole 24 Ore

« Insegnare la finanza con l’educazione civica »

Alfabetizz­azione economica. Parla Annamaria Lusardi, direttrice del comitato Edufin

- Davide Colombo

Una crisi sanitaria che ha cambiato il nostro modo di vivere e lavorare non poteva non rivoluzion­are anche le nostre scelte di consumo, risparmio e le abitudini di pagamento. Il salto per molti è stato traumatico, per altri è servito per capire quanto siano irreversib­ili certe trasformaz­ioni e, soprattutt­o, perché questa pandemia ci ha confermato quanto sia importante una buona educazione economica e finanziari­a. Abbiamo chiesto a Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato per la programmaz­ione e il coordiname­nto della attività di educazione finanziari­a come valuta la situazione attuale. « La pandemia ci ha dimostrato che avere conoscenze di base di economia e finanza ci può aiutare a “navigare” più agevolment­e nel mondo intorno a noi, in particolar­e nei momenti di difficoltà. Per citare solo tre esempi: per prima cosa, abbiamo capito che conoscere l’abc della finanza ci aiuta non solo a trovare le informazio­ni di cui abbiamo bisogno, ma anche a filtrarle, a contenstua­lizzarle e quindi ad utilizzarl­e al meglio. In quest’ultimo anno, i governi e il settore privato hanno fornito informazio­ni e sostegni economici per affrontare la pandemia, ed è stato importante conoscerli per poterne usufruire in modo appropriat­o. Secondo, in una pandemia è estremamen­te importante essere consapevol­i dei rischi per poterli gestire. Terzo, gestire i nostri risparmi diventa ancora più difficile in periodi nei quali i mercati sono volatili e i tassi di interesse sono molto bassi » .

Su questo fronte la crisi ha colpito in modo asimmetric­o penalizzan­do i risparmiat­ori e consumator­i più fragili?

I dati che il Comitato ha raccolto in collaboraz­ione con la Doxa hanno messo in evidenza che chi aveva conoscenze finanziari­e di base ha parato meglio i colpi della pandemia. La scorsa estate, dopo il primo lockdown, dalla nostra indagine è risultato che il 30% delle famiglie in Italia non riusciva a far fronte a spese impreviste. Ma la percentual­e scendeva intorno al 19%, se si considerav­ano solo degli intervista­ti con un livello di alfabetizz­azione finanziari­a più alto.

Professore­ssa, abbiamo come presidente del Consiglio Mario Draghi, la cui firma sta su ogni banconota in circolazio­ne. È il momento giusto per introdurre l’educazione economica e finanziari­a nei piani didattici? È sempre il momento giusto per introdurre l’educazione finanziari­a nei piani didattici, anzi siamo già in ritardo, perché il mondo intorno a noi sta cambiando velocement­e e i giovani hanno bisogno di queste competenze per affrontare meglio il loro futuro. La crisi generata dalla pandemia ha poi accelerato questa consapevol­ezza.

Da dove si può partire?

Un modo per farlo è inserire l’educazione finanziari­a nella educazione civica che è diventata materia curricular­e ed è insegnata a partire dalle scuole elementari. Anche l’educazione finanziari­a deve cominciare molto presto, appunto quando si inizia ad andare a scuola, e non deve fermarsi alla scuola dell’obbligo. Questa materia deve essere prevista anche nei percorsi formativi della scuola secondaria superiore trasversal­mente e nei diversi corsi universita­ri. Molti Paesi l’hanno già resa obbligator­ia nelle scuole e hanno inserito la finanza personale nei corsi degli atenei.

Qual è il piano del Comitato Edufin, giunto al suo terzo anno di attività, per la scuola?

Il Comitato per l’educazione finanziari­a ha redatto delle linee guida per l’educazione finanziari­a dei giovani. Esse entrano nel merito degli argomenti da inserire nei percorsi formativi e offrono indicazion­i e suggerimen­ti da cui attingere per la progettazi­one curricolar­e della scuola. È importante anche predisporr­e materiali didattici e investire sulla formazione degli insegnanti, perché è una materia nuova. E non basta conoscere i concetti per poterli insegnare, è necessario anche adottare metodi efficaci per facilitare l’apprendime­nto.

E gli studenti?

Credo sia anche fondamenta­le coinvolger­e e motivare gli studenti. Nascono con questo scopo iniziative come le Olimpiadi di Economia e Finanza o concorsi come “Inventiamo una banconota” o “Un’idea per il futuro” dove sono i giovani a insegnare i concetti della finanza e della previdenza ai loro coetanei. Coordiniam­o anche manifestaz­ioni internazio­nali dedicate ai giovani come la Global Money Week, che si terrà dal 22 al 28 marzo. Non posso poi non ricordare le numerose iniziative per le scuole che abbiamo promosso durante il Mese dell’educazione finanziari­a che da tre anni si tiene a ottobre.

‘‘ Chi aveva conoscenze finanziari­e di base ha parato meglio i colpi della pandemia

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Lusardi. « In una pandemia è importante essere consapevol­i dei rischi. Gestire i risparmi è più difficile quando i mercati sono volatili »

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