« Insegnare la finanza con l’educazione civica »
Alfabetizzazione economica. Parla Annamaria Lusardi, direttrice del comitato Edufin
Una crisi sanitaria che ha cambiato il nostro modo di vivere e lavorare non poteva non rivoluzionare anche le nostre scelte di consumo, risparmio e le abitudini di pagamento. Il salto per molti è stato traumatico, per altri è servito per capire quanto siano irreversibili certe trasformazioni e, soprattutto, perché questa pandemia ci ha confermato quanto sia importante una buona educazione economica e finanziaria. Abbiamo chiesto a Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento della attività di educazione finanziaria come valuta la situazione attuale. « La pandemia ci ha dimostrato che avere conoscenze di base di economia e finanza ci può aiutare a “navigare” più agevolmente nel mondo intorno a noi, in particolare nei momenti di difficoltà. Per citare solo tre esempi: per prima cosa, abbiamo capito che conoscere l’abc della finanza ci aiuta non solo a trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno, ma anche a filtrarle, a contenstualizzarle e quindi ad utilizzarle al meglio. In quest’ultimo anno, i governi e il settore privato hanno fornito informazioni e sostegni economici per affrontare la pandemia, ed è stato importante conoscerli per poterne usufruire in modo appropriato. Secondo, in una pandemia è estremamente importante essere consapevoli dei rischi per poterli gestire. Terzo, gestire i nostri risparmi diventa ancora più difficile in periodi nei quali i mercati sono volatili e i tassi di interesse sono molto bassi » .
Su questo fronte la crisi ha colpito in modo asimmetrico penalizzando i risparmiatori e consumatori più fragili?
I dati che il Comitato ha raccolto in collaborazione con la Doxa hanno messo in evidenza che chi aveva conoscenze finanziarie di base ha parato meglio i colpi della pandemia. La scorsa estate, dopo il primo lockdown, dalla nostra indagine è risultato che il 30% delle famiglie in Italia non riusciva a far fronte a spese impreviste. Ma la percentuale scendeva intorno al 19%, se si consideravano solo degli intervistati con un livello di alfabetizzazione finanziaria più alto.
Professoressa, abbiamo come presidente del Consiglio Mario Draghi, la cui firma sta su ogni banconota in circolazione. È il momento giusto per introdurre l’educazione economica e finanziaria nei piani didattici? È sempre il momento giusto per introdurre l’educazione finanziaria nei piani didattici, anzi siamo già in ritardo, perché il mondo intorno a noi sta cambiando velocemente e i giovani hanno bisogno di queste competenze per affrontare meglio il loro futuro. La crisi generata dalla pandemia ha poi accelerato questa consapevolezza.
Da dove si può partire?
Un modo per farlo è inserire l’educazione finanziaria nella educazione civica che è diventata materia curriculare ed è insegnata a partire dalle scuole elementari. Anche l’educazione finanziaria deve cominciare molto presto, appunto quando si inizia ad andare a scuola, e non deve fermarsi alla scuola dell’obbligo. Questa materia deve essere prevista anche nei percorsi formativi della scuola secondaria superiore trasversalmente e nei diversi corsi universitari. Molti Paesi l’hanno già resa obbligatoria nelle scuole e hanno inserito la finanza personale nei corsi degli atenei.
Qual è il piano del Comitato Edufin, giunto al suo terzo anno di attività, per la scuola?
Il Comitato per l’educazione finanziaria ha redatto delle linee guida per l’educazione finanziaria dei giovani. Esse entrano nel merito degli argomenti da inserire nei percorsi formativi e offrono indicazioni e suggerimenti da cui attingere per la progettazione curricolare della scuola. È importante anche predisporre materiali didattici e investire sulla formazione degli insegnanti, perché è una materia nuova. E non basta conoscere i concetti per poterli insegnare, è necessario anche adottare metodi efficaci per facilitare l’apprendimento.
E gli studenti?
Credo sia anche fondamentale coinvolgere e motivare gli studenti. Nascono con questo scopo iniziative come le Olimpiadi di Economia e Finanza o concorsi come “Inventiamo una banconota” o “Un’idea per il futuro” dove sono i giovani a insegnare i concetti della finanza e della previdenza ai loro coetanei. Coordiniamo anche manifestazioni internazionali dedicate ai giovani come la Global Money Week, che si terrà dal 22 al 28 marzo. Non posso poi non ricordare le numerose iniziative per le scuole che abbiamo promosso durante il Mese dell’educazione finanziaria che da tre anni si tiene a ottobre.
‘‘ Chi aveva conoscenze finanziarie di base ha parato meglio i colpi della pandemia