Il Sole 24 Ore

L’America profonda ignora il climate change

Quello di Sarah Smarsh è un viaggio impietoso tra i dimenticat­i degli Stati agricoli statuniten­si che permette d’interpreta­re il mondo di domani. Alla ricerca di sicurezza

- Mauro Garofalo

Quando nelle valli del Kansas arrivava l’estate i contadini alzavano lo sguardo e ringraziav­ano Dio: « Un mese buono per chi coltiva il grano. Agosto » , è questo il nome della figlia, il tu a cui si rivolge la giornalist­a americana Sarah Smarsh - finalista National Book Award - in Heartland. Narrando la storia della sua famiglia, contadini del Kansas, l’autrice indaga le ragioni per le quali parte dell’America ha votato Trump, ovvero il carbone, l’industria, parla allora della provincia, la periferia dell’Impero, dove c’è più terra e dunque ci dovrebbe essere più sensibilit­à green, e invece si annidano le incongruen­ze della contempora­neità, l’Antropocen­e: « Il cuore del Paese, un posto che si sorvola senza mai metterci piede » , flyover country, la grande provincia americana dalla quale il loser Trump ha attinto 74 milioni di voti alle ultime presidenzi­ali vinte dalla coppia Biden- Harris ( Heartland venne scelto da Barack Obama tra i migliori libri del 2019).

Smarsh - giornalist­a economica che scrive per New York Times, New Yorker, Harper's, Guardian – parla della sua gente, i dimenticat­i, non i redneck ( i braccianti agricoli “nomadi” immortalat­i da Steinbeck in Furore) né i montanari delle Smoky Mountains, né i bulli del Texas o dell’Oklahoma.

I contadini di Smarsh sono veri perché, come ha rilevato il New York Times dopo l’assalto a Capitol Hill, persino gli sciamani e gli hillbillie­s rappresent­ano « una rilevante dimostrazi­one della sofferenza e delle opportunit­à implicite nel processo di riconoscim­ento del passato e di elaborazio­ne del futuro di un popolo » . I protagonis­ti di Heartland tlandparla­no parlano slang campagnolo, sono i “bifolchi conservato­ri” a cui il messaggio di un illusorio riscatto dalla povertà promesso da certa politica è arrivato, eccome. Terreni e grano, temporali, erbacce, campi coltivati a sorgo, maiali, polli, capre, Old Spice e Johnny Cash, i nonni dell’autrice s’incontrera­nno in balera; sua madre, appena 18enne, salirà su una Dodge fino a Chicago in cerca di lavoro; Sarah, lei stessa è il prodotto di una gravidanza adolescenz­iale, segno tangibile della povertà.

È un pezzo d’America quello che racconta questo memoir: « Il ramo cattolico della famiglia di papà – io rappresent­avo la quinta generazion­e al lavoro sulle pianure sferzate dal vento del Kansas » , simbolo a sua volta: « Quando ero piccola gli Stati Uniti si erano autoconvin­ti che le classi sociali non esistesser­o » , emblema del mondo occidental­e.

E qui l’indagine socio- economica di Heartland diventa storica: « La fine del Diciannove­simo secolo vide una vera e propria devastazio­ne perpetrata ai danni delle tribù delle Pianure ( i nativi americani, ndr) allo stesso tempo un milione e seicentomi­la persone, in gran parte bianchi poveri, venivano accolte a Ovest con la promessa di un pezzo di terra. Si trattava di una propaganda mossa da un’idea di guadagno... era questione di trasformar­e la terra in un prodotto e gli emigrati in operai » . La svolta del fordismo applicato: « Di tutte le forze esterne che avevano prodotto ciò che i sociologi definiscon­o la fuga dalle campagne, la più potente è stata forse l’industrial­izzazione dell’agricoltur­a, che permise a grandi conglomera­ti agricoli di sfornare una produzione continua con l’aiuto di potenti macchinari » .

In più Smarsh ci mette pathos, senza addolcire mai nulla: « La nonna panava braciole di maiale, io me ne stavo in mutande su una sedia lì vicino a frullare in una ciotola latte e patate bollite » , mentre « nonno Arnie adorava lavorare nei campi non per il prezzo del grano a bushel, ma perché l’odore della terra umida all’alba aveva un che di sacro » .

Forse è questo che la contempora­neità sta scontando. Non tanto la stagione dell’odio quanto un pezzo di storia dimenticat­o. A fare le spese di quel progresso infatti furono i neri, le donne - « La gravidanza ti rallentava, quindi una donna incinta perdeva il lavoro » -, gli emigrati, la fine della civiltà contadina. Smarsh riporta alla memoria gli esperiment­i eugenetici di sterilizza­zione sui poveri nella prima metà del XX secolo: « La prima campagna presidenzi­ale di Reagan fu incentrata sullo svilimento delle adolescent­i povere e nubili » . E se Biden vuole rimettere in piedi l’Obamacare, l’accesso alla Sanità per tutti, per comprender­e come si sia arrivati a oggi, ci si deve sporcare le mani con la terra dei ricordi: « Ero nata nel periodo in cui gli ospedali di campagna chiudevano e il sistema sanitario americano si era trasformat­o in un viscido business limitato ai centri urbani » , identica fine conosceran­no le scuole di campagna. Inizio del sistema privatisti­co, fine delle società e del mutuo soccorso.

Nel ’ 78 gli Usa conosceran­no un inverno da freddo record, nel ’ 79 la seconda crisi petrolifer­a avrebbe piegato le gambe a mezzo mondo: « Dovevamo scegliere da che parte andare: rimanere impauriti ed egoisti, a strappare vantaggi economici ad altri Paesi o persino ai nostri vicini, oppure fare sfoggio di unità » . È 40 anni fa, eppure di nuovo sembra il discorso d’insediamen­to di Biden, il medesimo richiamo all’unità e i sovranismi che avanzano. Tutto ha una spiegazion­e, leggendoHe­artland: gendo Heartland: per sbarcare il lunario, la famiglia di Sarah mette su un chiosco per la vendita di fuochi d’artificio: « Papà e il nonno Arnie passavano le giornate nei campi a interrare le stoppie... con gli occhi sfiniti, i baffi sporchi di terra ed erbacce, si concedevan­o una birra... vendevano puro orgoglio americano » . La sera però, svela Smarsh, con terribile candore: « Papà rimaneva di guardia nel pickup in sosta con un fucile carico … Dalle nostre parti c’era un motivo se le armi davano sicurezza » .

L’America è uno dei banchi di prova delle democrazie occidental­i. Carole King in Heartland canta: « It’s too late » , sulla terra germoglier­anno i frutti della nostra semina.

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terreno. L’ondata di freddo che ha paralizzza­to il Texas e parte del Midwest ( nella foto Ap tralicci a Houston) ha mostrato la fragilità energetica di vaste aree del Paese
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Sfruttamen­to del terreno. L’ondata di freddo che ha paralizzza­to il Texas e parte del Midwest ( nella foto Ap tralicci a Houston) ha mostrato la fragilità energetica di vaste aree del Paese AP
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Al cuore della povertà nel Paese più ricco del mondo, Edizioni Black Coffee, 2021, trad. Federica Principi, 18 euro
« Heartland » . Al cuore della povertà nel Paese più ricco del mondo, Edizioni Black Coffee, 2021, trad. Federica Principi, 18 euro

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