Il Sole 24 Ore

Pa, via i tetti di spesa su contratti a termine e premi in busta

Brunetta apre ai sindaci Domani Draghi firma il patto con Cgil, Cisl e Uil

- Gianni Trovati

Via i « tetti di spesa anacronist­ici » e le « rigidità contrattua­li » . E interventi immediati per « sbloccare i concorsi già avviati, modificare struttural­mente i sistemi di reclutamen­to nella Pa e prevedere percorsi specifici per selezionar­e gli specialist­i da destinare all’attuazione del Pnrr » .

Prima di incontrare ieri mattina i sindaci, il ministro della Pa Renato Brunetta aveva ricevuto un dossier in cui l’Anci denunciava il crollo degli organici vissuto negli anni ( 117.500 dipendenti in meno dal 2007) e misurava in 60mila le assunzioni necessarie nei prossimi cinque anni ( Sole 24 Ore del 3 marzo). E proprio agli amministra­tori locali ha iniziato a svelare le tappe di un piano chiamato a concretizz­arsi nelle prossime settimane.

Il Brunetta che ieri si è confrontat­o con i sindaci in un incontro giudicato « molto proficuo » dal presidente Anci Antonio Decaro, è molto diverso da quello che ha occupato la stessa scrivania di Palazzo Vidoni fra 2008 e 2011. Ma è stato lo stesso economista di Fi a spiegare che « siamo in una fase nuova, quella del Recovery » , e che « la ricostruzi­one di questo dopoguerra da pandemia deve partire dal capitale umano pubblico » .

Il punto è che la Pa di oggi, schiacciat­a da lunghi anni di organici congelati e di mancate innovazion­i, è una macchina inadeguata per la corsa imposta dal Recovery. Oggi il titolare della Funzione pubblica è atteso in Parlamento per le sue linee programmat­iche. E mercoledì sarà a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Mario Draghi a firmare il « patto per l’innovazion­e del lavoro pubblico e la coesione sociale » con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil: patto che potrà essere oliato anche dai 6,7 miliardi presenti nei conti pubblici per il rinnovo dei contratti 2019/ 2021 del pubblico impiego.

Da una Pa funzionant­e passa la possibilit­à di incassare davvero i fondi del Recovery, che Bruxelles riconoscer­à in base all’attuazione dei progetti. Per questa ragione l’amministra­zione è protagonis­ta delle tre riforme chiave ( Pa, semplifica­zioni, e giustizia) indicate dal ministro dell’Economia Franco come base per il Recovery Plan. Il passaggio dai grandi principi alla loro traduzione pratica deve essere rapido. E rapida è l’agenda proposta ieri da Brunetta agli amministra­tori locali, che prevede le prime proposte già la prossima settimana in vista del decreto Recovery che il governo è intenziona­to ad approvare ad aprile ( come spiegato a pagina 2).

I « tetti di spesa anacronist­ici » da cancellare sono quelli che limitano le assunzioni a tempo determinat­o. Il principale è quello che impedisce alle Pa di dedicare al lavoro flessibile più del 50% di quanto speso nel 2009. Ancora più arcaici sono i commi 567 e 562 della legge 206/ 2006, che nella versione attuale limitano le spese di personale dei Comuni a quella del 2008 o del 2011/ 2013 a seconda dei casi.

Ma sotto le forbici ispirate dal Recovery potrebbe finire anche un vincolo più recente. Quello scritto all’articolo 23, comma 2 del decreto attuativo della riforma Madia ( Dlgs 75/ 2017) che impedisce agli enti pubblici di destinare al trattament­o accessorio una somma superiore a quella del 2016. Perché la prima urgenza è quella di aprire le porte ai tempi determinat­i per i progettist­i e le altre profession­i tecniche. Ma poi è utile anche avere a disposizio­ne le leve retributiv­e per trattenere le profession­alità nelle amministra­zioni pubbliche. Il congelamen­to dei premi è un ostacolo non piccolo. E per superarlo serve anche un sistema di valutazion­e in grado di distribuir­li davvero a chi merita. Un’altra sfida non banale.

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