Nel nuovo piano dentisti, siti industriali e grande distribuzione
Allo studio l’allargamento della platea delle aziende produttrici di immunizzanti
Aziende e siti produttivi per fare più vaccini. Garanzie sulle consegne delle dosi: vanno mantenuti gli impegni delle case farmaceutiche, si possono coinvolgerne altre. Verifiche sull’impatto sociale delle vaccinazioni: a Roma, per esempio, quella degli insegnanti sta comportando ingressi ritardati e uscite anticipate degli studenti. E riflettori accesi su tutte le Regioni, è in corso un censimento: ognuna ha potenzialità e limiti. Comprese le intese, non sempre solide, con i medici di base e il resto del personale sanitario abilitato. Meglio integrare con altri professionisti abilitati.
Si aggiorna di ora in ora lo scenario d’azione del governo presieduto da Mario Draghi sul piano vaccini. Se arriveranno ad aprile 50 milioni di dosi di vaccini, intanto ci vorrà la certezza. Basta ricordare quando l’ex commissario Domenico Arcuri annunciò a gennaio una causa giudiziaria contro Pfizer per la riduzione del 20% della fornitura pattuita. L’attesa adesso è così alta da non consentire nuove sorprese negative. Si valutano altre aziende produttrici. Ieri sono arrivate al valico del Brennero 784mila dosi AstraZeneca, scortate poi dai Carabinieri destinazione hub di Pratica di Mare del Coi ( comando operativo di vertice interforze) diretto dal generale Luciano Portolano.
Nel lavoro e nel confronto del commissario Figliuolo prioritario è poi l’allargamento dei luoghi dove poter fare i vaccini. Ci sono contatti in corso con le associazioni d’impresa, la grande distribuzione, le catene produttive in grado di mettere a disposizione uffici sanitari già attivi o da allestire in tempi brevi. Definiti gli standard di queste dislocazioni, la quota di allargamento dei vaccini da somministrare è ampia. Altri settori potrebbero aggiungersi a quelli del lavoro.
C’è poi fondamentale il capitolo dei primi coinvolti nella vaccinazione: il personale medico e non. Si sta valutando di ampliare il perimetro. La Fnopi ( federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche) propone di utilizzare i 90mila infermieri del Servizio sanitario nazionale in regime di libera professione. Ma in ballo nell’esecutivo c’è anche l’idea di coinvolgere gli odontoiatri: un potenziale di 6omila professionisti con tutti i requisiti - interventi in emergenza, diagnostica, etc. - ed è in corso un confronto con l’associazione di categoria.
Il generale Figliuolo sta, da una parte, reintegrando la struttura commissariale vista la restituzione di quote di personale a Invitalia. Dall’altra parte sta incontrando tutti i referenti politici e istituzionali, a breve vedrà il Cts ( comitato tecnico scientifico) del dicastero della Salute. Il comissario attende, d’intesa con il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, le risposte delle Regioni su fabbisogni, criticità, disponibilità e attività in corso. Serviranno a modulare l’organizzazione degli interventi. Se necessario, in una seconda fase, anche provincia per provincia con il sostegno dei prefetti e dunque del ministero dell’Interno guidato da Lucianaa Lamorgese. Un’ipotesi al momento in sospeso.
A pieno ritmo, invece, il coinvolgimento del dicastero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini. Dal 23 ottobre 2020 sono stati impiegati una media giornaliera di 1.734 militari. Ma il 7 Marzo hanno operato 2.185 militari, di gran lunga oltre il dato medio.