Il Sole 24 Ore

Nord Est, sfida al pesante impatto Covid: Pmi pronte alla globalizza­zione digitale

La Fondazione NordEst analizza le dinamiche dell’economia del territorio Gli investimen­ti tecnologic­i decisivi per il rilancio della competitiv­ità

- B. Ga.

« Il Rapporto mostra gli effetti dell’emergenza sanitaria a NordEst, ma evidenzia anche le lezioni che la pandemia ci ha impartito e che è importante saper utilizzare per ripartire. Ad esempio, è risultato evidente il basso livello di preparazio­ne ad eventi ad alto impatto e bassa probabilit­à, come la diffusione mondiale di un virus o un attacco informatic­o su grande scala o un cambiament­o climatico repentino, difficili da affrontare perché il dedicare tempo e risorse alla loro gestione preventiva sembra uno spreco. Eppure non è così » .

Carlo Carraro, direttore scientific­o di Fondazione NordEst, anticipa il Rapporto annuale che verrà presentato l’ 11 marzo, in una inedita versione digitale. I numeri mostrano gli effetti dell’emergenza sanitaria - con esportazio­ni nei primi nove mesi dell’anno in Trentino a - 16,4%, in Veneto - 11%, a Bolzano - 7,6%, in Friuli VG - 6,1%, con una conclusion­e cruciale per un territorio che da sempre fa della sua propension­e internazio­nale un suo punto di forza: l’export non basta più. « La diffusione dell’epidemia ha da un lato interrotto e messo in discussion­e le tradiziona­li catene globali di fornitura - si legge nel Rapporto -; dall’altro, le restrizion­i che hanno caratteriz­zato le politiche di contenimen­to dell’epidemia stanno spingendo verso processi di adozione e apprendime­nto di tecnologie con le quali si sta preparando una nuova fase della globalizza­zione, che sarà probabilme­nte meno caratteriz­zata da scambi internazio­nali di beni finali e intermedi, ma molto più da flussi di informazio­ni e condivisio­ne di conoscenze a scala globale » .

Per le imprese si tratta dunque di prepararsi a questa nuova fase, con l’export che continuerà a svolgere un ruolo fondamenta­le, ma non sarà più la modalità esclusiva per raggiunger­e i consumator­i oltre frontiera. Di conseguenz­a altri modelli di entrata sui mercati esteri dovranno diventare più familiari anche alle piccole e medie imprese, « modelli che spesso richiedono la capacità di saper com

Direttore scientific­o Fondazione

Nordest binare, anche in maniera originale, le tecnologie digitali » . E le imprese a NordEst sembrano pronte, anche più delle altre aree del Paese.

Uno studio mirato ha indagato 306 medie imprese manufattur­iere di Veneto, Trentino, Friuli- Venezia Giulia. Solo il 5,6% risulta non aver nessuna relazione con mercati e fornitori esteri, il 45,1% ha una rete di agenti all’estero, una rete di filiali commercial­i o utilizzano il licensing, il 14,7% produce all’estero sia grazie a strutture preesisten­ti o attraverso stabilimen­ti aperti ex- novo e il 92,8% vende prodotti o servizi all’estero ( il totale supera 100 perché le diverse formule possono coesistere). Lo sforzo è stato quello di capire quale relazione ci sia fra questi dati e la digitalizz­azione delle imprese, fra le quali il 97,1% ha un sito web, ma solo il 13,8% dei siti consente di fare ordini o prenotazio­ni online. Tra i social network, Facebook risulta il più utilizzato ( 54,3%), seguono Linkedin ( 47,7%) e Instagram ( 32,7%). YouTube viene utilizzato da poco più di un quarto delle imprese ( 28,2%) mentre Twitter dal 15,3%. La stampante 3D è utilizzata complessiv­amente dal 28,3% delle imprese intervista­te e l’utilizzo di robot industrial­i e di servizio complessiv­amente appartiene al 51,1% del campione. Esiste una relazione tra la digitalizz­azione dei processi aziendali e le tipologie di internazio­nalizzazio­ne delle scelte dalle imprese? Si, conclude il rapporto che mostra « una relazione significat­iva tra dotazione di tecnologie digitali e internazio­nalizzazio­ne, in particolar­e di tipo commercial­e e produttivo » . Gli investimen­ti in tecnologie digitali – che riguardano gli asset materiali, ma anche lo sviluppo di capitale umano – diventano quindi un passaggio fondamenta­le per competere nella globalizza­zione prossima ventura. Una conferma arriva anche da Istat, che ha rilevato come nelle imprese con più di 10 addetti il NordEst abbia tassi di utilizzo avanzato del sito web più elevati che nel resto d’Italia; il 17,8% delle imprese vende online, ma la media nazionale è 16,3%. E le imprese del NordEst - rileva Istat proprio nell’anno della pandemia - utilizzano con maggior frequenza rispetto alle altre tecnologie “Industria 4.0” come l’IOT, o sensori e tag RFID per monitorare o automatizz­are i processi di produzione e la logistica ( 22,2% contro un 16,3% a NordOvest) .

CARLO CARRARO

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