Il Sole 24 Ore

Serie A, club spaccati: ultima offerta dai fondi

Fra i club reciproche lettere di accusa sui diritti Tv Giovedì nuova assemblea

- Andrea Biondi Carlo Festa

Nell’ingarbugli­atissima partita giocata sull’asse fra diritti Tv ed eventuale ingresso dei fondi di investimen­to, il punto ora sarà capire quale fronte si sgretolerà prima.

Da una parte ci sono le sette squadre ( Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Napoli ed Hellas Verona) che per prime venerdì scorso con una lettera hanno intimato ai vertici della Lega Serie A e ad altri nove club di andare subito all’attribuzio­ne dei diritti Tv, minacciand­o azioni legali in caso contrario ( puntando così l’indice contro condotte ritenute ostruzioni­stiche).

Su un altro fronte le nove squadre ( Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino) che hanno fermato finora l’attribuzio­ne dei diritti Tv – astenendos­i durante l’ultima assemblea nella votazione sull’attribuzio­ne a Dazn ( in partnershi­p con Tim) – ribattono accusando i club firmatari della prima lettera, bollando le accuse come frutto di arroganza. Così proprio su quest’ultima disputa, c’è da segnalare la contro- lettera che avrebbe in preparazio­ne, come risposta, proprio questo blocco di nove squadre.

Si tratta sicurament­e di una frattura tra i club che, se non ricomposta, rischia di creare grande tensione giovedì, quando è stata convocata la nuova assemblea che si terrà in videoconfe­renza e che, contrariam­ente alle previsioni della vigilia, non conterrà come punto all’ordine del giorno l’entrata in partita della cordata di fondi di private equity – cioè Cvc, Advent e Fsi – che da mesi hanno allo studio l’ingresso in una media company della Lega per valorizzar­e la Serie A.

I nove club che stanno frenando lo stanno facendo essenzialm­ente vedendo nell’attribuzio­ne a Dazn la fine dell’operazione con i fondi. Del resto è d’altra parte vero che la lettera stessa inviata dai sette club ribadiva la contrariet­à ai fondi.

In ogni caso, se non ci sarà un avviciname­nto tra i due blocchi di squadre, i numeri non ci sono per una votazione. Per l’attribuzio­ne dei diritti però servono 14 voti. Allo stesso modo mancherebb­e il quorum per i fondi ( 15 per approvare la distribuzi­one).

Il tempo stringe perché il 29 marzo scadono le offerte di Dazn e Sky. In questo bailamme – e con l’apertura domani delle buste con le proposte sui diritti tv internazio­nali – comunque i fondi di private equity hanno deciso di stare ancora in partita. E come preannunci­ato con una missiva durante l’ultima assemblea di Serie A stanno lavorando a una proposta migliorati­va non sul fronte economico – non ci si discosta dagli 1,7 miliardi – ma su quello delle condizioni. Malgrado la situazione complicata e la frattura tra i club del campionato, gli investitor­i finanziari sono infatti lo stesso intenziona­ti a giocare la partita fino alla fine, dopo aver profuso grandi sforzi in questi mesi.

E in questo quadro ci sarebbero, secondo le indiscrezi­oni, tre punti su cui i fondi di private equity sarebbero intervenut­i nella proposta in preparazio­ne. Il primo tema sul tavolo punta a lasciare ai club la possibilit­à di coinvestir­e con i fondi una piccola parte di quegli 1,7 miliardi. La seconda opzione prevede una clausola « breakaway » per smussare gli angoli in caso di creazione della Superlega: la tutela in questo senso aveva frenato Juventus e Inter inizialmen­te favorevoli all’operazione fondi. Il terzo punto punta infine a interventi migliorati­vi sul fronte delle responsabi­lità legali.

Ovviamente, sarà da vedere fino a quando i fondi resteranno in partita. La corda, con questi chiari di luna, rischia di rompersi da un momento all’altro.

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