Grecia nuovo hub del gas in Europa dove l’Italia si muove da protagonista
Snam ha un ruolo di spicco nel Paese, ponte strategico tra Mediterraneo e Balcani Dietro le quinte i giochi di potere delle dinastie locali e la sfida Usa- Russia
Tramontata l’aspirazione di fare dell’Italia un hub del gas, è la Grecia – ponte strategico tra Mediterraneo e Balcani – ad emergere come il nuovo snodo cruciale per l’energia in Europa. Ed è proprio qui che si giocano alcune delle partite più importanti nella grande sfida che oggi contrappone Russia e Stati Uniti sul mercato.
Al di là delle apparenze, tuttavia, l’Italia non è affatto uscita di scena. Snam, nonostante la comunicazione low profile, è uno dei protagonisti di spicco sulla scena ellenica, grazie alla posizione di primo azionista di Desfa, gestore locale dei gasdotti, al cui vertice ha collocato un suo ex dirigente, Nicola Battilana.
La società guidata da Marco Alverà è sempre più attiva anche nella vicina Albania, Paese percorso dal Tap, dove possiede il 25% di Albgaz e dove ha appena siglato un protocollo d’intesa per un progetto di stoccaggio sotterraneo del gas: opera considerata strategica dalla Ue, che stanzierà 800mila euro per lo studio di fattibilità nell’ambito del Western Balkans Investment Framework ( Wbif).
In Grecia la conquista italiana di Desfa a risale a dicembre 2018, quando Atene – impegnata nelle privatizzazioni imposte dal Fondo monetario internazionale – cedette il 66% del capitale a Senfluga, consorzio di cui oggi Snam possiede il 54%, mentre la spagnola Enagàs e la belga Fluxys ( socie degli italiani anche in Tap) hanno il 18% ciascuna. Il restante 10% è stato rilevato nel 2019 da Damco Energy, una mossa con cui i Copelouzos – una delle famiglie greche più ricche, influenti e riservate – hanno conquistato l’ennesima casella sullo scacchiere energetico dell’Europa centrale.
Damco fa parte del Gruppo Copelouzos, un vero e proprio impero fondato nel 1973 da a Dimitrios Copelouzos, un self made man partito da una piccola società di noleggio di autobus turistici. Oggi le attività spaziano dal real estate alle lotterie, dalle ferrovie agli aeroporti, con quote in numerosi scali della Grecia, compreso quello ateniese. Tra i core business da molti anni c’è anche l’energia, settore che sta molto a cuore al capostipite della dinastia, tuttora al vertice del gruppo nonostante gli 81 anni compiuti e considerato uno dei più potenti oligarchi della Grecia, vicino al partito conservatore Nea Dimokratia.
L’anziano Dimitrios non ama i riflettori della cronaca, ma nonostante il carattere riservato la sua fama e le sue relazioni si spingono ben oltre i confini nazionali e gli sono valsi un riconoscimento prestigioso anche nel nel nostro Paese, dove oggi si fregia del titolo di cavaliere: il 21 dicembre 2018, all’epoca del governo Conte 1 ( Lega- Cinque Stelle), è stato insignito dell’Ordine della Stella d’Italia, onorificenza che l’ambasciatore in Grecia Luigi Marras ha giustificato con il « notevole aiuto fornito agli imprenditori italiani impegnati nella creazione di rapporti commerciali tra Italia e Grecia finalizzati al progresso e allo sviluppo » .
Il nome dei Copelouzos fa capolino in tutte, ma proprio tutte, le partite che coinvolgono la Grecia nel settore del gas, sia sul fronte filo americano che su quello filo russo. Dimitrios, che intrattiene rapporti amichevoli con il ceo di Gazprom Alexei Miller ( e secondo la stampa greca anche con il presidente russo Vladimir Putin), nel 1991 aveva costituito Prometheus Gas, joint venture 50: 50 tra Gazprom Export e Pyrsos Holding ( 100% Gruppo Copelouzos) titolare di importanti contratti per l’importazione di gas russo. La società, tuttora attiva, è arrivata in alcuni periodi a controllare due terzi del mercato greco, con vendite per un miliardo di metri cubi l’anno.
Attraverso la C. G. Gas Limited di Cipro, oggi Copelouzos è in gara per la privatizzazione di Depa Commercial, altra società chiave per i futuri equilibri energetici. Con Edison sta infatti ultimando l’Interconnessione GreciaBugaria ( IGB) e spera di realizzare l’EastMed, gasdotto che ha ricevuto un impulso importante a gennaio grazie all’accordo per la commercializzazione di 2 miliardi di metri cubi l’anno di gas israeliano che la stessa Depa ha stretto con Energean, colosso greco dell’upstream a sua volta rafforzatosi rilevando le attività E& P di Edison. Non basta. Depa Commercial è anche socia di Gastrade, consorzio per il futuro rigassificatore di Alexandroupolis, che a sua volta è una creatura della famiglia Copelouzos.
Gastrade è forse il vero capolavoro del magnate greco Dimitrios, che lavorando dietro le quinte ha messo insieme dal nulla quella che oggi è una compagine azionaria solida, diversificata e molto gradita agli Usa. La società era stata ufficialmente fondata dalla figlia di Dimitrios, Asimina Elena Copelouzos, detta Elmina, che fino a pochi anni fa ne era rimasta anche l’unica azionista: un ruolo che sembra fare a pugni con il personaggio.
La bionda Elmina, classe 1982, da ragazza si era distinta soprattutto come ballerina e sognava di dedicarsi a una carriera artistica. Anche oggi non interviene spesso negli affari di Gastrade, ma si occupa soprattutto della collezione d’arte contemporanea della famiglia, ospitata in un museo adiacente alla sua principesca villa di Kifisià, il sobborgo ateniese dei vip.
È dedicandosi ad attività filantropiche che Elmina, in un evento a Kensington Palace, a Londra, ha conosciuto Konstantinos Spyropoulos, l’uomo che avrebbe sposato e prontamente collocato alla guida della sua società. Quarantenne di bell’aspetto e capelli fluenti, Spyropoulos prima di entrare nella famiglia Copelouzos non aveva esperienza di energia, ma dirigeva i palinsesti di Alpha TV e faceva da manager a Sakis Rouvas, ex atleta olimpico di salto con l’asta riciclatosi con successo come attore e cantante pop. Si trovava al ricevimento di Kensington Palace proprio per accompagnare Rouvas, che si sarebbe esibito per gli ospiti. Oggi è il managing director di Gastrade, di cui la moglie Elmina possiede tuttora il 20%. Il resto, suddiviso in quote identiche, è stato ceduto poco per volta ad altri soci: l’ingresso più recente, lo scorso novembre, è quello di Desfa, la controllata di Snam, che si è unita a BulgarTransGaz, Depa Commercial e Gaslog Cyprus Investments.
Quest’ultima fa capo a Gaslog Ltd, società di navigazione quotata a Wall Street, con una flotta di 35 navi metaniere e accordi di trasporto anche con Cheniere Energy, il maggior esportatore di Gnl Usa. Pochi giorni fa nel capitale ha accolto BlackRock, con una sostanziosa quota del 45%, che lascia comunque il controllo alla Blenheim Holdings dei Livanos, dinastia di armatori greci, e alla Fondazione Onassis. Il prossimo passo sarà il delisting.
Seconda e ultima puntata
La prima parte è stata pubblicata il 7 marzo, con il titolo « In corso nei Balcani la sfida finale del gas tra Russia e Stati Uniti »