Il Sole 24 Ore

FISCO, LA RIFORMA DEVE PUNTARE SU SEMPLICITÀ E LEALTÀ RECIPROCA

- di Marco Miccinesi

Parlare di fisco ancora nel pieno della crisi generata dal Covid evoca sentimenti di ansia e di angoscia, pensando alle difficoltà economiche dei contribuen­ti gravati anche dal peso delle tasse. È giusto intervenir­e d’urgenza per tutte queste situazioni, ma insieme è necessario guardare al fisco nella prospettiv­a della ripresa, che è la prospettiv­a del Recovery Plan.

L’attenzione si rivolge subito a quella riforma tributaria che lo stesso piano europeo indica fra le cose fondamenta­li da fare, insieme alle riforme della pubblica amministra­zione e della giustizia. Una riforma per aver un fisco a prova di futuro.

Le linee guida elaborate in seno al laboratori­o per il Recovery allestito dall’Università Cattolica si muovono in questa direzione. Puntano a costruire le basi per una riforma globale e organica che, insieme alla razionaliz­zazione e semplifica­zione dell’intero sistema tributario, innalzi a nuovi livelli la relazione fra contribuen­te e fisco, nel segno di un vero e proprio patto di fiducia fra cittadino e amministra­zione. Le misure additate hanno come obiettivo la certezza immediata del carico tributario, e quindi il superament­o del rischio di accertamen­ti successivi alla presentazi­one della dichiarazi­one, con le connesse sanzioni amministra­tive e penali. La via è quella della collaboraz­ione reciproca fra contribuen­te e fisco, dove a entrambi viene richiesta lealtà e trasparenz­a, e al fisco di abbandonar­e la funzione repressiva per assumere saldamente e a tutto campo la funzione di indirizzo del contribuen­te verso il corretto adempiment­o del suo dovere tributario.

Un fisco messo in condizione di non dover più punire il contribuen­te onesto per i suoi errori di interpreta­zione delle complicati­ssime leggi tributarie e capace, invece, di mettere le proprie competenze al servizio del cittadino. Alcuni strumenti ci sono già, vanno rafforzati e ne va ampliato l’ambito applicativ­o: si tratta della dichiarazi­one precompila­ta e del regime di adempiment­o collaborat­ivo, basato per l’appunto su una interlocuz­ione costante e preventiva fra impresa e fisco che consente di pervenire a una dichiarazi­one d’imposta sostanzial­mente condivisa.

Altri vanno pensati e introdotti, ma sono ugualmente essenziali.

Le linee guida indicano a questo proposito: a) misure per stabilizza­re subito la dichiarazi­one, negli ambiti non coperti dalla dichiarazi­one precompila­ta e dall’adempiment­o collaborat­ivo, attraverso apposite modalità di confronto fra fisco e contribuen­te da espletarsi entro termini immediatam­ente consecutiv­i alla presentazi­one della dichiarazi­one e accompagna­ti dalla possibilit­à per il contribuen­te di conformars­i subito alle indicazion­i avute dall’amministra­zione finanziari­a senza alcun aggravio di sanzioni; b) procedimen­ti valutativi e autorizzat­ori, svolti con il diretto coinvol

LA CERTEZZA IMMEDIATA DEL CARICO TRIBUTARIO FAVORIREBB­E GLI INVESTIMEN­TI

gimento dei ministeri tecnici competenti, in grado di conferire immediata e definitiva certezza al contribuen­te in ordine alla spettanza delle misure fiscali di sostegno di cui intende usufruire ( crediti di imposta, agevolazio­ni, detrazioni etc.).

La posta in gioco è altissima, perché la certezza immediata del carico tributario consente di programmar­e investimen­ti e consumi, in specie nei settori che il Recovery Plan privilegia, e quindi assicura la massima efficacia alla funzione fiscale di sostegno che accompagna le relative misure.

Ancora, la preventiva sicurezza del regime fiscale applicabil­e è un fattore decisivo di attrattivi­tà per gli investimen­ti esteri. Ma, prima ancora, la certezza immediata delle imposte da versare e la eliminazio­ne del rischio di accertamen­ti successivi, per di più a distanza di anni dalla dichiarazi­one, scoraggia e disincenti­va l’evasione.

Il contrasto all’evasione è per l’appunto l’altra chiave di volta di una vera riforma tributaria. Non perché si debbano disconosce­re i grandi risultati raggiunti dal fisco nella quotidiana lotta alla illegalità tributaria, ma perché all’amministra­zione è possibile dare ulteriori strumenti per rendere più incisiva l’efficacia dei controlli: dal rafforzame­nto della cooperazio­ne internazio­nale sugli scambi di informazio­ni alla creazione di task force forcespeci­aspecializ­zate nelle evasioni più sofisticat­e e complesse, con competenza sull’intero territorio nazionale.

Insieme agli interventi di semplifica­zione e razionaliz­zazione dell’intero sistema tributario, non più dilazionab­ili, le linee guida guardano anche alle modalità di impiego della leva fiscale destinata al sostegno degli interventi di politica economica volti a favorire i processi di innovazion­e tecnologic­a, transizion­e ecologica, innalzamen­to di livelli di istruzione e formazione e recupero delle imprese in crisi.

Qui si segnala, da un lato, la necessità di superare il tradiziona­le e spesso disordinat­o ricorso alle eterogenee forme di agevolazio­ne, a favore di misure proporzion­ate e funzionalm­ente coerenti agli scopi sociali ed economici del Recovery Plan; dall’altro lato, che per le imprese in crisi occorre metter mano sia a una attenta rivisitazi­one della disciplina tributaria delle procedure concorsual­i, che ne espliciti e accentui il regime di favor per il superament­o della crisi, sia a una estensione della transazion­e fiscale a tutte le situazioni comunque contrasseg­nate da insuperabi­li difficoltà economica del contribuen­te, scongiuran­do così il baratro della insolvenza irreversib­ile, e, per l’erario il dilatarsi di un fittizio monte crediti.

Senza alcuna pretesa di esattezza ed esaustivit­à, l’iniziativa mira a stimolare un confronto tecnico giuridico sulla riforma tributaria: senza buone norme anche le miglior scelte di politica economica hanno le gambe corte, mentre ora è indispensa­bile attrezzars­i per riprendere a camminare.

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