Il Made di Milano una palestra per le Pmi
I venti dimostratori del centro del quartiere Bovisa ideali per venire incontro alle esigenze delle imprese di piccole dimensioni
Un tomografo assiale per fare la “tac” ai pezzi prodotti e individuare rapidamente eventuali difetti. O una grotta di realtà virtuale che consente di simulare a tre dimensioni come sarà davvero la fabbrica 4.0 e come avverranno gli assemblaggi. Attrezzature costose, soprattutto per le aziende di più piccole dimensioni, esposte nella vetrina interattiva di Made, il Competence Center di Milano, e pronte per essere utilizzate.
Sono solo due esempi delle tecnologie presenti nei 20 dimostratori per il monitoraggio e il controllo dei processi industriali nell’area di 2.500 metri quadrati nel quartiere Bovisa. Ciascuno è dedicato a una particolare tecnologia 4.0: dalla robotica collaborativa ai big data, dalla manutenzione da remoto al gemello digitale, dall’efficienza energetica alla manifattura additiva. Il motto è “test before invest”, testare e provare prima di investire. L’obiettivo non è solo informare e mostrare le tecnologie di Industria 4.0, ma anche spiegarle attraverso attività di formazione ad hoc per arrivare a progetti e soluzioni concrete.
Il Competence Center è nato ufficialmente nel gennaio 2019 e conta 48 partner ( 43 imprese private, 4 università lombarde e 1 ente pubblico). Ai 7 milioni di euro complessivi che arriveranno dal Ministero dello Sviluppo Economico ( dei quali 2,5 già giunti a destinazione) si aggiungeranno cofinanziamenti privati per 3,4 milioni. I partner metteranno sul piatto 5 milioni di euro in attrezzature, 4,1 milioni in contanti e 13 milioni di ore/ uomo. « Siamo una fabbrica del futuro, digitale e sostenibile, una palestra dove le imprese di tutta Italia possono approfondire i vari tasselli del sistema 4.0, ma anche visionare e allenarsi ad adottare queste tecnologie. Noi facciamo da coach » , spiega Marco Taisch, presidente di Made e docente di operations management e advanced and sustainable manufacturing systems alla School of management del Politecnico di Milano.
Dopo mesi di attività virtuale, complice anche il lockdown dello scorso anno, la sede ha aperto i battenti lo scorso 10 dicembre. Finora sono stati organizzati 76 webinar con la partecipazione di oltre 6mila persone provenienti da oltre 3mila aziende di tutto il Paese. Circa 180 imprese hanno inoltre visitato ( virtualmente o fisicamente) Made. Quasi ogni giorno, intanto, gruppi di aziende lavorano insieme per sviluppare e testare progetti innovativi negli spazi dedicati al coworking.
Il Competence Center ha appena lanciato il suo secondo bando. Fino al 20 aprile sarà possibile partecipare con uno o più progetti sui temi di Industria 4.0 applicati al contesto manifatturiero. La dote complessiva è di 1,2 milioni e il contributo massimo erogabile sarà di 100mila euro. Alla prima chiamata, a inizio 2020, hanno risposto 71 imprese: il 60% proveniva dalla Lombardia, il resto da 13 regioni. I 19 progetti selezionati, in corso di realizzazione o appena conclusi, hanno ottenuto una copertura del 50% dell’investimento previsto a fondo perduto.
Nel frattempo il Competence center lombardo ha siglato alleanze strategiche con la rete dei Digital Innovation Hub, Confindustria, il Consorzio Simpler, Cna Lombardia, alcune Camere di Commercio sul territorio nazionale, Fast ( la Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche) e Intesa Sanpaolo.
« Il 2021 – dice Taisch – sarà l’anno della piena operatività e dettaglieremo ancora di più i servizi offerti. Per i prossimi tre anni la nostra ambizione è portare a Made più di 10mila persone, finanziare oltre 390 progetti di trasferimento tecnologico, affiancare più di 200 progetti Industria 4.0 e coinvolgere più di 15mila imprese italiane » . Non solo. Made, aggiunge Taisch, « punta a diventare un interlocutore anche per gli Its, gli istituti tecnici scientifici su cui il governo Draghi insiste molto. Intendiamo diventare una palestra tecnologica anche per i loro studenti » . E aggiunge: « Si parla spesso del divario di innovazione in Italia rispetto agli altri Paesi e si cita il caso dei Fraunhofer tedeschi, ( l’organizzazione che riunisce 75 istituti di ricerca applicata, ndr), ma i Competence center italiani, che sono già una realtà, hanno preso spunto dal modello tedesco e dalle esperienze di Francia e Regno Unito e le hanno adattate al tessuto produttivo del nostro Paese. Una grande particolarità, tutta italiana, è il focus sulle piccole e medie imprese, mentre quelle grandi svolgono la funzione di formatori per il trasferimento delle competenze tecnologiche. I Fraunhofer abitano già qui » .
Per il prossimo triennio il Centro punta a coinvolgere più di 15mila imprese e guarda agli Its