La Cina sanziona Alibaba: multa antitrust da 2,3 miliardi
L’Autorità di Pechino accusa il colosso tech per « abuso di posizione dominante » La sanzione record è di 2,3 miliardi di euro. Dietro il provvedimento c’è una strategia geopolitica
Nuove grane in patria per Jack Ma, fondatore di Alibaba: le autorità cinesi hanno inflitto una maxi- multa da 2,3 miliardi di euro al gigante dell’e- commerce per abuso di posizione dominante.
Sembra quasi una notizia arrivata dall’Unione europea, famosa per le “bacchettate” ai grandi monopoli. Ma questa volta la maxi- multa contro un colosso tech che abusa della posizione dominante è made in China: l’Autorità Antitrust locale ha infatti inflitto ad Alibaba, il gruppo dell’e- commerce fondato da Jack Ma, una multa record da 18,2 miliardi di yuan ( pari a 2,3 miliardi di euro) per abuso di posizione dominante. Notizia che non colpisce solo per l’importo. Ma soprattutto perché dimostra che la Cina, con un preciso disegno strategico e geopolitico, ha deciso di abbandonare l’era del laissez- faire in tema di regolamentazione del settore tecnologico e fintech per entrare nel mondo delle regole. Questo non è un messaggio solo domestico: è un messaggio che la Repubblica popolare lancia al mondo.
La vicenda
La maxi- multa inflitta ad Alibaba è in realtà solo l’ultimo episodio di una guerra che il Partito ha avviato contro il colosso tech, per un mix di motivi personali nei confronti di Jack Ma e di strategia geopolitica. Tutto era iniziato ad ottobre quando il fondatore di Alibaba aveva criticato pubblicamente il sistema bancario del Paese. Un mese più tardi le Autorità sono passate al contrattacco: prima hanno bloccato la quotazione in Borsa di Ant Group ( il braccio finanziario di Alibaba) che doveva ammontare alla cifra record di 37 miliardi di dollari, poi la State Administration for Market Regulation ( Samr) ha annunciato l’avvio dell’indagine Antitrust nei confronti di Alibaba. Nel frattempo il mondo è stato colpito dall’improvvisa uscita di scena di Jack Ma, sparito dai riflettori per lungo tempo. Ieri è arrivata la multa: il Samr accusa il colosso di « abusare della sua posizione dominante » dal 2015, impedendo alle aziende di vendere i propri prodotti su altre piattaforme concorrenti di e- commerce.
I messaggi
Con questa multa la Cina sta lanciando almeno due moniti al proprio Paese e al mondo. « Il primo è indirizzato all’interno - osserva Alessia Amighini dell’Ispi e professoressa dell’Università del Piemonte orientale -. Il messaggio è che il Partito comanda e continua a farlo » . Ma c’è anche una strategia internazionale: « La Cina ha l’obiettivo di raggiungere la supremazia tecnologica e scientifica nel mondo - spiega Amighini -. Questo non può essere fatto nell’assenza di regole: promuovendole nel settore fintech, la Cina mira a dunque definire uno standard di normative nel settore con cui imporsi nel mondo » .