Stirpe: riforma ammortizzatori prioritaria, ora correre
Passare dal sostegno passivo alle politiche attive per l’occupabilità
Per gestire l’attuale fase di transizione, è « una priorità » la riforma degli ammortizzatori: « Bisogna passare dalla difesa del singolo posto di lavoro alla difesa dell’occupabilità dei lavoratori, in primis attraverso la formazione. Occorre passare dalle politiche passive di sostegno al reddito alle politiche attive » . A sollecitare un « cambio di passo » nelle politiche del lavoro è il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, ricordando che al tavolo tra governo e parti sociali sulla riforma degli ammortizzatori « ancora non siamo entrati nel merito della discussione » , mentre « serve un confronto senza pregiudizi, perchè ragionare con i vecchi schemi, abbiamo visto che risultati produce » .
Il riferimento di Stirpe è agli ultimi dati Istat, che a febbraio registrano quasi un milione di occupati in meno rispetto all’anno precedente e circa 700mila inattivi in più, anche per effetto del nuovo metodo di rilevazione che non considera più occupati i cassintegrati da oltre 3 mesi. Ai sindacati che sollecitano un’ulteriore estensione del blocco dei licenziamenti che si trascina da un anno e proro
gati dal Dl Sostegni fino al prossimo 30 giugno per le imprese che utilizzano la cig ordinaria, Stirpe ricorda che « continuare a ragionare sul blocco dei licenziamenti e continuare a rimandare il momento di affrontare il problema è una strategia miope che porterà più danni che benefici » . Piuttosto, secondo il vicepresidente di Confindustria è « urgente intervenire sui processi per gestire le crisi, accompagnare i percorsi di rinnovamento aziendale, le transizioni occupazionali e la ripresa economica » mettendo in campo una serie di strumenti: « bisogna estendere la cassa integrazione ordinaria con natura assicurativa, potenziare la Naspi e l’assegno di ricollocazione, rafforzare il contratto di espansione, rimettere le mani al decreto dignità sui contratti a termine » .
Il fattore tempo è decisivo. Perchè dalla crisi economica innescata dalla pandemia « gli altri Paesi usciranno prima e meglio di noi. I divari con le altre economie sono destinati ad aumentare » , avverte il vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, in Italia abbiamo « condizioni di svantaggio. Bisognerà correre per colmare queste distanze » . Secondo il Csc nella risalita dell’economia attesa per il 2021, si avrà un riallungamento delle ore lavorate pro- capite, ma il numero di occupati è atteso ancora in calo (- 1,7%). Nel 2022, secondo anno di risalita del Pil, ci sarà spazio anche per un recupero di occupati (+ 1,4%, pari a + 313mila unità). In questo quadro il Next Generation EU, sottolinea Stirpe, rappresenta un’ « occasione storica » per « governare le transizioni verso l’economia verde e la digitalizzazione » , ma « bisogna intervenire in modo strutturale, rispetto a quanto fatto in passato » .