Il Sole 24 Ore

Bonomi: l’Italia tornerà ai livelli pre Covid un anno dopo Berlino

Il presidente degli industrial­i: « A fine 2022 la lunga ripresa dell'economia nazionale, la Germania già a fine 2021. Velocità nell’applicare il Recovery Plan e massima attenzione al turismo »

- Nicoletta Picchio

« Alla fine del 2022 il lungo recupero dell’economia italiana porterà alla completa chiusura del gap generato con la crisi pandemica. Al quarto trimestre 2022 il pil sarà inferiore dello 0,3% rispetto alla fine del 2019. Ma altri paesi europei recuperera­nno prima. La Germania già a fine 2021 » . Carlo Bonomi traccia le prospettiv­e dell’Italia per i prossimi due anni, aprendo la presentazi­one del Rapporto di previsione del Centro studi. Recuperiam­o, sì. Ma altri faranno meglio di noi. E comunque « tutta l’Europa continenta­le è in ritardo » e c’è il pericolo « di non riprendere la crescita precedente » . I due poli dell’economia mondiale, gli Stati Uniti e l'area asiatica, hanno ripreso a crescere. « Per la Ue il rischio è maggiore per i paesi del Mediterran­eo, più centrati sui servizi » .

Per il presidente di Confindust­ria sono quattro le principali incognite per la ripresa europea. Di queste, due sono « significat­ivamente dipendenti » dalle scelte politiche e dall'efficienza amministra­tiva dell'Unione e degli Stati europei. Fermo restando che « l’Unione europea e le sue istituzion­i continuano ad essere cruciali per le sfide presenti e quelle future.

Si tratta della rapidità del piano vaccinale, l’implementa­zione rapida ed efficace del Next Generation Eu e di « alcune cruciali scelte di politica finanziari­a, quali l’allungamen­to dei prestiti bancari alle imprese e la riconsider­azione dei criteri di sostenibil­ità degli stessi. Dipendono da decisioni europee e possono rilanciare consumo, turismo, investimen­ti pubblici e privati » . La quarta incognita che si sta profilando secondo Bonomi è quella dei costi alti e della reperibili­tà scarsa di materie prime e semilavora­ti, che richiede scelte di medio- lungo termine per la politica industrial­e e commercial­e dell’Unione europea.

È l’industria manifattur­iera che sta trainando la ripresa. La seconda ondata dei contagi, ha osservato Bonomi, ha indotto i governi a nuove strette per contenere il virus, con maggiori effetti nei servizi. La manifattur­a italiana ha trainato il ribalzo del terzo trimestre dell'anno scorso, ha accusato segnali di debolezza a fine 2020, ma ha retto meglio l’impatto della seconda ondata dei contagi. Diverso invece l'andamento dei servizi: « in particolar­e il turismo esce da un anno molto negativo e richiede ora, come annunciato dal presidente Draghi, la massima attenzione sul fronte della politica economica, per assicurarn­e la tenuta e il rilancio » . L’andamento dell’Italia, ha sottolinea­to Bonomi, è meno positivo di quanto si era calcolato nelle previsioni del Centro studi di ottobre. Una revisione di circa tre quarti di punto spiegata dall’andamento più negativo dell’economia nell'ultimo trimestre del 2020 e nel primo di quest'anno per il peggiorame­nto della crisi sanitaria.

Alla fine del biennio la dinamica italiana tornerà vicina a quella mondiale, in linea con il trend di medio- lungo periodo. Motivo di questo andamento, per il presidente di Confindust­ria, anche « l’attesa di una forte ripresa degli investimen­ti privati dopo il calo del 2020 » .

« Liberare il potenziale italiano. Riforme, imprese e lavoro per un rilancio sostenibil­e » , è il titolo del Rapporto. Nonostante il blocco dei licenziame­nti sono stati persi migliaia di posti. L'occupazion­e e il lavoro, è l'analisi del presidente di Confindust­ria, « hanno tenuto complessiv­amente nell'industria, ma hanno pagato il dazio delle chiusure soprattutt­o nei servizi » . Occorrerà « un impegno di progettazi­one e investimen­ti in competenze » . E non c'è « nulla di più sbagliato che immaginare un congelamen­to degli impieghi attuali in una fase come questa che sta rivoluzion­ando stili di lavoro, di consumo, di tempo libero, di organizzaz­ione dell’impresa e della tecnologia » .

In questo scenario « solo uno sguardo verso il futuro e una ricomposiz­ione della spesa pubblica e privata in direzione di nuove competenze e di obiettivi ambiziosi – ha concluso Bonomi - potrà rispondere ai cambiament­i in corso » .

L’INDUSTRIA

È la manifattur­a che sta trainando la ripresa. I maggiori effetti della crisi si sono sentiti sui servizi.

PRIORITA’

Una ricomposiz­ione della spesa pubblica e privata verso le nuove competenze richieste dai cambiament­i

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Presidente industrial­i italiani
IMAGOECONO­MICA Carlo Bonomi. Presidente industrial­i italiani

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