Bonomi: l’Italia tornerà ai livelli pre Covid un anno dopo Berlino
Il presidente degli industriali: « A fine 2022 la lunga ripresa dell'economia nazionale, la Germania già a fine 2021. Velocità nell’applicare il Recovery Plan e massima attenzione al turismo »
« Alla fine del 2022 il lungo recupero dell’economia italiana porterà alla completa chiusura del gap generato con la crisi pandemica. Al quarto trimestre 2022 il pil sarà inferiore dello 0,3% rispetto alla fine del 2019. Ma altri paesi europei recupereranno prima. La Germania già a fine 2021 » . Carlo Bonomi traccia le prospettive dell’Italia per i prossimi due anni, aprendo la presentazione del Rapporto di previsione del Centro studi. Recuperiamo, sì. Ma altri faranno meglio di noi. E comunque « tutta l’Europa continentale è in ritardo » e c’è il pericolo « di non riprendere la crescita precedente » . I due poli dell’economia mondiale, gli Stati Uniti e l'area asiatica, hanno ripreso a crescere. « Per la Ue il rischio è maggiore per i paesi del Mediterraneo, più centrati sui servizi » .
Per il presidente di Confindustria sono quattro le principali incognite per la ripresa europea. Di queste, due sono « significativamente dipendenti » dalle scelte politiche e dall'efficienza amministrativa dell'Unione e degli Stati europei. Fermo restando che « l’Unione europea e le sue istituzioni continuano ad essere cruciali per le sfide presenti e quelle future.
Si tratta della rapidità del piano vaccinale, l’implementazione rapida ed efficace del Next Generation Eu e di « alcune cruciali scelte di politica finanziaria, quali l’allungamento dei prestiti bancari alle imprese e la riconsiderazione dei criteri di sostenibilità degli stessi. Dipendono da decisioni europee e possono rilanciare consumo, turismo, investimenti pubblici e privati » . La quarta incognita che si sta profilando secondo Bonomi è quella dei costi alti e della reperibilità scarsa di materie prime e semilavorati, che richiede scelte di medio- lungo termine per la politica industriale e commerciale dell’Unione europea.
È l’industria manifatturiera che sta trainando la ripresa. La seconda ondata dei contagi, ha osservato Bonomi, ha indotto i governi a nuove strette per contenere il virus, con maggiori effetti nei servizi. La manifattura italiana ha trainato il ribalzo del terzo trimestre dell'anno scorso, ha accusato segnali di debolezza a fine 2020, ma ha retto meglio l’impatto della seconda ondata dei contagi. Diverso invece l'andamento dei servizi: « in particolare il turismo esce da un anno molto negativo e richiede ora, come annunciato dal presidente Draghi, la massima attenzione sul fronte della politica economica, per assicurarne la tenuta e il rilancio » . L’andamento dell’Italia, ha sottolineato Bonomi, è meno positivo di quanto si era calcolato nelle previsioni del Centro studi di ottobre. Una revisione di circa tre quarti di punto spiegata dall’andamento più negativo dell’economia nell'ultimo trimestre del 2020 e nel primo di quest'anno per il peggioramento della crisi sanitaria.
Alla fine del biennio la dinamica italiana tornerà vicina a quella mondiale, in linea con il trend di medio- lungo periodo. Motivo di questo andamento, per il presidente di Confindustria, anche « l’attesa di una forte ripresa degli investimenti privati dopo il calo del 2020 » .
« Liberare il potenziale italiano. Riforme, imprese e lavoro per un rilancio sostenibile » , è il titolo del Rapporto. Nonostante il blocco dei licenziamenti sono stati persi migliaia di posti. L'occupazione e il lavoro, è l'analisi del presidente di Confindustria, « hanno tenuto complessivamente nell'industria, ma hanno pagato il dazio delle chiusure soprattutto nei servizi » . Occorrerà « un impegno di progettazione e investimenti in competenze » . E non c'è « nulla di più sbagliato che immaginare un congelamento degli impieghi attuali in una fase come questa che sta rivoluzionando stili di lavoro, di consumo, di tempo libero, di organizzazione dell’impresa e della tecnologia » .
In questo scenario « solo uno sguardo verso il futuro e una ricomposizione della spesa pubblica e privata in direzione di nuove competenze e di obiettivi ambiziosi – ha concluso Bonomi - potrà rispondere ai cambiamenti in corso » .
L’INDUSTRIA
È la manifattura che sta trainando la ripresa. I maggiori effetti della crisi si sono sentiti sui servizi.
PRIORITA’
Una ricomposizione della spesa pubblica e privata verso le nuove competenze richieste dai cambiamenti