Sputnik V in Europa, la Germania si porta avanti
In attesa dell’Ema, Berlino sta negoziando con Mosca ordini di acquisto
« C’è una buona intesa con l’Italia, il governo e il primo ministro Draghi - dirà lunedì sera su Retequattro Kirill Dmitriev, ad del fondo sovrano russo Rdif che finanzia e promuove il vaccino di Mosca -. Penso che molti italiani capiscano perché si cerca di attaccare lo Sputnik. Grandi interessi commerciali cercano di impedire che venga utilizzato in Italia e in Europa » .
Destinato a sollevare polemiche a ogni passo, di carattere geopolitico più che farmaceutico, Sputnik è infatti già riuscito a far cacciare un primo ministro, in Slovacchia: Igor Matovic, accusato di aver orchestrato un ordine segreto di acquisti. Al rimpasto è seguita la restituzione della merce che, secondo le autorità sanitarie a Bratislava, non corrispondeva a quanto verificato nelle ispezioni internazionali.
Eppure presto potrebbe arrivare l’ora di Sputnik anche in Europa. I primi passi a livello governativo, sia sul fronte degli acquisti che in vista di una produzione fuori dalla Russia, li ha fatti la Germania. Come confermerà Dmitriev a Retequattro, il governo tedesco è entrato in trattativa con Rdif per definire un ordine di acquisto anticipato. Anche se, come ha ripetuto venerdì Jens Spahn, il ministro della Salute, le precondizioni sono il via libera dell’Agenzia europea del farmaco, Ema, e la disponibilità delle dosi promesse entro il secondo o terzo trimestre.
Dmitriev non sembra preoccupato: « Per la Ue abbiamo a disposizione 50 milioni di dosi - spiega a
Dmitriev ( Fondo sovrano russo): « Con l’Italia e con Draghi c’è una buona intesa »
Retequattro -. La Germania ha già avviato una trattativa con noi , potremo fornirle 20 milioni di dosi tra luglio e settembre, il resto potrebbe andare all’Italia e ad altri » .
In Italia un’intesa preliminare per avviare la produzione di Sputnik è quella annunciata in marzo dalla svizzera Adienne, sito produttivo in Lombardia. « Sullo Sputnik - ha detto Mario Draghi giovedì - vediamo cosa dice l’Ema, poi i contratti si possono fare benissimo » . Ma se l’autorizzazione dell’Agenzia europea è il segnale atteso da tutti, Spahn ha chiarito che poiché la Ue non intende emettere un ordine per Sputnik a nome dei Paesi membri, la Germania sta valutando con i russi la possibilità di un ordine su basi bilaterali.
E mentre la rolling review di Sputnik avviata dall’Ema prosegue a rilento - con versioni contrastanti, a seconda della provenienza, sulle ragioni del ritardo, e con gli scienziati dell’Istituto Gamaleya in attesa degli ispettori europei in queste ore - alcuni Länder tedeschi si portano avanti: davanti a tutti la Baviera, che avrebbe firmato un contratto preliminare con la russa R- Pharma ( con stabilimento proprio in Baviera) per produrre 2,5 milioni di dosi, mentre il Meclemburgo- Pomerania Anteriore si sarebbe assicurato un altro milione. R- Pharma mira in alto, l’obiettivo sono 8- 10 milioni di dosi al mese. E l’ok dell’Ema? « Ora che avremo messo a regime la produzione - ha dichiarato a Reuters il chief executi
ve Aleksej Repik - sono certo che questo problema sarà risolto » .