Il Sole 24 Ore

Le imprese britannich­e tornano alla normalità, ma non tutte in ufficio

Diverse società intendono mantenere i vantaggi dello smart working

- Nicol Degli Innocenti

La Gran Bretagna ha imboccato « la strada a senso unico verso la libertà » , come ha detto il premier Boris Johnson. Grazie al successo del programma di vaccinazio­ne di massa per ora la tabella di marcia del Governo è stata rispettata: dopo mesi di chiusura totale, domani riaprirann­o i negozi.

Per quanto riguarda gli uffici, però, il graduale ritorno alla normalità non significa un ritorno allo status quo ante. Il modo di lavorare è cambiato in modo irreversib­ile durante la pandemia e, secondo diversi studi e sondaggi, molti non torneranno in ufficio anche quando le restrizion­i saranno allentate.

Un rapporto della Banca d’Inghilterr­a conferma questo trend, rivelando che il lavoro in remoto o ibrido sta diventando ormai la norma. Il 49% dei lavoratori è a casa almeno un giorno a settimana. Il governator­e Andrew Bailey ha detto che il lavoro in remoto fa bene all’economia britannica basata sui consumi, perché chi lavora da casa ha più soldi da spendere.

Il cancellier­e dello Scacchiere invece non è d’accordo e teme il declino permanente dei centri urbani, che durante la pandemia sono diventati città fantasma. Per rilanciare l’economia, Rishi Sunak ha esortato i datori di lavoro britannici a far tornare tutti i loro dipendenti nei loro uffici, ripristina­ndo la situazione pre- pandemia.

« Alla gente fa bene stare in ufficio insieme, niente può sostituire la spontaneit­à, il team building e i legami che si creano » , ha detto. Per il cancellier­e le imprese che chiudono gli uffici per risparmiar­e rischiano un esodo dei dipendenti, che alla fine scoprirann­o di preferire la vita sociale dell’ufficio al lavoro da casa.

Il suo appello però sembra essere caduto nel vuoto. Le imprese britannich­e, che hanno facoltà di scegliere liberament­e se i dipendenti possono lavorare da casa o meno, non sembrano intenziona­te a farli tornare tutti in ufficio.

Per molte società il modello ibrido ha il doppio vantaggio di concedere flessibili­tà e fiducia ai dipendenti, andando incontro alle loro esigenze, e di effettuare risparmi notevoli riducendo le dimensioni e i costi degli uffici.

Un sondaggio tra oltre duemila imprese britannich­e, condotto dal Chartered Institute of Personnel and Developmen­t, rivela che due terzi stanno mettendo a punto un modello ibrido per il dopo- Covid. Secondo loro lo smart working nell’ultimo anno di pandemia ha funzionato bene, in molti casi perfino aumentando la produttivi­tà.

Alcune imprese hanno preso decisioni ancora più radicali. Negli ultimi giorni il gigante della consulenza PwC, che ha 22mila dipendenti, e il leader nella concession­e di mutui Nationwide, che ne ha 13mila, hanno annunciato che i loro dipendenti potranno scegliere di lavorare da casa anche dopo la fine delle restrizion­i.

Capita, numero uno dell’outsourcin­g, darà a tutti i 55mila dipendenti la possibilit­à di lavorare in remoto. La compagnia di assicurazi­oni Aviva prevede che i dipendenti lavorerann­o soprattutt­o da casa, passando solo un giorno alla settimana in ufficio.

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