Le imprese britanniche tornano alla normalità, ma non tutte in ufficio
Diverse società intendono mantenere i vantaggi dello smart working
La Gran Bretagna ha imboccato « la strada a senso unico verso la libertà » , come ha detto il premier Boris Johnson. Grazie al successo del programma di vaccinazione di massa per ora la tabella di marcia del Governo è stata rispettata: dopo mesi di chiusura totale, domani riapriranno i negozi.
Per quanto riguarda gli uffici, però, il graduale ritorno alla normalità non significa un ritorno allo status quo ante. Il modo di lavorare è cambiato in modo irreversibile durante la pandemia e, secondo diversi studi e sondaggi, molti non torneranno in ufficio anche quando le restrizioni saranno allentate.
Un rapporto della Banca d’Inghilterra conferma questo trend, rivelando che il lavoro in remoto o ibrido sta diventando ormai la norma. Il 49% dei lavoratori è a casa almeno un giorno a settimana. Il governatore Andrew Bailey ha detto che il lavoro in remoto fa bene all’economia britannica basata sui consumi, perché chi lavora da casa ha più soldi da spendere.
Il cancelliere dello Scacchiere invece non è d’accordo e teme il declino permanente dei centri urbani, che durante la pandemia sono diventati città fantasma. Per rilanciare l’economia, Rishi Sunak ha esortato i datori di lavoro britannici a far tornare tutti i loro dipendenti nei loro uffici, ripristinando la situazione pre- pandemia.
« Alla gente fa bene stare in ufficio insieme, niente può sostituire la spontaneità, il team building e i legami che si creano » , ha detto. Per il cancelliere le imprese che chiudono gli uffici per risparmiare rischiano un esodo dei dipendenti, che alla fine scopriranno di preferire la vita sociale dell’ufficio al lavoro da casa.
Il suo appello però sembra essere caduto nel vuoto. Le imprese britanniche, che hanno facoltà di scegliere liberamente se i dipendenti possono lavorare da casa o meno, non sembrano intenzionate a farli tornare tutti in ufficio.
Per molte società il modello ibrido ha il doppio vantaggio di concedere flessibilità e fiducia ai dipendenti, andando incontro alle loro esigenze, e di effettuare risparmi notevoli riducendo le dimensioni e i costi degli uffici.
Un sondaggio tra oltre duemila imprese britanniche, condotto dal Chartered Institute of Personnel and Development, rivela che due terzi stanno mettendo a punto un modello ibrido per il dopo- Covid. Secondo loro lo smart working nell’ultimo anno di pandemia ha funzionato bene, in molti casi perfino aumentando la produttività.
Alcune imprese hanno preso decisioni ancora più radicali. Negli ultimi giorni il gigante della consulenza PwC, che ha 22mila dipendenti, e il leader nella concessione di mutui Nationwide, che ne ha 13mila, hanno annunciato che i loro dipendenti potranno scegliere di lavorare da casa anche dopo la fine delle restrizioni.
Capita, numero uno dell’outsourcing, darà a tutti i 55mila dipendenti la possibilità di lavorare in remoto. La compagnia di assicurazioni Aviva prevede che i dipendenti lavoreranno soprattutto da casa, passando solo un giorno alla settimana in ufficio.