A2A punta a crescere nel solare e nell’eolico Focus sul ciclo idrico
Centrale lo sviluppo sostenibile. Il riscaldamento globale incide sulla domanda di energia ma la diversificazione può limitare il rischio
Gli esperti, per comprendere la strategia di sviluppo di un’azienda, spesso analizzano come e dove questa indirizza gli investimenti. L’approccio può applicarsi anche al gruppo A2A, al fine di cogliere alcune sue dinamiche.
Gli investimenti
Nel recente piano d’impresa di lungo periodo ( 2021- 2030), l’utility, impegnata nello sviluppo sostenibile, ha previsto 16 miliardi di Capex cumulati. Di questi 6 sono appannaggio dell’economia circolare, mentre gli altri 10 si riconducono alla transizione energetica. In particolare, rispetto, alle 3 Business Unit ( BU) gli investimenti sono così divisi: 6 miliardi sulle reti; 4 miliardi per la BU Ambiente e altri 6 per la Business Unit Energia.
Già, la BU Energia. A questa, comprensiva sia della produzione di Mega Watt che della loro commercializzazione, sono ricondotti circa 5 miliardi per lo sviluppo. Un esborso cumulato in grande parte ( 73%) indirizzato alle energie rinnovabili. Si tratta di uno sforzo che, dalla capacità installata a fine 2020 in “renewables” di 2 GigaWatt, dovrà portare ai 5,7 GigaWatt del 2030.
Insomma: la sfida è importante. Un impegno cui contribuiranno in maniera rilevante l’eolico e il fotovoltaico. Sempre a fine arco di piano, infatti, i GigaWatt da rinnovabili saranno così divisi: il 34% è appannaggio dell’idrolettrico ( dove A2A ha già una presenza importante); il 38 e 28% sono invece riconducibili rispettivamente all’energia del sole e del vento.
Il fotovoltaico...
Al di là dei singoli numeri il focus sul solare è chiaro. Qui il gruppo, in pri
mis, vuole creare una base di partenza di MegaWatt ( MW) per sviluppare il business. Su questo fronte A2A, nel febbraio scorso, ha acquisito impianti fotovoltaici per 173 MW. La mossa, aggiungendosi agli 111 Mega Watt ad energia solare già in possesso, permette alla società di iniziare ad avere uno “zoccolo duro”. Oltre a ciò la multiutilty, unitamente all’espansione nei pannelli residenziali, punta da un lato ad acquisire maggiore know how nel settore; e, dall’altro, a comprare anche progetti fotovoltaici da sviluppare. L’obiettivo cioè, di là dall’uso della leva dell’M& A fuori dalla stessa Italia, non è diventare solo gestori di parchi eolici ma anche “developer” degli stessi.
... e l’eolico
Abbastanza simile è la strategia rispetto ai MW prodotti dalla forza del vento. Qui, va ricordato, la costituzione di una base di partenza nella potenza installata è a ancora in una fase antecedente rispetto al solare. In generale, comunque, deve ribadirsi che il progetto non si limita all’acquisto di parchi eolici o alla loro reingegnerizzazione per aumentarne efficienza e potenza. L’obiettivo, analogamente al fotovoltaico, è anche quello di diventare un player in grado, da solo o in partnership, di sviluppare e realizzare progetti “greenfield”.
Il nodo della concorrenza
Sennonché, rispetto al settore eolico, può farsi il seguente ragionamento. In questo comparto esistono, nel mercato domestico, player importanti e la concorrenza è serrata. Il rischio è che la strategia di espansione possa incontrare degli ostacoli.
A2A, di cui la “lettera al risparmiatore” ha sentito i vertici, non condivide il timore. Dapprima, viene sottolineato, l’eolico ha raggiunto la sostenibilità economica. Con il che i vari operatori puramente finanziari, che hanno in portafoglio parchi eolici ( da sviluppare o già sviluppati) potrebbero essere indotti, via via che vengono meno gli incentivi, o a cederli oppure a cercare partner industriali. Un contesto che offre ad A2A importanti occasioni di crescita. Non solo. Alcuni esperti ricordano che, al di là della strategia della società volta ad espandersi anche fuori dal mercato domestico, gli obiettivi energetici per l’Italia, al 2030, prevedono l’installazione di 19,3 nuovi GigaWatt nell’eolico. Uno scenario d’espansione complessivo il quale può agevolare la crescita nel settore della stessa multiutility.
La dinamica della clientela
Dalla produzione alla vendita. Il gruppo ha, per l’appunto, unito la ex BU Mercato in quella dell’Energia. Si tratta di una mossa finalizzata a massimizzare, e rendere più stabile, il margine integrato della produzione e commercializzazione di MW. L’integrazione, infatti, agevola ad esempio la realizzazione dei cosiddetti Ppa. Cioè: contratti di vendita d’energia ( rinnovabile) che, essendo di media- lunga durata e a prezzi prefissati, limitano il rischio della volatilità di mercato dei prezzi stessi.
In un simile contesto, peraltro, vendere i Mega Watt prodotti ai propri clienti aiuta ancora di più il business. In tal senso ben si comprende il perché A2A, sempre al 2030, abbia fissato l’obiettivo di arrivare a circa 6 milioni di utenti nell’elettricità e gas ( oggi sono 2,9). Un target da raggiungere in che modo? Circa un milione di nuovo clienti dovrà arrivare dai canali tradizionali; un altro milione sarà appannaggio del digitale. Per il rimanente, infine, dovrà farsi leva sul superamento nel BelPaese del “mercato a tutela”. Il passaggio, previsto al 2023, dovrebbe prevedere delle aste cui potranno partecipare le diverse utility. A2A, anche in forza della struttura industriale e finanziaria, conta di recitare il suo ruolo nel procedimento di assegnazione della clientela.
Il “climate change”
Tutto rore e fiori, insomma? La realtà è più complessa. Deve ricordarsi che il “climate change” implica, tra le altre cose il riscaldamento delle temperature medie, soprattutto in inverno. Un andamento che può indurre minori consumi d’energia, impattando le utility, compresa A2A.
Il gruppo, sul tema in oggetto, professa fiducia. In primis, viene ricordato, la diversificazione del business, dalla produzione di MW alle reti fino all’ambiente, consente di limitare il rischio. Inoltre il “climate change”, dice sempre A2A, non ha effetti univoci. Un esempio? Da un lato, nella stagione più fredda, non può escludersi un eventuale calo dei consumi legati al riscaldamento; ma dall’altro, in estate, la domanda di energia, in ipotesi per la climatizzazione, potrebbe crescere. Non solo. La società, rimarcando come la problematica sia tra le priorità nel suo “risk management”, sottolinea la gestione proattiva del tema in oggetto. Così, tra le altre cose, può ricordarsi l’uso di derivati che, a fronte di temperature più elevate rispetto al previsto, coprono, nel business del teleriscaldamento, gli eventuali minori ricavi.
Ciclo idrico
Fin qui alcune considerazioni riguardo rinnovabili e clientela. Altro focus, oltre a quello sul business dell’ambiente, riguarda il ciclo idrico. Un’attività, quest’ultima, ricondotta alla BU Reti. In generale il gruppo, sempre al 2030, prevede circa 4 miliardi di Capex per lo sviluppo della Business Unit. Di questi la parte preponderante è su reti elettriche ( 34%) ciclo idrico ( 28%) e calore ( 24%). Nel complesso, quindi, A2A da una parte prosegue nell’espansione ed efficientamento delle reti “tout court”; e dall’altra, favorendo l’elettrificazione dei consumi, prevede una Rab elettrica che, a fine arco di piano, dovrebbe assumere maggiore valore di quella del gas.
Ciò detto, però, è da segnalare per l’appunto il focus sul ciclo idrico, dove sono previsti circa 1,1 miliardi di investimenti. Una parte di questi riguarderà la depurazione. Un impegno importante anche nell’ottica dell’ economia circolare. I fanghi prodotti dai depuratori, infatti, potranno diventare essi stessi utili per la produzione d’energia.
Crediti commerciali
Ma non è solamente la strategia sugli investimenti. Lo scorso anno è stato contraddistinto con forza dalla crisi economico- sanitaria. Tuttavia nel 2021 verranno meno le misure a tutela delle famiglie ( ad esempio fine del divieto di licenziamento) e delle imprese ( cessazione delle moratorie su prestiti). Una duplice condizione che rischia di impattare la qualità del credito di A2A.
La società, pure consapevole della possibilità di un’onda lunga della crisi, rigetta la preoccupazione. Dapprima, viene ricordato, al 31/ 12/ 2020 non è vista alcuna problematica particolare, tanto che i giorni medi di pagamento sono in linea con quelli del 2019. Inoltre, da un lato, la società sottolinea che il fondo svalutazione crediti è stato ulteriormente incrementato rispetto alla media; e, dall’altro, che il suo valore attuale deve considerarsi, salvo situazioni eccezionali che nessuno auspica, adeguato per gestire eventuali dinamiche negative.
Insomma: il gruppo professa fiducia. Analogamente al tema dell’andamento della domanda di energia.
Su questo fronte l’utility precisa, infatti, che la situazione è in linea con il budget.