Il governo della tecnica: dalla storia al futuro
Come si guida la tecnologia? Quanto la policy si lascia governare dalla tecnica? Domande un po' datate - poste al Global Technology Governance Summit del World Economic Forum - ma ancora urgenti in un periodo in cui la gestione quotidiana della cosa pubblica non è più ispirata dagli economisti ma dagli esperti di tecnologie sanitarie. Il problema è che le risposte diventano sempre più difficili. Perché se fino a poco fa la tecnologia era veloce, oggi accelera.
La velocità della biotecnologia si è manifestata ultimamente con la realizzazione dei vaccini anti- covid. Intanto, la cosiddetta “quantum supremacy” sembra essere stata ottenuta alla University of Science and Technology of China di Hefei a fine 2020: secondo gli autori un “quantum computer” ha impiegato 200 secondi a fare un conto che un supercomputer normale avrebbe fatto in 600 milioni di anni. La velocità della tecnologia di frontiera aumenta. Non è più una questione di crescita esponenziale. Ci sono veri e propri salti tecnologici.
Tutto questo sembra sfidare soprattutto la frontiera dell'intelligenza: già sotto stress per l'avanzata dell'intelligenza artificiale, gli umani potrebbero cominciare a preoccuparsi delle conseguenze della coltivazione di neuroni applicati a produrre computer biologici a basso consumo di energia. Ma mentre il confronto tra le macchine intelligenti e gli umani conquista il massimo dell'attenzione le applicazioni più significative di questi balzi tecnologici potrebbero concentrarsi nell'agricoltura, nella medicina, nella meteorologia, e così via.
I balzi possono essere difficili da capire. Al Global Technology Governance Summit del World Economic Forum se n'è parlato nei giorni scorsi. Conoscere le tecnologie è indispensabile per i politici. Non pensare che la tecnologia possa prendere le decisioni al posto degli umani è essenziale. Imparare a studiare il futuro è fondamentale. E studiare il futuro significa: lasciar perdere le previsioni e analizzare i possibili scenari, al plurale; considerare la storia per comprendere come immaginare l'avvenire; e cercare i fenomeni che hanno lunga durata perché probabilmente continueranno anche in futuro. Il che aiuta a non considerare la tecnologia come un fenomeno a sé stante. Il nuovo spettacolare balzo tecnologico in atto sarà accolto e valorizzato solo se accompagnato da un ripensamento del contesto socio- economico. Un nuovo modello di sviluppo è in via di sperimentazione. È ambientalmente sano, tecnicamente innovativo e socialmente inclusivo.