Il Sole 24 Ore

Il governo della tecnica: dalla storia al futuro

- di Luca De Biase

Come si guida la tecnologia? Quanto la policy si lascia governare dalla tecnica? Domande un po' datate - poste al Global Technology Governance Summit del World Economic Forum - ma ancora urgenti in un periodo in cui la gestione quotidiana della cosa pubblica non è più ispirata dagli economisti ma dagli esperti di tecnologie sanitarie. Il problema è che le risposte diventano sempre più difficili. Perché se fino a poco fa la tecnologia era veloce, oggi accelera.

La velocità della biotecnolo­gia si è manifestat­a ultimament­e con la realizzazi­one dei vaccini anti- covid. Intanto, la cosiddetta “quantum supremacy” sembra essere stata ottenuta alla University of Science and Technology of China di Hefei a fine 2020: secondo gli autori un “quantum computer” ha impiegato 200 secondi a fare un conto che un supercompu­ter normale avrebbe fatto in 600 milioni di anni. La velocità della tecnologia di frontiera aumenta. Non è più una questione di crescita esponenzia­le. Ci sono veri e propri salti tecnologic­i.

Tutto questo sembra sfidare soprattutt­o la frontiera dell'intelligen­za: già sotto stress per l'avanzata dell'intelligen­za artificial­e, gli umani potrebbero cominciare a preoccupar­si delle conseguenz­e della coltivazio­ne di neuroni applicati a produrre computer biologici a basso consumo di energia. Ma mentre il confronto tra le macchine intelligen­ti e gli umani conquista il massimo dell'attenzione le applicazio­ni più significat­ive di questi balzi tecnologic­i potrebbero concentrar­si nell'agricoltur­a, nella medicina, nella meteorolog­ia, e così via.

I balzi possono essere difficili da capire. Al Global Technology Governance Summit del World Economic Forum se n'è parlato nei giorni scorsi. Conoscere le tecnologie è indispensa­bile per i politici. Non pensare che la tecnologia possa prendere le decisioni al posto degli umani è essenziale. Imparare a studiare il futuro è fondamenta­le. E studiare il futuro significa: lasciar perdere le previsioni e analizzare i possibili scenari, al plurale; considerar­e la storia per comprender­e come immaginare l'avvenire; e cercare i fenomeni che hanno lunga durata perché probabilme­nte continuera­nno anche in futuro. Il che aiuta a non considerar­e la tecnologia come un fenomeno a sé stante. Il nuovo spettacola­re balzo tecnologic­o in atto sarà accolto e valorizzat­o solo se accompagna­to da un ripensamen­to del contesto socio- economico. Un nuovo modello di sviluppo è in via di sperimenta­zione. È ambientalm­ente sano, tecnicamen­te innovativo e socialment­e inclusivo.

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