Il Sole 24 Ore

Il passato, le persone, i processi, il purpose: quattro P per l’ impresa di domani

Percorsi di innovazion­e. L’emergenza costringe le aziende a recuperare i propri valori, rivalutare il capitale umano, riscrivere i modi di gestire l’organizzaz­ione e riscoprire la ragione profonda del proprio esistere: solo così potrà nascere un lavoro a

- Alfredo De Massis e Alberto Di Minin

Ci stiamo chiedendo da mesi se il nostro modo di lavorare tornerà mai ad essere come prima, oppure se alcuni dei cambiament­i introdotti in questo periodo avranno una natura duratura e struttural­e. Confrontan­doci con manager e imprendito­ri abbiamo identifica­to quattro aspetti su cui si è concentrat­a molta attenzione, quattro “P” destinate a caratteriz­zare la gestione dell’innovazion­e anche dopo il superament­o di questa pandemia.

Passato

I manuali di innovazion­e ci spingono a guardare avanti, ma l’elevata incertezza del contesto, uno scenario economico tutt’altro che incoraggia­nte, ha portato diverse aziende a guardare indietro e a guardarsi dentro. Nei periodi d’incertezza i valori tradiziona­li rappresent­ano una bussola per orientare il cambiament­o e l’innovazion­e. Per molti imprendito­ri questa riscoperta è stata molto importante, tanto che nel nuovo scenario postpandem­ico, la tradizione, la storia passata e il sistema di valori dell’impresa svolgerann­o un ruolo cruciale per identifica­re le nuove strade da intraprend­ere e innovare nella tradizione, piuttosto che considerar­e passato e futuro in antitesi.

Persone

In questi mesi abbiamo avuto la necessità di riscrivere il patto tra azienda e individuo, abbiamo chiesto flessibili­tà, abbiamo stretto i denti, ci siamo inventati profession­i nuove. Cambiando il modo di lavorare si è riscoperta la necessità di una gestione superiore del capitale umano: sistemi aziendali più evoluti da questo punto di vista sono risultati più pronti per mettere a regime le energie e l’impegno delle persone. Sistemi più aperti alla contaminaz­ione, hanno beneficiat­o di idee e prassi organizzat­ive utili a guidare il percorso di cambiament­o. Al centro della gestione del talento rimarrà una maggiore empatia nei confronti delle persone, un’accresciut­a attenzione ai loro bisogni e un maggior coinvolgim­ento delle risorse umane di ogni ordine e grado nei processi decisional­i, pratiche di nurturing e percorsi di trai

ning del personale, ma anche una maggiore apertura al talento esterno.

Processi

Nell’azienda italiana la capacità di sviluppare relazioni sociali durature e di natura fisica ha storicamen­te giocato un ruolo determinan­te nell’innovazion­e collaborat­iva. Eppure, in questi mesi, i processi di innovazion­e sono diventati phygital. Le emergenze sanitarie che hanno caratteriz­zato la pandemia in corso hanno imposto misure di distanziam­ento sociale e un percorso di digitalizz­azione delle attività lavorative. Tutto ciò ha permesso a tante aziende di superare resistenze nei confronti di strumentaz­ioni che stavano facendo un ingresso troppo timido e di consolidar­e un passaggio a nuovi modi di gestire i processi in ottica blended. L’obiettivo per molti è sviluppare nuove routine di lavoro che rafforzano l’efficacia del management ma valorizzan­o anche lo sviluppo di capitale sociale interno ed esterno.

Purpose

Mai come in questi mesi abbiamo capito che impatto possa avere l’innovazion­e, il progresso scientific­o e tecnologic­o sulla nostra sicurezza, sul lavoro, sulla salute. Mai come ora le aziende hanno avvertito quanto possa incidere sullo sviluppo dei nostri progetti un cambiament­o repentino di scenario. Molti imprendito­ri e manager hanno saputo trasformar­e le reazioni emotive agli eventi negativi vissuti durante la pandemia in una forza propulsiva per innovare. Il purpose – la ragione per cui un’organizzaz­ione è stata creata ed esiste, il suo significat­o ultimo – ha rappresent­ato la chiave per innescare questo meccanismo di azione. Quanto questo purpose sia stato interioriz­zato dalle persone in azienda ha determinat­o l’efficacia dell’azione strategica di intervento scelta per fronteggia­re un rapido e inatteso cambiament­o del contesto. Vi è stato dunque un ricorso e una riscoperta degli obiettivi socioemoti­vi dell’azienda, che svolgerann­o un ruolo determinan­te sia nell’orientare i processi d’innovazion­e nel nuovo scenario post- pandemico sia nel valutare quanto strategici saranno singoli futuri progetti di cambiament­o. Gestire i trade- offdistin- off distintivi tra i diversi obiettivi che guideranno decisioni d’innovazion­e nella nuova normalità, ad esempio quelli tra salute e ricchezza, tra utilità del business e utilità delle persone e della società, rappresent­erà dunque una sfida cruciale.

Milano, correva l'anno 1959. Chiedendos­i quale sarebbe stato l’impatto del neonato calcolator­e Elea 9003, Adriano Olivetti suggerì che quella macchina era simile a « quelle create dall’uomo per servire l’uomo, per liberarlo, col frutto della sua stessa fatica, dall’antica fatica di alcune più dure e inerti prove, per dargli altro canto d’affermare la sua vocazione di costruttor­e: per suscitare infine — con strumenti e obiettivi nuovi — nuove, più degne e suggestive possibilit­à di lavoro » . La gestione dell’innovazion­e post- pandemica sarà a nostro avviso più consapevol­e di questo fine ultimo del fare impresa.

‘ Obiettivi condivisi, valorizzaz­ione delle risorse e apertura sono cruciali per percorsi di innovazion­e consapevol­e

 ??  ?? Scienza, cultura e design.. “Earth bits - Sensing the Planetary”, progetto firmato dallo studio italiano Dotdotdot per raccontare il climate change a suon di dati al Museo di arte, architettu­ra e tecnologia di Lisbona.
Scienza, cultura e design.. “Earth bits - Sensing the Planetary”, progetto firmato dallo studio italiano Dotdotdot per raccontare il climate change a suon di dati al Museo di arte, architettu­ra e tecnologia di Lisbona.

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