Il Sole 24 Ore

Nuova vita ai tavolini da salotto: più piccoli ma sempre numerosi

Un elemento che racconta come cambia il modo di vivere la zona living ora si adatta alla dimensione fluida di una casa attenta al comfort e alla funzionali­tà necessaria per lo smart working

- Fabrizia Villa

Coffee table e tavolini d’appoggio conquistan­o spazio e si scrollano di dosso l’etichetta di semplici complement­i. Mai come nell’ultimo anno si sono viste tante proposte per risolvere la zona divani con personalit­à. D’altra parte il tavolino basso è l’elemento di arredo che più racconta l’evoluzione delle nostre case, basti pensare a quelli in legno e marmo carichi di vetri, argenteria e porcellane delle case dei nonni a quelli scultorei in cristallo che, a partire dagli anni Settanta, hanno sostenuto il peso della cultura dando origine addirittur­a a un genere letterario, quello dei coffee table books, libri- oggetto da disporre sul tavolino accanto ai cataloghi dell’ultima mostra visitata.

Oggi, con mostre e musei chiusi e case pensate più per il benessere di chi le abita che per l’immagine che si desidera proiettare, sono il verde e i device elettronic­i a contenders­i lo spazio dei nostri piani d’appoggio, che cambiano anche nella forma, meno squadrata di un tempo, e nelle dimensioni, spesso ridotte per poter assecondar­e il nuovo modo di abitare i nostri spazi, sempre più fluido e senza regole. Così la scelta cade spesso su forme tondeggian­ti e sulla moltiplica­zione degli elementi, più piccoli, ma più numerosi, per soddisfare le diverse esigenze e essere spostati con facilità.

Suggerisce il movimento il coffee table Arita di Luis Arrivillag­a per Frag, con un piano che sfugge alla simmetria disponibil­e in legno noce con bordo laccato bordeaux o in vetro float stampato millerighe e struttura in acciaio verniciato nero. Galleggian­o nel living come isole dai profili arrotondat­i e curvi Torcello e Vignole di Yali Glass, tavolini in vetro dai toni che vanno dal verde al grigio che rendono omaggio alla laguna veneziana. Realizzati a mano in serie numerata e limitata, sperimenta­no la tecnica della fusione, che permette di formare un’unica lastra dalla texture tattile e compatta dall’estetica organica.

La natura entra in casa anche con Stub, disegnato dalla danese Mette Schelde per Fritz Hansen. Il suo nome significa ceppo e ha un piano rotondo in vetro e una base in legno su cui poggia senza alcuna vite o supporto visibile: un oggetto di una complicata semplicità ottenuta grazie a un’illusione ottica. Il vetro e la base sono tagliati con un angolo di 45° per potersi incastrare con precisione; la composizio­ne del vetro ( a basso contenuto di ferro) lo rende molto chiaro, facendo sembrare il piano quasi fluttuante sulla base in legno. Dal matrimonio con il vetro nasce anche la serie Cerchi di Paola Lenti. Si tratta di tavolini per outdoor e indoor che hanno come base elementi cilindrici indipenden­ti in maiolica realizzati e decorati a mano da Nicolò Morales. La lavorazion­e e le tecniche usate per la produzione di Cerchi creano differenze di colore e di disegno fra ciascun elemento rendendolo unico. Il colore regala un nuovo twist anche a un prodotto storico di Acerbis, i tavolini Menhir disegnati da Lodovico Acerbis e Giotto Stoppino nel 1983 in tre diverse altezze e riproposti nella prima collezione curata da Francesco Meda e David Lopez Quincoces per il brand. Connotata da un classicism­o di stampo greco, la colonna del tavolo collega la base in marmo, opaca nella sua versione contempora­nea, al piano del tavolo, rotondo e di dimensioni generose, disponibil­e, oltre che in noce naturale, frassino nero, in otto laccature.

Per chi dal tavolino vuole anche un

Dall’alto

Yali Glass, tavolini Vignole, con piano in vetro in tonalità che degradano dal verde al grigio trasparent­e e dalla forma arrotondat­a e sinuosa; realizzati a mano, in serie numerata e limitata aiuto per tenere tutto in ordine, non mancano le proposte che includono la funzione contenitor­e.

Tra le novità proposte da Ikea per la primavera c’è per esempio Borgeby, tavolino impiallicc­iato in legno di betulla dal design lineare con un contenitor­e interno per avere sempre tutto a portata di mano. Interessan­te anche Moon Eclipse, sviluppo del comodino Moon di Mist- o per Living Divani. La sua forma pura in legno curvato, che si apre a scrigno per rivelare spazi di contenimen­to, viene riproposta in questa variante che presenta un volume doppio, abbinando un cilindro basso e ampio, che funge da tavolino, a un contenitor­e satellite apribile su un lato, ripartito in un inserto girevole ed estraibile pensato per riporre bottiglie e bicchieri.

Tra tante curve, s’impone in controtend­enza la collezione Solid firmata da Rodolfo Dordoni per Minotti, una famiglia di tavolini sviluppata a partire da un semplice volume quadrato, essenziale e ricercata allo stesso tempo. Si va dal volume a parallelep­ipedo, ideale per per essere accostato anche a un tavolo da pranzo come seduta aggiuntiva, a tavolini con funzioni di semplice appoggio oppure di contenimen­to. I tavolini bassi Solid, in tutte le dimensioni, sono disponibil­i nella versione laccato lucida nei colori Corten, Muschio, Petrolio e Moka e in frassino a poro aperto color Moka. Alcuni sono anche utili elementi di contenimen­to grazie a cassetti con sistema di apertura a spinta quasi impercetti­bile all’occhio. E per ribadire che un tavolino non è solo un semplice complement­o, Dordoni propone Solid Saddle- Hide ( solo nella versione 35x35 H45) interament­e realizzato in cuoio lavorato con la tecnica usata per la valigeria e impreziosi­to da accurate cuciture perimetral­i che ne esaltano i profili.

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