Nuova vita ai tavolini da salotto: più piccoli ma sempre numerosi
Un elemento che racconta come cambia il modo di vivere la zona living ora si adatta alla dimensione fluida di una casa attenta al comfort e alla funzionalità necessaria per lo smart working
Coffee table e tavolini d’appoggio conquistano spazio e si scrollano di dosso l’etichetta di semplici complementi. Mai come nell’ultimo anno si sono viste tante proposte per risolvere la zona divani con personalità. D’altra parte il tavolino basso è l’elemento di arredo che più racconta l’evoluzione delle nostre case, basti pensare a quelli in legno e marmo carichi di vetri, argenteria e porcellane delle case dei nonni a quelli scultorei in cristallo che, a partire dagli anni Settanta, hanno sostenuto il peso della cultura dando origine addirittura a un genere letterario, quello dei coffee table books, libri- oggetto da disporre sul tavolino accanto ai cataloghi dell’ultima mostra visitata.
Oggi, con mostre e musei chiusi e case pensate più per il benessere di chi le abita che per l’immagine che si desidera proiettare, sono il verde e i device elettronici a contendersi lo spazio dei nostri piani d’appoggio, che cambiano anche nella forma, meno squadrata di un tempo, e nelle dimensioni, spesso ridotte per poter assecondare il nuovo modo di abitare i nostri spazi, sempre più fluido e senza regole. Così la scelta cade spesso su forme tondeggianti e sulla moltiplicazione degli elementi, più piccoli, ma più numerosi, per soddisfare le diverse esigenze e essere spostati con facilità.
Suggerisce il movimento il coffee table Arita di Luis Arrivillaga per Frag, con un piano che sfugge alla simmetria disponibile in legno noce con bordo laccato bordeaux o in vetro float stampato millerighe e struttura in acciaio verniciato nero. Galleggiano nel living come isole dai profili arrotondati e curvi Torcello e Vignole di Yali Glass, tavolini in vetro dai toni che vanno dal verde al grigio che rendono omaggio alla laguna veneziana. Realizzati a mano in serie numerata e limitata, sperimentano la tecnica della fusione, che permette di formare un’unica lastra dalla texture tattile e compatta dall’estetica organica.
La natura entra in casa anche con Stub, disegnato dalla danese Mette Schelde per Fritz Hansen. Il suo nome significa ceppo e ha un piano rotondo in vetro e una base in legno su cui poggia senza alcuna vite o supporto visibile: un oggetto di una complicata semplicità ottenuta grazie a un’illusione ottica. Il vetro e la base sono tagliati con un angolo di 45° per potersi incastrare con precisione; la composizione del vetro ( a basso contenuto di ferro) lo rende molto chiaro, facendo sembrare il piano quasi fluttuante sulla base in legno. Dal matrimonio con il vetro nasce anche la serie Cerchi di Paola Lenti. Si tratta di tavolini per outdoor e indoor che hanno come base elementi cilindrici indipendenti in maiolica realizzati e decorati a mano da Nicolò Morales. La lavorazione e le tecniche usate per la produzione di Cerchi creano differenze di colore e di disegno fra ciascun elemento rendendolo unico. Il colore regala un nuovo twist anche a un prodotto storico di Acerbis, i tavolini Menhir disegnati da Lodovico Acerbis e Giotto Stoppino nel 1983 in tre diverse altezze e riproposti nella prima collezione curata da Francesco Meda e David Lopez Quincoces per il brand. Connotata da un classicismo di stampo greco, la colonna del tavolo collega la base in marmo, opaca nella sua versione contemporanea, al piano del tavolo, rotondo e di dimensioni generose, disponibile, oltre che in noce naturale, frassino nero, in otto laccature.
Per chi dal tavolino vuole anche un
Dall’alto
Yali Glass, tavolini Vignole, con piano in vetro in tonalità che degradano dal verde al grigio trasparente e dalla forma arrotondata e sinuosa; realizzati a mano, in serie numerata e limitata aiuto per tenere tutto in ordine, non mancano le proposte che includono la funzione contenitore.
Tra le novità proposte da Ikea per la primavera c’è per esempio Borgeby, tavolino impiallicciato in legno di betulla dal design lineare con un contenitore interno per avere sempre tutto a portata di mano. Interessante anche Moon Eclipse, sviluppo del comodino Moon di Mist- o per Living Divani. La sua forma pura in legno curvato, che si apre a scrigno per rivelare spazi di contenimento, viene riproposta in questa variante che presenta un volume doppio, abbinando un cilindro basso e ampio, che funge da tavolino, a un contenitore satellite apribile su un lato, ripartito in un inserto girevole ed estraibile pensato per riporre bottiglie e bicchieri.
Tra tante curve, s’impone in controtendenza la collezione Solid firmata da Rodolfo Dordoni per Minotti, una famiglia di tavolini sviluppata a partire da un semplice volume quadrato, essenziale e ricercata allo stesso tempo. Si va dal volume a parallelepipedo, ideale per per essere accostato anche a un tavolo da pranzo come seduta aggiuntiva, a tavolini con funzioni di semplice appoggio oppure di contenimento. I tavolini bassi Solid, in tutte le dimensioni, sono disponibili nella versione laccato lucida nei colori Corten, Muschio, Petrolio e Moka e in frassino a poro aperto color Moka. Alcuni sono anche utili elementi di contenimento grazie a cassetti con sistema di apertura a spinta quasi impercettibile all’occhio. E per ribadire che un tavolino non è solo un semplice complemento, Dordoni propone Solid Saddle- Hide ( solo nella versione 35x35 H45) interamente realizzato in cuoio lavorato con la tecnica usata per la valigeria e impreziosito da accurate cuciture perimetrali che ne esaltano i profili.