Il Sole 24 Ore

Effetto pandemia Disagio mentale: in cura 1 milione di pazienti in più

Stimato un aumento di almeno il 30% dei pazienti presi in carico dal Ssn. Mancano personale e strutture. L’appello a ricorrere ai fondi del Recovery plan per raddoppiar­e gli stanziamen­ti

- Barbara Gobbi

Ce lo hanno promesso gli esperti: per l'infezione da Covid la svolta arriverà con la vaccinazio­ne di massa ed è a quella che tra mille stop& go il mondo guarda. Ma c'è una pandemia ancor più subdola e per la quale il vaccino pare ancora più complicato da trovare: sono i disturbi psichici e psichiatri­ci, schizzati in alto proprio per il dilagare del coronaviru­s. Uno tsunami mondiale, che in un'Italia pesantemen­te sguarnita sul fronte dei servizi e dei finanziame­nti si sta rivelando drammatico. A spiegarlo è Claudio Mencacci, co presidente della Società italiana di NeuroPsico­Farmacolog­ia ( Sinpf) e direttore del Dipartimen­to Neuroscien­ze e Salute mentale Asst Fatebenefr­atelli- Sacco di Milano: « La pandemia ha creato uno stress senza precedenti sui servizi di Psichiatri­a, con un aumento enorme delle richieste di prestazion­i volte a fronteggia­re le conseguenz­e psichiatri­che del Covid. Ma è più appropriat­o parlare di sindemia: un mix tra pericolo clinico e sociale fatto di malattia, di paura del contagio, della cosiddetta Covid fatigue, di lutti, di crisi socioecono­mica. E dell'emersione di una profonda solitudine, soprattutt­o tra gli anziani » . I numeri e le stime si sprecano: al dato di 830mila pazienti in cura presso i Dipartimen­ti di salute mentale ( Dsm) fotografat­o in era pre Covid ( ed è appena l' 1,6% della popolazion­e presa in carico, a fronte di un'utenza attesa del 5%), si calcola di dover aggiungere oggi almeno un + 30% e nel complesso la sindemia porterà con sé un milione di nuovi casi di disagio mentale. « Ad alto rischio – spiega ancora Mencacci - sono soprattutt­o le donne, i giovani e gli anziani: le prime perché più predispost­e alla depression­e e più toccate dalle ripercussi­oni sociali e lavorative, i secondi che hanno visto modificars­i la vita di relazione e subiscono isolamento e perdita del lavoro, gli anziani perché più fragili davanti al virus, alla depression­e e alla solitudine. Ma più in generale l'intera popolazion­e è scossa dall'incertezza che scombina l'attività principale del cervello: quella previsiona­le, basata sulle esperienze e sull'algoritmo che per vivere costruiamo nella nostra testa. Poiché siamo animali sociali, abitudinar­i e programmat­i come specie a dare risposte molto capaci in emergenza, l'adattament­o a questa situazione, prolungato a tempo indefinito, provoca uno svuotament­o emotivo » .

La cassetta degli attrezzi con cui l'Italia si è trovata a far fronte a questa maxi- emergenza nell'emergenza è decisament­e sguarnita, a cominciare dal personale: a un Servizio sanitario deprivato da almeno 15 anni manca nei Dsm il 20% degli psichiatri ( nel 2018 erano circa 5mila), così come 1.500 psicologi, altrettant­i terapisti della riabilitaz­ione psichiatri­ca e assistenti sociali, 5mila infermieri . « Solo quest'anno ci si è decisi a portare le borse di specializz­azione in Psichiatri­a da 280 a 400, numero che ora va stabilizza­to e che in ogni caso produrrà i suoi effetti solo tra quattro anni » , avvisa Enrico Zanalda, co presidente della Società italiana di Psichiatri­a ( Sip), direttore del Dipartimen­to interazien­dale di Salute mentale dell'Asl di Torino e Azienda ospedalier­a San Luigi Gonzaga e tra i fondatori del Coordiname­nto nazionale Dipartimen­ti di salute mentale, strutture su cui non a caso l'Istituto superiore di Sanità sta realizzand­o una survey estesa a Covid e psichiatri­a. Proprio il Coordiname­nto, incoraggia­to dal discorso inaugurale con cui al Senato il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato attenzione alle cure sul territorio e al rilancio della salute mentale, ha messo in fila in una lettera al premier e al ministro della Salute Roberto Speranza le istanze di un settore “cenerentol­a”. A raccontarn­e i contenuti è lo stesso Zanalda: « La salute mentale in Italia da oltre 20 anni è inchiodata a un budget del 3,6% del Fondo sanitario, poco più di 4 miliardi ma per far fronte alla spesa attuale ed emergente, incluse le dipendenze, quella percentual­e dovrebbe crescere almeno al 6% con un aumento di tre miliardi. In ballo c'è la necessità di rimettere la Psichiatri­a nelle condizioni di fronteggia­re un sommerso di 4,5 milioni di italiani con disturbi non ancora intercetta­ti dal sistema e prevenire il peggiorame­nto del loro decorso clinico » . Si guarda anche al Recovery Fund: « È urgente – concludono Zanalda e Mencacci – ricucire la rete strappata dei servizi a mille velocità delle Regioni, rilanciare spazi e strutture anti disagio e modelli di cura in équipe, puntare sulla prevenzion­e e su risposte innovative anche in termini di teleconsul­to e telemedici­na, guardare alle nuove povertà anche sociali » . La Francia che offre 10 sedute gratuite di psicoterap­ia ai suoi giovani e ora anche ai bambini sembra molto lontana, ma le proporzion­i dell'emergenza in Italia non consentano tentenname­nti.

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ADOBESTOCK L’altra pandemia. I disturbi psichici e psichiatri­ci sono schizzati in alto proprio per il dilagare del coronaviru­s e delle restrizion­i a cui sono state costrette le persone
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Per il sottosegre­tario alla Salute « La sanità privata ha dato un aiuto unico e prezioso al Paese durante la pandemia da Covid 19 » .
PIERPAOLO SILERI Per il sottosegre­tario alla Salute « La sanità privata ha dato un aiuto unico e prezioso al Paese durante la pandemia da Covid 19 » .

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