Investimenti esteri, il piano Di Maio
Il ministro Di Maio spiega le priorità dell’organismo che copresiede con Giorgetti e che oggi terrà una riunione straordinaria
L’obiettivo è rendere l’Italia più attrattiva per gli investitori stranieri, anche favorendo la partecipazione virtuosa di gruppi internazionali in società italiane. E, per farlo, si partirà da alcuni settori prioritari: da un lato, i comparti che necessitano di un consolidamento ( dal medico- sanitario al biofarmaceutico), dall’altro, quelli in cui il made in Italy può contare su diversi primati ( dalla meccanica alla moda, dal design all’agroalimentare). Con un occhio al piano nazionale di ripresa e resilienza che, già nella bozza ereditata dall’esecutivo precedente e su cui è al lavoro il governo Draghi, indicava l’esigenza di potenziare la capacità delle imprese di competere oltreconfine ma anche di attrarre capitali esteri nel mercato domestico.
Un compito non facile in uno scenario in cui la pandemia ha pesantemente inciso sui flussi degli investimenti internazionali ( le ultime stime parlano di un crollo del 42% nel 2020 per gli investimenti diretti esteri) e che vede al centro la cabina di regia per l’internazionalizzazione, strumento operativo nato per coordinare le politiche dell’Italia in tema di internazionalizzazione del sistema produttivo e copresieduto dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, e dal titolare dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. E che, nelle intenzioni del primo, come spiega lo stesso titolare della Farnesina al Sole 24 Ore, dovrà
‘ Per intercettare gli investitori stranieri si comincia da comparti come bio- farmaceutico, moda e agroalimentare
diventare il perno « per strutturare l’attrazione degli investimenti » .
Così, per ridare slancio a questo fronte, il Maeci, in stretta sinergia con il Mise, è intenzionato a moltiplicare gli sforzi: da qui la decisione di tenere oggi una sessione straordinaria della cabina di regia che sarà dedicata all’attrazione degli investimenti esteri. È la prima riunione riservata a questo cruciale capitolo e vedrà scendere in campo un folto parterre. Oltre ai due ministri, infatti, nella sessione istituzionale sono attesi i contributi di un’ampia delegazione governativa e dei rappresentanti del mondo economico- finanziario, a cominciare dal numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi ( ma sono stati chiamati a intervenire anche i presidenti dell’Abi Antonio Patuelli, dell’Agenzia Ice Carlo Ferro, di Alleanza delle cooperative italiane Mauro Lusetti, della Cdp Giovanni Gorno Tempini, di Invitalia Andrea Viero, della Sace Rodolfo Errore, della Simest Pasquale Salzano, di Unioncamere e Confcommercio Carlo Sangalli), oltre a tutti gli altri enti firmatari del “patto per l’export” che, come noto, è stato firmato lo scorso giugno alla Farnesina da quasi cinquanta soggetti tra ministeri, enti preposti al sostegno pubblico all’export e associazioni di categoria, e che è stato voluto da Di Maio.
Spetterà proprio a lui aprire oggi i lavori della cabina di regia. « Il rilancio e il sostegno continuo all’export italiano sono obiettivi strategici e che possono contare sull’impegno pieno di tutto il governo » , aggiunge il ministro per poi rimarcare la volontà di rendere l’Italia « un polo di eccellenza per gli investitori internazionali, potenziando tutte le iniziative già messe in campo. Se qualcuno vuole investire in Italia - prosegue - non sa con chi parlare. Non esiste un interlocutore unico che possa coordinare le decine di enti che servono all’investitore per creare un habitat favorevole al proprio investimento » .
La cabina di regia servirà, quindi, a superare questa frammentazione e potrà avvalersi del supporto della rete estera degli uffici Ice, con i desk e le unit per l’attrazione degli investimenti esteri ( Aie), nonché del network diplomatico- consolare. « La rete estera svolge un ruolo fondamentale in questo settore di attività, in quanto rappresenta il primo punto di contatto e di informazione per l’investitore » , precisa ancora Di Maio. Non a caso, già nel 2020, è stato avviato dalla Farnesina e dall’agenzia Ice un piano di potenziamento che prevede un incremento dagli attuali 19 a 26 sportelli, con una presenza rafforzata in mercati strategici quali Germania, Francia, Usa, Benelux, India, Cina e Israele.
A questo tassello, infine, si affiancherà la nomina di un consulente della Farnesina per l’attrazione degli investimenti: l’avvocato Stefano Simontacchi, presidente e partner dello studio legale BonelliErede, che già siedeva nella task force voluta dal precedente governo e guidata dall’attuale ministro Vittorio Colao e che da anni lavora su questo versante.