Prometeon al riassetto Cinda vende ad Aeolus
Bruno: « Effetto Covid già assorbito, a fine anno risultati migliori del 2019 »
Prometeon Tyre Group, ex Pirelli Industrial, è pronto a completare il riassetto avviato dopo la separazione dal gruppo della Bicocca. Il fondo Cinda, azionista al 38%, sta definendo la cessione della quota ad Aeolus, società sorella di Prometeon, controllata da Chemchina. Avanza così l’integrazione tra Aeolus e Prometeon, che darà vita al quarto produttore mondiale negli pneumatici per mezzi pesanti. Prometeon ha portato a termine un turn around, guidato dall’ad Giorgio Bruno.
Prometeon Tyre Group, ex Pirelli Industrial, si prepara a completare il riassetto societario avviato dopo la separazione dal gruppo della Bicocca. Secondo indiscrezioni, il fondo Cinda, azionista di Prometeon con il 38%, starebbe definendo i dettagli per la vendita della sua quota ad Aeolus, società sorella di Prometeon, quotata in borsa a Shanghai e controllata da Chemchina che ne detiene il 57% tramite CNRC.
Rilevando la quota di Cinda, Aeolus raggiungerà il 48% di Prometeon e, grazie anche all’accordo dello scorso Dicembre con cui Chemchina ha affidato proprio ad Aeolus la gestione della sua partecipazione nella controllata, il percorso di integrazione tra Aeolus e Prometeon si potrà definire più che avviato, un’operazione che darà vita al quarto produttore al mondo nel business dei pneumatici per mezzi pesanti e per l’agricoltura.
Punto di partenza per capire il complesso riassetto che ha interessato la società di pneumatici industriali negli ultimi due anni è la catena societaria. Finora Aeolus da un lato e Prometeon dall’altro erano collegate tra loro attraverso una quota diretta del 10% detenuta da Aeolus in Prometeon. Il resto delle quote era detenuto dal fondo
Cinda ( 38%) e da TP Industrial Holding ( 52%), che a sua volta era controllata al 65% da ChemChina attraverso CNRC. Negli ultimi mesi si è assistito al disimpegno da parte dei soci di minoranza ( Camfin Industrial e LTI, rispettivamente titolari del 22,4% e del 12,6% di TP Industrial Holding) che hanno ceduto il loro pacchetto a CNRC, semplificando così lo schema societario a monte di Prometeon. Una struttura, quella attuale, più agile per poter avviare la fusione tra Prometeon e Aeolus, due realtà che, come detto, fanno capo a ChemChina, primo socio anche di Pirelli.
Negli ultimi anni Prometeon è stata al centro di diversi piani di riassetto che contemplavano strutture diverse ed allargate anche a partner esterni, opzioni che tuttavia non sono mai decollate, in quanto prioritaria dal punto di vista del socio cinese è sempre stata l’aggregazione tra le due realtà che controlla, Aeolus e Prometeon.
In questo quadro la società è stata capace di portare a termine un complesso lavoro di turnaround, guidato dal vertice rappresentato da Giorgio Bruno e dal direttore generale Gregorio Borgo, ristrutturazione che ha permesso di centrare due obiettivi in termini di solidità finanziaria: « La società partiva nel 2018 con un Ebitda di poco superiore a 100 milioni e un risultato netto a break- even » , sottolinea Giorgio Bruno, che dopo il risanamento della ex Pirelli Industrial si prepara ora a lasciare gli incarichi in Prometeon per ricoprire il ruolo di Deputy Ceo di Pirelli.
Questi numeri, prosegue il manager, « si confrontano con un 2020 che, nonostante la crisi legata alla pandemia, evidenzia un ebitda a 123,9 milioni di euro e un risultato netto di periodo ancora positivo e pari a 2,7 milioni ( 7,8 milioni di euro nel 2019) » . Tutto ciò, prosegue Borgo, « è stato possibile grazie a una operazione di riorganizzazione partita nel 2018 e al commitment di tutte le persone, con una particolare focalizzazione delle vendite in Europa supportate da un aumento della capacità produttiva in Turchia. A questo si è poi sommato un lavoro importante sul fronte dei costi e delle efficienze, con il risultato che già a fine 2019 i numeri di Prometeon sono rimbalzati, con un fatturato superiore a un miliardo e un Ebitda maggiore di 130 milioni » .
Prometeon è così “entrata” nell’anno della pandemia, più forte di prima ed ha affrontato la crisi mondiale generata dal Covid senza registrare impatti significativi: « Abbiamo deciso di privilegiare la cassa, abbiamo rallentato la produzione in alcuni stabilimenti alternandoli tra loro e abbiamo accelerato i piani di efficienza. In questo contesto, poi, il calo del prezzo delle materie prime ha permesso un buon recupero di marginalità seguito da un rimbalzo dei volumi » , spiega Bruno. « I numeri del 2020 non sono così molto distanti da quelli del 2019, il livello pre pandemia, e contiamo già quest’anno di recuperare e superare i livelli del 2019 » , aggiunge Borgo.
Anche « la posizione finanziaria netta, che a fine 2020 era pari a 454 milioni di euro, in miglioramento dai 474,2 milioni di euro nel 2019, include un Senior Loan che è stato rinegoziato e prorogato oltre a 200 milioni di prestito soci di ChemChina » , conclude il Ceo di Prometeon.
Recuperata la solidità finanziaria, resta ora da capire cosà succederà sul fronte delle nomine dopo l’uscita di Bruno dalla gestione di Prometeon a metà Giugno e il passaggio del manager in Pirelli come Deputy Ceo. Una scelta, quella del futuro Ceo di Prometeon, che spetterà al socio di riferimento, ChemChina, chiamato a esprimersi nei prossimi mesi sul tema della squadra al vertice che fino ad oggi ha garantito il rafforzamento del bilancio.