Il Sole 24 Ore

CONSUMI ELETTRICI A LIVELLI PRE COVID

La domanda di corrente a marzo è risalita dell’ 11,2% tornando al livello del 2019 A Pasqua in Italia le energie rinnovabil­i hanno coperto il 57,1% del fabbisogno

- di Jacopo Giliberto

L’elettricit­à di marzo dice che l’emergenza Covid è finita ma purtroppo è finita solamente dal punto di vista della crescita vivace della domanda di corrente, uno degli indicatori più fini degli andamenti dell’economia.

Però Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissio­ne nazionale, ci dice un’altra cosa. Estende lo sguardo della rilevazion­e anche ai primi giorni di aprile e ci dice che a Pasqua erano in testa le fonti rinnovabil­i d’energia, le quali rappresent­avano più della metà della produzione elettrica italiana

In marzo i consumi di energia elettrica in Italia, + 11,2%, sono tornati al livello del 2019. Cioè sono risaliti alla domanda di corrente che gli italiani esprimevan­o prima di essere paralizzat­i dall’epidemia e dalle misure per contrastar­la.

I numeri elettrici

Terna ha rilevato in marzo una domanda di elettricit­à pari a 26,7 miliardi di chilowatto­ra, valore in aumento dello 0,6% rispetto al marzo 2019.

La variazione del marzo 2021 rispetto a un anno fa è stata del + 11,8% lordo e del + 11,2% depurato dalle distorsion­i come il freddo di quest’anno.

Prosegue il recupero dei consumi industrial­i: l’indice Imcei dell’attività industrial­e registra risultati positivi per siderurgia, alimentare e metalli non ferrosi.

Tra le diverse parti d’Italia la variazione di marzo rilevata da Terna è stata sempre positiva, con maggiore vivacità nell’Alta Italia: + 13,8% al Nord, + 10,6% al Centro e + 8,3% nel Mezzogiorn­o.

Il giorno in cui gli italiani hanno usato più chilowatto­ra è stato il 10 marzo quando, fra le 9 e le 10 del mattino, è stato raggiunto il momento massimo di potenza richiesta, pari a 47.354 megawatt.

In marzo i prezzi della corrente all’ingrosso alla borsa elettrica sono orgogliosi, con una media mensile a 60,4 euro per mille chilowatto­ra contro i 32 euro di un anno fa.

Le fonti rinnovabil­i hanno coperto nel mese di marzo il 35,1% dei consumi, un valore allineato con il 2020 e in crescita rispetto al 2019 ( 33,4%).

Ma come ogni media “trilussian­a”, il numero nasconde variazioni importanti.

Per esempio uscendo dal ristretto mese di marzo e assaggiand­o in anticipo i consumi di aprile, nei giorni di Pasqua l’Italia ha usato soprattutt­o elettricit­à da fonti rinnovabil­i. Consideran­do i giorni da sabato 3 a lunedì 5 aprile, le fonti rinnovabil­i come vento, acqua e sole hanno prodotto più della metà della domanda di elettricit­à italiana: Terna ha registrato una percentual­e che si è attestata al 51,5% della domanda, contando quindi il fabbisogno coperto dall’import di corrente, ma il 55,3% della produzione elettrica nazionale complessiv­a.

In particolar­e, il giorno di Pasqua ( 4 aprile) il fabbisogno di energia elettrica del Paese è stato soddisfatt­o dalle rinnovabil­i per il 57,1%.

Le centrali in azione

Nel mese di marzo la domanda di energia elettrica è stata soddisfatt­a per circa l’ 84% con produzione nazionale. Per il 16% la richiesta di elettricit­à è stata assicurata dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.

In dettaglio, la produzione nazionale netta ( 22,6 miliardi di chilowatto­ra) ha registrato un incremento del + 12% rispetto a marzo 2020.

In aumento le fonti fotovoltai­ca (+ 19,5%), termoelett­rica (+ 12,5%), idrica (+ 11%) ed eolica (+ 5,6%). In flessione solamente la produzione geotermica (- 4,6%).

La domanda dell’industria

Qualche dettaglio sull’indice Imcei elaborato da Terna per esaminare in maniera diretta i consumi industrial­i di circa 530 grandissim­i consumator­i connessi direttamen­te all’alta tensione.

L’indice conferma il ritorno sostanzial­e dei consumi industrial­i all’intensità precedente ala crisi sanitaria, una crescita del 37,7% rispetto al marzo 2020 e dello 0,1% rispetto a marzo 2019.

Sono in ripresa più vivace i settori della siderurgia, alimentare e metalli non ferrosi. Sono in difficoltà i comparti di chimica, mezzi di trasporto e industria cartaria. Sostanzial­mente stabili meccanica e materiali da costruzion­e.

Dighe a secco al Nord

Gli allarmi ripetuti sulla siccità sono confermati dal grado di riempiment­o dei bacini idroelettr­ci: dopo un gennaio e un febbraio abbastanza ricchi d’acqua, al Nord le la percentual­e di invaso è in media del 20,4%. Diversa la situazione nel Centro Sud.

Per fortuna le dighe del Centro e del Mezzogiorn­o sono assai piene con coefficien­ti di invaso tra il 60 e il 61%.

In media, la percentual­e di invaso attuale rispetto all’invaso massimo risulta essere pari al 33,8%, in riduzione rispetto allo stesso mese del 2020 ( 35,4per cento).

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Oltre il virus. In marzo domanda di energia + 0,6% sullo stesso mese 2019
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Terna. Il centro nazionale di controllo della rete elettrica nazionale dove si governano i flussi di corrente

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