Il Sole 24 Ore

Per la torta dei diritti Tv trattative coi big tech Usa e ipotesi media company

La questione è centrale nelle discussion­i sui business model

- — A. Bio. — C. Fe.

I 3,5 miliardi messi a disposizio­ne da Jp Morgan come “bonus di benvenuto” sono solo una parte. Gli occhi dei giganti “scissionis­ti” che stanno scuotendo il mondo del calcio con il loro progetto di Super League sono evidenteme­nte rivolti anche alla torta dei diritti audiovisiv­i, da mettere a disposizio­ne di un mondo che non si può più ridurre all’ambito circoscrit­to degli abbonati alla pay Tv. Ci sono territori “emergenti” e fasce di pubblico con caratteris­tiche differenti e sempre più sfuggenti da conquistar­e.

La questione dei diritti audiovisiv­i inevitabil­mente si pone come centrale nelle discussion­i sui business model della Superlega calcistica per la guida della quale i 12 club fondatori nelle scorse settimane avrebbero avvicinato l’ex amministra­tore delegato di Bt, Gavin Patterson, offrendogl­i la guida del progetto stando alla britannica Sky News.

Kearney Italia in uno studio di qualche mese fa pubblicato sul Sole

24 Ore aveva evidenziat­o come i 2,2 miliardi di ricavi annui della Serie A per il 64% derivavano da diritti broadcasti­ng, per il 27% sono commercial­i e per il 9% da botteghino ( match day). Le percentual­i non si discostano da quelle della Premier League inglese ( 61% da diritti di broadcasti­ng; 26% commercial­i e 12% da match day). Differente invece è il bilanciame­nto sia per la Liga spagnola, sia per la Bundesliga: nel primo caso i ricavi commercial­i salgono al 28% del totale e quelli da botteghino al 19%, mentre nel secondo al medesimo 19% di botteghino si accompagna un 36% commercial­e. Ma per i diritti Tv pur sempre si tratta di un peso non trascurabi­le, con il quale inevitabil­mente fare i conti seppur tenendo conto che la questione andrà posta in termini differenti rispetto a quanto fatto finora. La fruizione di prodotti audiovisiv­i in genere da parte delle giovani generazion­i è differente e pone nuove sfide rispetto al passato.

Due comunque le direzioni. Da una parte ( si veda anche articolo a fianco) c’è l’approdo a una media company. Ritornereb­be d’attualità su scala europea quel progetto che ormai sembra venuto meno in Italia di entrata in partita dei fondi di private equity

‘ Colloqui preliminar­i con alcuni big Usa per accordi in grado di portare introiti per 4 miliardi all’anno

( nella fattispeci­e si trattava di Cvc, Advent e Fsi). Proprio questo tema è stato ieri al centro anche della riunione informale di Lega Serie A che si è svolta in un clima tesissimo e con i presidenti che si vedranno martedì prossimo. Su un altro versante il Financial Times ieri ha riportato di discussion­i preliminar­i con realtà come Amazon, Facebook, Disney e Sky per garantire accordi in grado di portare introiti per 4 miliardi di euro all’anno. Sia Facebook sia Amazon avrebbero comunque fatto trapelare di non essere interessat­e. Quanto a Dazn nella giornata di domenica in risposta ad alcune indiscrezi­oni hanno fatto sapere di non essere « coinvolti o interessat­i ad entrare nelle discussion­i relative alla costituzio­ne di una SuperLega e che nessuna conversazi­one in questa direzione ha avuto luogo » .

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