Prestiti anche per investire E il Mef vuole agevolare le ricapitalizzazioni
Allo studio la conversione in capitale dei prestiti garantiti entro 30mila euro
Il ministero per l’Economia studia la conversione in capitale dei prestiti garantiti entro i 30 mila euro. L’operazione è al vaglio delle strutture tecniche del dicastero e dovrà fare i conti con la disponibilità di risorse per coprire l’inevitabile aggravio per le finanze pubbliche. Ma il dossier è aperto: non sarà un’operazione lineare, accessibile a tutti, ma dovrà rispondere all’esigenza di sostenere attività con buone prospettive di recupero, che saranno selezionate sia a livello territoriale che per settore di attività.
L’intero ammontare dei prestiti entro i 30 mila euro, garantiti al 100 per cento dallo Stato attraverso il fondo di garanzia per le Pmi, è pari oggi a 22 miliardi, a fronte di 1,12 milioni di domande. La conversione dei finanziamenti in capitale, consentita dal Temporary Framework, rientra nelle misure che il governo si prepara a mettere in campo per consentire al tessuto produttivo nazionale di agganciare la ripresa che si accompagnerà all’uscita dalla pandemia. I segnali che un processo di recupero è corso si leggono anche nella filigrana dei prestiti garantiti. L’Osservatorio di NsaGroup, il quale raccoglie i mediatori creditizi e che ha condotto un’analisi sull’andamento dei prestiti garantiti dal fondo per le Pmi a confronto con il campione di circa 50 mila imprese assistite, mostra che una parte di questi finanziamenti non sono stati richiesti per fare fronte a esigenze di liquidità, ma sostenere gli investimenti.
In particolare è il settore industriale a mostrare maggiore vivacità. « L’industria - si legge nel documento - con 30miliardi e 300mila operazioni, raggiunge il 35% dei finanziamenti e degli importi. Il 16% delle operazioni testimonia che questo settore richiede capitali molto consistenti per gli impianti, i macchinari » .
Dunque, circa 5 miliardi di questi finanziamenti sono stati chiesti per investire nella crescita dell’azienda
« Il fenomeno della domanda dei prestiti garantiti per fare fronte a investimenti è relativamente recente - spiega Gaetano Stio, presidente di Nsa -. Sono fondi richiesti per investimenti, dedicati alla crescita dell’azienda. Stiamo assistenndo a questo di tipo di richieste da 5- 6 mesi a questa parte » .
Il trend si sta accentuando negli ultimi mesi, a conferma della bontà degli strumenti messi in campo dallo Stato a supporto delle imprese.
A tal punto che tra le misure che il ministero dell’Economia valuta in vista della ripresa c’è la trasformazione di una parte di questi strumenti messi in campo per la crisi innescata dal Covid 19 in misure permanenti. Tra queste, la possibilità di mantenere la soglia massima di 5 milioni che un’azienda può chiedere sotto forma di prestito garantito a fronte dei 2,5 milioni consentiti prima della pandemia. Un tetto così elevata consente di allargare l’accesso al fondo anche alla aziende più grandi, di media capitalizzazione ( quindi fino a 499 dipendenti). « La possibilità di accesso per le mid cap è fondamentale - continua Stio -. Riuscire a supportare un’azienda di medie dimensioni significa allargare il sostegno al tutto il tessuto di microimprese che costituiscono la filiera » .
Lo studio di Nsa mostra che il settore dei servizi ha cumulato richieste per 30 miliardi, con oltre 600 mila pratiche. Il comparto che ha richiesto più finanziamenti è il
‘ Studio NsaGroup: primi segnali di ripresa. All’industria risorse per investire su impianti e macchinari
commercio, con una richiesta di crediti per 38 miliardi e circa 500 mila operazioni. L’edilizia ha richiesto circa 17miliardi, mentre i trasporti si collocano in coda, con 6 miliardi di importi finanziati.
Una chiave di lettura originale contenuta nell’Osservatorio Nsa riguarda i canali attraverso i quali sono state inoltrate le domande per ottenere le garanzie: complessivamente sono oltre 500. « Quello bancario - si spiega - con i due terzi dei richiedenti, veicola il 92% delle oltre 1,8 milioni di pratiche e il 94% circa dei 145 miliardi dei finanziamenti. Confidi e leasing insieme rappresentano circa un terzo dei richiedenti, con un quarto delle operazioni ( solo il 6% delle operazioni e il 5% degli importi finanziati) » .
Secondo lo studio l’apertura del fondo alle mid cap, le maggiori per dimensioni ( imprese fino a 499 dipendenti) « ha spostato a favore di queste ultime l’importo medio finanziato, circa 1,5 milioni. La microimpresa guida la classifica delle operazioni con il 72%, circa 1,3 milioni, e si colloca subito dopo la piccola impresa per gli importi complessivi finanziati ( 42 miliardi); tuttavia è l'ultima per importo medio perché risente dei 1,1 milioni di pratiche fino a 30 mila euro. Micro e piccola impresa assorbono il 60% degli importi » .