Confindustria: sul piano per la ripresa l’Italia si gioca credibilità e futuro
Confcommercio: vaccini e ristori. Confprofessioni: attenzione all’occupazione
Utilizzare al meglio le risorse europee, facendo le riforme e rilanciando gli investimenti, per rispondere al problema storico della bassa crescita. Più misure legate all’emergenza, a partire dal sostegno alla liquidità delle imprese, attenzione all’occupazione.
Sono le indicazioni arrivate ieri dalle associazioni imprenditoriali e dai sindacati durante le audizioni presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Documento di economia e finanza. Fermo restando che il presupposto del Def resta l’attuazione del piano vaccini e la tempistica delle riaperture. È il Piano nazionale di ripresa e resilienza il perno del futuro del Paese: « sull’implementazione del Pnrr l’Italia gioca la sua credibilità e, visto l’alto debito che ha, il suo futuro » , ha messo in evidenza i Centro studi di Confindustria nell’audizione. Il programma Next generation Eu « è una grande occasione per realizzare una strategia coerente in cui gli investimenti a sostegno dell’economia sono accompagnati da riforma strutturali adeguate, in primis quella della Pa » . Le intenzioni del governo vanno in quella direzione ma, ha continuato Confindustria, « ancora non sappiamo come verranno spese e gestite le risorse europee » .
Per viale dell’Astronomia lo scenario macroeconomico disegnato nel Def per il 2021 e 2022 « è sostanzialmente in linea con quello previsto dal Centro studi di Confindustria » ed è basato sull’ipotesi che a settembre sia stato vaccinato l’ 80% dei cittadini. Se il problema di lungo periodo riguarda la bassa crescita legata alla bassa produttività, nel breve i nodi sono il crollo del cash flow delle imprese, « che mette a rischio le aziende che prima della pandemia avevano bilanci e prospettive solide » : la crescita del peso del debito per le imprese: l’impennata dei prezzi delle commodity; il crollo degli occupati. Sulla liquidità, per il Centro studi Confindustria, occorre prorogare le misure fino alla fine della crisi, come indica il Def, e tenere conto oltre che del fatturato anche dei costi fissi. Sul debito, come correttamente indica il Def, occorre creare un contesto favorevole alla patrimonializzazione delle aziende. Sul lavoro per il Csc, vanno rafforzati gli strumenti per la riqualificazione professionale e l’occupabilità.
Per Confcommercio- Imprese per l’Italia « la campagna di vaccinazione e il cronoprogramma delle riaperture » sono « determinanti per lo scenario tendenziale e programmatico » , da accompagnare a « ristori adeguati, inclusivi e tempestivi con il prossimo decreto » . L’impostazione del Def è « buona » ma ora è necessario procedere con « riforme e sostegni » fa sapere Confagricoltura. Ci sono dei settori economici che, secondo l’Alleanza delle cooperative « meritano più attenzione, perché poco coinvolti dalle precedenti manovre emergenziali: cultura, spettacolo, organizzazione di eventi, turismo, ristorazione, trasporto, imprese labour intensive » . Secondo il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella « bene il sostegno alle attività economiche, agli investimenti pubblici nelle grandi opere e l’obiettivo del rientro del debito » , ma « occorre maggiore attenzione per evitare cri
Il crollo del cash flow « mette a rischio anche aziende che prima della pandemia avevano bilanci solidi »
Cgil: « Il lavoro è il punto critico del Def » . Cisl: « urgenti politiche occupazionali strutturate »
si occupazionali con effetti deflattivi sull’economia » .
Sull’occupazione insistono anche i sindacati: « Il lavoro è il punto critico del Def - ha rilevato Gianna Fracassi ( Cgil)- si dovrà aspettare il 2024 per vedere una diminuzione della disoccupazione. Non possiamo attendere tre anni per introdurre misure straordinarie, è necessario intervenire subito con un Piano per la piena e buona occupazione » . Sono urgenti « politiche occupazionali strutturate » anche per Ignazio Ganga ( Cisl), oltre « alla proroga dello stop ai licenziamenti per tutti i lavoratori almeno fino al 31 ottobre » e « le indennità per gli stagionali » . L’assenza di interventi « sul sistema previdenziale » è sottolineato da Domenico Proietti ( Uil), « bisogna introdurre una flessibilità più diffusa dopo la scadenza di Quota 100 anche per gestire la fase di ristrutturazione post Covid » .