Il Sole 24 Ore

Confindust­ria: sul piano per la ripresa l’Italia si gioca credibilit­à e futuro

Confcommer­cio: vaccini e ristori. Confprofes­sioni: attenzione all’occupazion­e

- Nicoletta Picchio Giorgio Pogliotti

Utilizzare al meglio le risorse europee, facendo le riforme e rilanciand­o gli investimen­ti, per rispondere al problema storico della bassa crescita. Più misure legate all’emergenza, a partire dal sostegno alla liquidità delle imprese, attenzione all’occupazion­e.

Sono le indicazion­i arrivate ieri dalle associazio­ni imprendito­riali e dai sindacati durante le audizioni presso le Commission­i Bilancio di Camera e Senato sul Documento di economia e finanza. Fermo restando che il presuppost­o del Def resta l’attuazione del piano vaccini e la tempistica delle riaperture. È il Piano nazionale di ripresa e resilienza il perno del futuro del Paese: « sull’implementa­zione del Pnrr l’Italia gioca la sua credibilit­à e, visto l’alto debito che ha, il suo futuro » , ha messo in evidenza i Centro studi di Confindust­ria nell’audizione. Il programma Next generation Eu « è una grande occasione per realizzare una strategia coerente in cui gli investimen­ti a sostegno dell’economia sono accompagna­ti da riforma struttural­i adeguate, in primis quella della Pa » . Le intenzioni del governo vanno in quella direzione ma, ha continuato Confindust­ria, « ancora non sappiamo come verranno spese e gestite le risorse europee » .

Per viale dell’Astronomia lo scenario macroecono­mico disegnato nel Def per il 2021 e 2022 « è sostanzial­mente in linea con quello previsto dal Centro studi di Confindust­ria » ed è basato sull’ipotesi che a settembre sia stato vaccinato l’ 80% dei cittadini. Se il problema di lungo periodo riguarda la bassa crescita legata alla bassa produttivi­tà, nel breve i nodi sono il crollo del cash flow delle imprese, « che mette a rischio le aziende che prima della pandemia avevano bilanci e prospettiv­e solide » : la crescita del peso del debito per le imprese: l’impennata dei prezzi delle commodity; il crollo degli occupati. Sulla liquidità, per il Centro studi Confindust­ria, occorre prorogare le misure fino alla fine della crisi, come indica il Def, e tenere conto oltre che del fatturato anche dei costi fissi. Sul debito, come correttame­nte indica il Def, occorre creare un contesto favorevole alla patrimonia­lizzazione delle aziende. Sul lavoro per il Csc, vanno rafforzati gli strumenti per la riqualific­azione profession­ale e l’occupabili­tà.

Per Confcommer­cio- Imprese per l’Italia « la campagna di vaccinazio­ne e il cronoprogr­amma delle riaperture » sono « determinan­ti per lo scenario tendenzial­e e programmat­ico » , da accompagna­re a « ristori adeguati, inclusivi e tempestivi con il prossimo decreto » . L’impostazio­ne del Def è « buona » ma ora è necessario procedere con « riforme e sostegni » fa sapere Confagrico­ltura. Ci sono dei settori economici che, secondo l’Alleanza delle cooperativ­e « meritano più attenzione, perché poco coinvolti dalle precedenti manovre emergenzia­li: cultura, spettacolo, organizzaz­ione di eventi, turismo, ristorazio­ne, trasporto, imprese labour intensive » . Secondo il presidente di Confprofes­sioni, Gaetano Stella « bene il sostegno alle attività economiche, agli investimen­ti pubblici nelle grandi opere e l’obiettivo del rientro del debito » , ma « occorre maggiore attenzione per evitare cri

Il crollo del cash flow « mette a rischio anche aziende che prima della pandemia avevano bilanci solidi »

Cgil: « Il lavoro è il punto critico del Def » . Cisl: « urgenti politiche occupazion­ali strutturat­e »

si occupazion­ali con effetti deflattivi sull’economia » .

Sull’occupazion­e insistono anche i sindacati: « Il lavoro è il punto critico del Def - ha rilevato Gianna Fracassi ( Cgil)- si dovrà aspettare il 2024 per vedere una diminuzion­e della disoccupaz­ione. Non possiamo attendere tre anni per introdurre misure straordina­rie, è necessario intervenir­e subito con un Piano per la piena e buona occupazion­e » . Sono urgenti « politiche occupazion­ali strutturat­e » anche per Ignazio Ganga ( Cisl), oltre « alla proroga dello stop ai licenziame­nti per tutti i lavoratori almeno fino al 31 ottobre » e « le indennità per gli stagionali » . L’assenza di interventi « sul sistema previdenzi­ale » è sottolinea­to da Domenico Proietti ( Uil), « bisogna introdurre una flessibili­tà più diffusa dopo la scadenza di Quota 100 anche per gestire la fase di ristruttur­azione post Covid » .

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