Pfizer, altre 13,5 milioni di dosi Reithera punta al siero Curevac
Oggi l’Ema decide su J& J: semaforo verde in arrivo Domenica 233mila iniezioni
L’Europa continua a scommettere sul vaccino di Pfizer- Biontech, quello finora più affidabile nelle consegne ma anche il più costoso ( circa 12 euro a dose). La Commissione europea ha infatti deciso di esercitare l’opzione prevista dal contratto siglato con l’azienda americana per comprare 100 milioni di dosi aggiuntive, una nuova dote di fiale del vaccino M- Rna che porterà così il totale delle dosi che verranno consegnate in Europa nel 2021 a 600 milioni. Per l’Italia queste nuove consegne si tradurrano in 13,5 milioni di nuovi vaccini in più in arrivo dall’azienda americana entro l’anno, con il siero che ormai è diventato quello predominante anche nella nostra campagna vaccinale: solo nel trimestre da aprile a giugno il 58% delle dosi disponibili è quello di Pfizer ( 24 milioni più 6,5 milioni di dosi aggiuntive). Nel frattempo sempre da Bruxelles arriva la notizia che l’Italia nei prossimi tre mesi avrà un tesoretto di ben 54 milioni di dosi a disposizione. Quanto basta per arrivare all’immunità di gregge entro l’estate con il 70% degli adulti immunizzati. Da alcuni giorni le Regioni hanno cominciato a correre di più superando la soglia fissata dal commissario Figliuolo delle 315mila iniezioni al giorno anche se domenica c’è stato un forte calo, con le somministrazioni scese a 233mila.
Oggi comunque l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, si pronuncerà sul vaccino mono- dose Johnson & Johnson dopo che la Food and drug administration americana ha sospeso il siero per verificare la relazione con alucni casi di trombosi. L’Ema dovrebbe confermare anche in questo caso che i benefici superano i rischi, ma non è escluso che accada quanto avvenuto con AstraZeneca e cioè che poi i Paesi europei decidano delle limitazioni in base all’età ( il siero anglo- svedese in Italia è stato « raccomandato » per gli over 60). Prevale però un cauto ottimismo come trapela dalle parole del Dg dell’Aifa, l’Agenzia italiano del farmaco: « Auspichiamo un semaforo verde dopo la riunione dell’Ema per il vaccino J& J. E speriamo da mercoledì di ripartire con le vaccinazioni. Se non fosse così perché l’Fda non darà un responso definitivo e vi fosse un rallentamento, siamo pronti come Cts Aifa a seguire il Prac dell’Ema e riunirci per dare ulteriormente corso ad una ripresa, se venisse confermato che il rischio dei casi avversi è raro » .
Intanto in Italia si lavora ai vaccini futuri, quelli da somministrare a partire dal prossimo inverno quando serviranno nuovi richiami se il Covid, come presumibile, diventerà un virus « endemico » . L’azienda Reithera, alle porte di Roma, che vede già la partecipazione dello Stato nel 30% del capitale starebbe lavorando - secondo una indiscrezione del Financial Times - per la produzione in Italia del vaccino con la piattaforma M- Rna sviluppato dalla tedesca Curevac che dovrebbe essere approvato dall’Ema a maggio. Nell’operazione ci dovrebbe essere la supervisione del Governo che col Mise ha messo in pista incentivi per circa 400 milioni per favorire la produzione dei vaccini Covid in Italia, all’interno comunque di una strategia europea per raggiungere l’autosufficienza sui sieri che quindi sarebbero prodotti per tutta la Ue. Reithera al momento sta producendo il suo vaccino che è ancora nella fase 2 e si basa su una tecnologia più tradizionale, quella a vettore virale ( adenovirus). Un vaccino che comunque in ogni caso procederà verso la fase della produzione se i risultati dei trial clinici dovessero confermarsi positivi. Sull’ipotesi di produrre il vaccino di Curevac l’azienda italiana al momento non rilascia commenti.