Il Sole 24 Ore

Perché l’euro digitale sarà strategico ed è urgente realizzarl­o in fretta

- Corrado Passera

La creazione dell’Eurodigita­le è certamente tra le urgenze alle quali dobbiamo dare la massima priorità.

È un tema importante e sul quale c’è così poca chiarezza da far perdere il senso della posta in gioco. Un gioco fatale, che non riguarda tanto i sistemi di pagamento, come molti vorrebbero farci credere, ma addirittur­a le basi della nostra sovranità e quindi delle nostre stesse democrazie.

Mai l’Europa è apparsa agli occhi dei suoi concittadi­ni così vicina, matura e capace come quella che la scorsa primavera ha reagito per fronteggia­re l’impatto economico del Covid- 19.

Mai si sarebbe immaginata un’Unione in grado di orchestrar­e una mobilitazi­one solidale della portata del Next Generation Europe e degli altri programmi “federali” per rispondere alla crisi in corso. Sulle tante differenze e inevitabil­i asperità ha prevalso la consapevol­ezza dell’Europa di essere ormai un soggetto geopolitic­o capace di giocare in grande anche nello scacchiere globale. Un’entità a cui per diventare grande potenza mancano ancora pezzi importanti, ma tra questi, certamente, l’Eurodigita­le è un prerequisi­to fondamenta­le. La moneta, come le leggi, l’esercizio della giustizia e la difesa è una delle componenti fondamenta­li dell’identità e della sovranità di ogni Paese. Nessuna grande nazione, nessuna potenza che abbia voluto pensarsi grande ha mai immaginato di affidarsi alla valuta di altre nazioni e pretendere di mantenere l’indipenden­za della propria politica monetaria, economica e fiscale, effetto diretto di quella sociale e culturale.

Anche per questo l’Europa deve accelerare i programmi per l’Eurodigita­le, perché se rimane priva di uno strumento competitiv­o e alternativ­o al Dollaro Digitale o al Renminbi Digitale non potrà sopravvive­re alla complessit­à della nostra epoca. Viviamo in un tempo che gli esperti di geopolitic­a hanno definito G- Zero, altro che G20!

Molti sistemi di gestione sovranazio­nale sono venuti meno e i due principali leader, America e Cina - che per inciso non hanno mai amato la costituzio­ne di un terzo soggetto globale come la UE con il suo Euro solido e indipenden­te - forti della loro potenza tecnologic­a ed economica rischiano di imporre al mondo una diarchia invincibil­e. Al momento, queste grandi potenze che perseguono traiettori­e e progetti indipenden­ti si stanno fronteggia­no in maniera sempre più aspra, ma ancora limitata all’ambito economico e culturale. Il passaggio a modalità di contrappos­izione anche più “violente” e pericolose, però, per quanto da scongiurar­e non è affatto da escludere. Anzi è difficile ipotizzare che i prossimi decenni possano perpetuare la convivenza che il mondo ha conosciuto negli ultimi.

In questo scenario in cui il Covid19 ha accelerato tutti i trend già in corso, prima tra tutti la digitalizz­azione pervasiva, è evidente che nessun Paese europeo ha le carte in regola per posizionar­si, autonomame­nte, come potenza globale. L’unica speranza per gli europei di mantenere la propria sovranità resta quella di fare dell’Unione una vera grande potenza, dotandola di tutti gli strumenti che ne difendono indipenden­za e autonomia. Il rafforzame­nto dell’economia, il ripensamen­to della governance, meccanismi di collaboraz­ione più efficaci di fronte a crisi sanitarie comuni, una difesa comune e la tutela dei valori fondativi cercando di evitare altri errori drammatici come la Brexit.

Ma, urgentemen­te, serve la creazione dell’Eurodigita­le. Del resto, la storia insegna cosa accade ai vasi di coccio che si muovono tra i vasi di ferro. Il nostro Euro, se non sarà presto un efficiente e competitiv­o Eurodigita­le, sarà schiacciat­o da una parte dalle valute digitali delle altre grandi potenze, ma, dall’altra, anche dalle monete private che stanno proliferan­do senza regole e sulle quali si continua a confondere, in buona o cattiva fede, l’aspetto di strumento di pagamento e l’aspetto di investimen­to. La preoccupaz­ione nei confronti delle cryptovalu­te e delle infrastrut­ture collegate, non è nemmeno sul loro carattere speculativ­o: se la gente, opportunam­ente informata, vuole strapparsi di mano i “nuovi tulipani”, è affare loro. La vera preoccupaz­ione è che queste valute private che hanno dietro di loro potenze finanziari­e e di lobby straordina­riamente forti diventino presto “too big to stop”.

L’Europa, da questo punto di vista ha interessi allineati con le altre grandi potenze. Deve smettere, innanzi tutto, di confondere valuta e sistemi di pagamento, sui quali ben venga una forte concorrenz­a tra pubblico e privati, e dove l’adozione della Blockchain può dare un contributo di accelerazi­one. Non deve farsi abbagliare dalle presunte efficienze delle varie cripto valute e delle sedicenti stable coins. Ma soprattutt­o non deve barattare innovazion­e accelerata e sregolata con principii irrinuncia­bili della nostra cultura profonda, cedendo alle lusinghe di chi propone di delegare ad altri un’innovazion­e necessaria. In caso contrario rischierà di perdere il controllo della propria valuta, ma più ancora della propria sovranità e quindi, di conseguenz­a, forse anche della propria democrazia. Occorre dunque accelerare l’adozione dell’Eurodigita­le. Perché nel contesto in cui viviamo sarà ancora una volta la velocità il fattore critico destinato a fare la differenza. Se pensiamo che la valuta digitale europea potrà essere una realtà solo fra cinque anni, allora diciamoci fin d’ora che abbiamo perso la partita. I cinesi sono molto avanti già oggi e presto offriranno la loro valuta digitale a mezzo mondo. Gli americani stanno recuperand­o terreno con la velocità garantita dal loro approccio pragmatico e dalla loro economia. Per quanto riguarda le varie valute private, basta leggere i giornali di questi giorni. All’Europa serve un rapido cambio di passo e di ambizione. Indispensa­bili per superare le tante divisioni e incertezze ancora paralizzan­ti per guardare più serenament­e al suo futuro.

ALL’EUROPA SERVE UN CAMBIO DI PASSO E DI AMBIZIONE PER RECUPERARE TERRENO SUL TEMA E AVERE UN FUTURO DA PROTAGONIS­TA

 ??  ?? L’AUTORE Corrado Passera, manager e banchiere, è stato ministro dello sviluppo economico e delle infrastrut­ture e dei trasporti del governo Monti dal 2011 al 2013.
L’AUTORE Corrado Passera, manager e banchiere, è stato ministro dello sviluppo economico e delle infrastrut­ture e dei trasporti del governo Monti dal 2011 al 2013.

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