Ospedali privati in pista anche per il dopo Covid
« Noi ci siamo » . Con questa promessa gli ospedali dell’Aiop, l’associazione italiana dell’ospedalità privata, che ieri ha presentato a Roma il suo secondo bilancio sociale aggregato, si mettono in gioco in vista del necessario rilancio del Servizio sanitario nazionale messo in luce dalla pandemia. Uno “stress test” al quale la componente di diritto privato del Ssn ha risposto mettendo in campo personale e strutture. « Ora - spiega la presidente dell’Aiop, Barbara Cittadini - anche in vista del Recovery Fund confermiamo la nostra piena disponibilità. Ma c’è da lavorare sui vincoli imposti nel tempo, come i tetti ai budget previsti dal Dl 95 del 2012, la revisione del Dm 70 che ha portato i posti letto in ospedali ai livelli più bassi in Europa, la grande scommessa del territorio, cure intermedie e a domicilio, la non autosufficienza e le tecnologie. Serve un nuovo Patto per il Ssn, dove la componente di diritto pubblico e quella di diritto privato concorrano alla pari a recuperare l’enorme mole di prestazioni perse con il Covid » . Il sottosegretario Pierpaolo Sileri presente all’incontro evoca « un fidanzamento pubblico- privato per colmare il gap di milioni di prestazioni rinviate o saltate. È l'unica via: creare pacchetti di prestazioni da recuperare che poi ogni Regione assegni all'uno o all'altro operatore sulla base di competenze e disponibilità. Che l’erogatore sia di diritto pubblico o di diritto privato non importa, la priorità è recuperare » . È lo stesso Sileri a riconoscere come la Sanità privata abbia « dato un aiuto unico e prezioso al Paese durante la pandemia da Covid- 19. E lo ha fatto sin dall'inizio, a marzo 2020, quando iniziammo a far una ricognizioni delle strutture che potevano esser messe in campo contro l'emergenza coronavirus » . Sulla stessa scia Gilberto Pichetto Fratin, viceministro dello Sviluppo
Economico: « Serve un salto di qualità nell'organizzazione in una prospettiva di integrazione tra i sistemi pubblico e privato della sanità. Dobbiamo trovare un nuovo equilibrio e la necessità ce l’ha dimostrata la pandemia » . I numeri presentati nel bilancio sociale parlano chiaro: nella fase più acuta della prima ondata la rete delle strutture Aiop, affiancata in qualche regione da alcune strutture di diritto privato non associate, ha garantito l'apporto di circa 1.000 posti letto di terapia intensiva e subintensiva Covid, 9.400 posti letto di degenza acuta e post- acuta Covid, oltre alla disponibilità di più di 25.000 posti letto per degenze ordinarie, destinati ad evitare il collasso della rete di diritto pubblico.