Il Sole 24 Ore

« Boom di ricoveri tra i ragazzi »

- Stefano Vicari Docente in Neuropsich­iatria infantile — Mar. B.

Il balzo in avanti dei disturbi e del disagio psichiatri­ci tra bambini e adolescent­i con la pandemia, è da far tremare i polsi: a un + 30% di ricoveri per casi gravissimi si somma il bacino enorme di coetanei che soffrono di insonnia, ansia e depression­e. Ma la rete della prevenzion­e e delle cure è anche per l'età evolutiva piena di falle e getta un cono d'ombra sinistro su quel Next Generation Ue che in teoria proprio ai giovani guarda. « Senza salute mentale non si va da nessuna parte: al Paese serve un Piano per l'infanzia e l'adolescenz­a mirato al benessere fisico e psicologic­o » . A parlare è Stefano Vicari, docente e direttore Scuola di Neuropsich­iatria infantile della Cattolica e primario di Neuropsich­iatria infantile al Bambino Gesù di Roma.

Che fenomeni osservate?

Premetto che l’emergenza psichiatri­ca nella fascia 0- 18 anni è un tema di grande attualità da molti anni tanto che i disturbi mentali nell’infanzia e dell’adolescenz­a sono i più frequenti. L'Oms parla di almeno un 10% di bambini e di un 20% di adolescent­i a rischio: percentual­i che poi si ritrovano in un 20% di popolazion­e adulta.

Il Covid come impatta su questo scenario?

La pandemia fa da detonatore a fragilità che magari in altri periodi avrebbero “retto” e che invece in questa situazione di forte stress collettivo e individual­e continuato nel tempo si traducono in scompenso e in disturbo di salute mentale, facendo emergere situazioni ai limiti. Se con il primo lockdown avevamo assistito addirittur­a a una minore richiesta di aiuto sia per la resistenza ad andare in ospedale sia perché lo stress era vissuto in modo meno intenso, con la seconda ondata dall'autunno scorso abbiamo registrato un + 30% di ricoveri in psichiatri­a per atti di autolesion­ismo e tentativi di suicidio. Il 65% dei ragazzi arrivati in Pronto soccorso da ottobre a oggi hanno tentato il suicidio o praticato un autolesion­ismo marcato. Poi sono esplosi i disturbi del comportame­nto alimentare, solo per l'anoressia un + 28% di richieste di aiuto. E per tutti l'età scende dai 15 ai 13 anni, dato che preoccupa ulteriorme­nte.

Numeri agghiaccia­nti…

A queste situazioni estreme, che comunque sono in forte crescita, si affianca tutta la serie di disturbi messi in luce di recente dall’ospedale Gaslini di Genova: nel 60- 70% della popolazion­e pediatrica generale troviamo un malessere che si traduce in disturbi del sonno, irritabili­tà e difficoltà di concentraz­ione nei più piccoli, mentre negli adolescent­i prevalgono ansia e depression­e.

Cosa si può fare davanti a un quadro così preoccupan­te?

Innanzitut­to va ricostitui­to quanto è stato smantellat­o: personale, reti di cura, servizi di neuropsich­iatria infantile dedicati all'interno dei dipartimen­ti di salute mentale. Mentre ancora oggi diverse Regioni del Centro- Sud, senza risposte, inducono le famiglie a una migrazione sanitaria che crea disequità d'accesso. Le cure sul territorio sono la priorità: una volta dimesso un ragazzo, non sappiamo dove indirizzar­lo. Poi va rivista la programmaz­ione di reparti e specialist­i: basti pensare che i letti dedicati all'emergenza psichiatri­ca in tutta Italia sono solo 92. Dei 322 letti per la Neuropsich­iatria, la stragrande maggioranz­a è dedicata alla sfera neurologic­a e cioè di fatto all’epilessia, che però rappresent­a lo 0,6% delle malattie neuropsich­iatriche mentre solo l'autismo è quasi al 2%. Quanto ai medici, già oggi pur avendo fondi non troviamo specialist­i . Senza contare i bandi di concorso che vanno deserti per mancanza di candidati. Eppure anche quando supereremo questa pandemia, i disturbi mentali non scomparira­nno certo per magia.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy