BTp Futura, debutto da 2,3 miliardi Sottoscritti oltre 50mila contratti
Risultati in linea con quelli dei due appuntamenti di luglio e novembre 2020 Il bond ha durata 16 anni: per i tassi un meccanismo di crescita a scalini
Buona anche la « terza » per il BTp Futura, il titolo di Stato con cui il Tesoro mira ad allargare la platea dei sottoscrittori retail del debito pubblico, coinvolgendoli nello sforzo teso a fronteggiare la crisi epidemica e rilanciare l’economia italiana e promettendo loro cedole indicizzate al Pil e premi fedeltà. Nel giorno del debutto, le sottoscrizioni si sono confermate sui livelli registrati nelle due precedenti operazioni dello scorso anno per il titolo ( codice IT0005442089) i cui proventi saranno dedicati a finanziare le misure per la ripresa economica post- Covid e le spese per fronteggiare la pandemia, comprese quelle della campagna vaccinale.
Sono stati infatti oltre 50mila i contratti conclusi ieri, 2.900 in più di novembre, per un controvalore di quasi 2,3 miliardi di euro richiesti dopo i 2,3 miliardi sottoscritti nella prima giornata del collocamento di luglio 2020 e i 2,5 miliardi della seduta d’esordio di novembre. Ci sarà però tempo per provare a migliorare i risultati allora ottenuti ( rispettivamente 6,1 e 5,7 miliardi) perché l’offerta, organizzata da Intesa Sanpaolo e UniCredit in qualità di dealer, si protrarrà fino a venerdì, quando saranno fissati anche i tassi cedolari definitivi, salvo possibile chiusura anticipata da mercoledì in poi.
Stavolta in effetti le condizioni proposte risultano più complesse al confronto dei due precedenti: il titolo ha scadenza addirittura 16 anni, anche se è prevista una « finestra » di uscita con un primo premio fedeltà ( pari al 40% del valore complessivo) a metà del cammino. Al netto di possibili ritocchi dopo la conclusione del collocamento, il BTp futura atto terzo prevede come di consueto un meccanismo di crescita progressiva ( step up) per i tassi con scalini quadriennali: 0,75% tra il primo e il quarto anno, 1,2% tra il quinto e l’ottavo anno; 1,65% e 2% per i successivi due periodi.
Nel complesso, per quanti decidessero di vendere i BTp Futura dopo 8 anni il tasso medio annuo oscillerà tra l’ 1,025% e l’ 1,125% in base del premio di fedeltà ( che dipende dalla crescita del Pil dell’Italia) ma potrebbe ulteriormente variare perché l’uscita avverrebbe ai prezzi correnti e non al
‘ I proventi dedicati a finanziare le misure per la ripresa post- Covid e le spese per fronteggiare la pandemia
la pari ( 100) . Se invece si volessero mantenere i titoli in portafoglio fino alla naturale scadenza, il tasso medio annuo potrà oscillare tra l’ 1,525% e l’ 1,775% e si confronta in teoria con l’ 1,23% di un tradizionale BTp a 15 anni ( mentre i titoli nominali a 8 anni rendono circa lo 0,54%).
L’obiettivo di coinvolgere in misura maggiore i risparmiatori italiani - la cui quota di BTp posseduta si è progressivamente ridotta fino a poco più di 150 miliardi, pari a circa il 7% del nostro debito pubblico presente sul mercato - si affianca anche all’esigenza di impiegare in modo produttivo il denaro che, anche a causa Covid, le famiglie decidono di lasciare in giacenza su conti corrente generalmente non remunerati, il cui livello ha raggiunto i 1.745miliardi di euro a fine febbraio. Un compito non facile, visti anche i tassi sempre più esigui offerti dai BTp, che impongono un allungamento delle scadenze a chi è in cerca di rendimento come dimostra anche il BTp Futura, giunto ormai a 16 anni.